L’attenzione di un lettore, prima ancora che da un buon incipit, è catturata dal titolo e in questo caso direi che la traduzione ha fatto egregiamente il proprio dovere: quando io e la mia amica di scorribande letterarie a Più Libri Più Liberi abbiamo intercettato questo romanzo fra quelli esposti nello stand della casa editrice non abbiamo esitato un attimo: ne avremmo fatto una lettura condivisa e un argomento per il nostro caffè di primavera. Con un titolo così, chissà cosa Visniec avrebbe raccontato!
E il romanzo, credetemi, è tanta roba. Nel vero senso della parola.
Se dovessi farne una recensione non saprei davvero da dove né da cosa cominciare: se dall’affascinante figura di Guy Courtois, specialista di incipit di romanzi con all’attivo oltre un secolo di “inizi” scelti per le opere più famose della letteratura (Hemingway, Kafka, Melville, Mann e molti altri) oppure dal racconto distopico di X, protagonista di un romanzo in itinere, scritto dal signor M, che si sveglia una mattina alle 6:37 e scopre che tutto il mondo attorno a sé è scomparso nel nulla lasciandolo solo, nell’appartamento silenzioso di un palazzo apparentemente abbandonato, in una città che non ha più abitanti. Ma potrei partire anche dalla figura buffa, a tratti grottesca, della signorina Ri, frequentatrice (con il signor M) della libreria Verdeau, dove un enigmatico libraio, Bernard, gestisce i rapporti fra gli avventori e l’agenzia del signor Courtois. Ciò che mi ha da subito divertita è stato l’originale legame instauratosi fra il signor M e la signorina Ri, che avviano un intreccio basato su un’attrazione quasi fatale, ispiratrice di poesie paradossali, tutte riportate nel romanzo come brevi intervalli fra una storia e l’altra. Un labirinto di idee, vicende che partono in autonomia, ma finiscono per intersecarsi; riflessioni profonde legate al mondo degli scrittori, velate denunce verso l’indifferenza manifestata nei confronti dei talenti rumeni (che non hanno mai vinto il Nobel e per questo danno vita a un’autentica rivolta letteraria, con exploit di dibattiti estenuanti sul tema e numerosi suicidi di protesta). Che dire: questo libro è pazzesco.
Ma non voglio dirvi di più, perché io e Luana ne abbiamo fatto una bella discussione, purtroppo non del tutto esaustiva (quante cose da dire, quante chicche da sottolineare), che come sempre potete seguire nel blog Io, la letteratura e Chaplin. Vi invito, dunque, a unirvi a noi, non senza offrirvi una delle mie delizie, preparate per l’occasione: i Baci di dama (in onore di quelli dati e ricevuti, nel romanzo, dalla signorina Ri).
Ingredienti per una ventina di Baci (direi una buona scorta di dolcezza!):
- 100 g farina 00
- 100 g di mandorle tritate (si può usare anche la farina di mandorle già confezionata, in vendita nei supermercati)
- 100 g burro
- 100 g zucchero
- 1 albume
- 1 pizzico di sale
- 100 g cioccolato fondente
Come procediamo?
- Cominciamo facendo abbrustolire appena le mandorle (io le tengo 15 minuti nel forno preriscaldato a 180 gradi) per poi tritarle con un mixer tritatutto.
- Mescoliamo lo zucchero con il burro ammorbidito (io uso le fruste per amalgamare meglio).
- Aggiungiamo l’albume con il pizzico di sale.
- Uniamo al composto il trito di mandorle (o la farina).
- Formiamo un panetto (da tenere in frigo per almeno due ore).
- Dal panetto preleviamo una quantità di impasto pari a circa 8 g e formiamo delle palline (sono appena più grandi di una biglia) da sistemare su una teglia rivestita con carta da forno e leggermente distanziate l’una dall’altra.
- Sciogliamo a bagnomaria il cioccolato e lasciamolo intiepidire.
- Quando anche i biscotti si saranno raffreddati procediamo ad accoppiarli: con un cucchiaino (per essere più precisi è meglio usare la sac a poche) mettiamo su una mezza sfera una piccola quantità di cioccolato e, sopra, un’altra mezza sfera, schiacciando leggermente le superfici.
- Lasciamo indurire il cioccolato e i baci di dama sono pronti per essere gustati.
Fatevi prendere per la gola, mentre partecipate al nostro caffè!
A favorire!
Adoro i baci di dama come tutti i dolci con le mandorle. A differenza tua non provo neppure a farmele da solo, preferisco far guadagnare qualcosa a un fornaio che li prepara con duro sacrificio alzandosi alle cinque di mattina :-D
RispondiEliminaBeh, sì, immagino che siano anche più buoni! ;)
EliminaLeggere insieme un libro e poi confrontare i due diversi punti di vista è davvero apprezzabile e interessante. No, questo scrittore non lo conosco, però avevo già sentito parlare del suo libro. L'unico autore rumeno che ho letto è Emil Cioran, uno dei filosofi più grandi e controversi del secolo scorso. Vedo che te la cavi bene anche in pasticceria. Io, però, preferisco i tuoi post, anche perchè non ho avuto modo di assaggiare i tuoi "baci". Ciao Marina :)
RispondiEliminaIo, invece, ero completamente all'asciutto di letteratura rumena: conoscevo di nome solo Ionesco, mai letto però. La lettura condivisa è una bella esperienza: l'ho sperimentata in vari contesti e, devo dire, è interessante, proprio perché cammini di pari passo con lettori che magari hanno una visione diversa dalla tua oppure ti mostrano lati che tu non hai colto. Questo ti arricchisce, diciamo che è una lettura potenziata.
EliminaVedi che faccio io? Mando baci via web, così arrivano a tutti :D
Mi incuriosisce questo romanzo, proprio per il titolo scelto. Ricorda quello di un mio racconto, "Venditore di trame. Suonare il campanello e attendere" dell'aprile 2020, qualcosa però di più magico (qualcuno ci ha sentito note di Carlos Ruiz Zafón, che però allora non avevo ancora letto).
RispondiEliminaI baci di dama io li faccio "in corsa", usando gli amaretti già pronti al posto dei biscotti, mettendo la cioccolata, ma poi immergendoli nel caffè e subito dopo nella farina di cocco. Non ho memoria di chi mi insegnò questa variante, ma è bbbona!
Mi ritaglierò del tempo per leggere il tuo racconto: il tuo venditore vende le trame, questo di Visniec vende gli incipit... abbiamo ciò che serve, insomma per scrivere un libro! ;)
EliminaNoooo, ma la variante di questi baci è spettacolare: ora cerco la ricetta. Devo provarla assolutamente!
Adoro anch'io i baci di dama, e tu sei bravissima! A parte questo, la presentazione del libro è invitante al massimo e affascinante il discorso sugli incipit! Mille grazie!!!
RispondiEliminaIl libro merita: è pieno di cose e tutte belle!
EliminaQuesto libro mi ha intrigato subito, sarà che un buon incipit può legarmi alla narrazione in maniera potente (tipo Calvino con Se una notte d'inverno un viaggiatore, l'incipit di tutti gli incipit..), quindi ora cerco di recuperarlo anche io grazie a voi due e poi mi sgranocchio pure qualche bacio di dama assieme a del ginseng casareccio.
RispondiEliminaChe ve possino.. ;)
Bono il ginseng! :)
EliminaQuesto è un libro che fa degli incipit un pretesto per dire molte cose, tutte vere, tutte importanti; comunque l'idea di un venditore che ha rifornito di incipit tutti i più grandi scrittori è geniale: merita di essere conosciuto.
Questi baci di dama sono una delizia al solo sguardo! Sono stata felice di essere tornata al nostro Caffè, dopo un annetto di stallo. Ma adesso ci inventeremo nuove avventure. Ci siamo ripromesse di leggere insieme anche Meridiano di sangue di McCarthy, ricordi? Per me sarà una graditissima rilettura.
RispondiEliminaNo, non l'ho dimenticato. Non possiamo farci mancare un bel caffè con McCarthy! Alla prossima, cara Luana!
Elimina:) Siamo una famiglia di golosi!
RispondiEliminaOttimi i baci di dama, io sono bravissima a mangiarli 😜
RispondiEliminaOttimo! per te doppia porzione ;)
EliminaBuonasera, quale amante del caffè (reale o virtuale che sia) talora mi imbatto in luoghi e/o persone che al par mio l’apprezzano. È il caso del tuo pregevole blog, scoperto poc’anzi.
RispondiEliminaStavo leggendo pareri sulla pubblicazione di romanzi a puntate, come i feuilleton di cui ricordo “Il profumo” di Patrick Süskind, pubblicato nel 1985 dal Corriere (d’estate, una puntata a settimana, mi pare il giovedì) di cui non mancai una puntata.
Nel Blog https://pennablu.it/pubblicare-romanzi-a-puntate/ ho letto il tuo commento:
MARINA - giovedì, 20 Agosto 2015 alle 14:24
No, non lo farei: già è difficile piazzare in rete dei semplici racconti (che poi piacciano o meno è una questione a parte), figurarsi un intero romanzo; e poi condivido le tue riflessioni: il lettore, per quanto abituale, non ha l’interesse a leggere settimanalmente le puntate proposte. Io, personalmente, ho provato a seguire una storia frazionata, ma mi è capitato di saltare due appuntamenti e adesso è da un mese che mi ripeto:” vado, recupero quello che mi sono persa, così mi metto in pari” e non l’ho ancora fatto. Morale della favola: il mio interesse è scemato e l’autore dell’iniziativa sul suo blog ha perso strada facendo un lettore!
Alfine sono approdato in questo post del tuo blog, dove alcune coincidenze mi hanno invogliato a scriverci.
Nel mio blog sto pubblicando a puntate (in media due a settimana, attualmente al 31° capitolo) il romanzo “Caffè con panna - L’unione del cielo e della terra”.
Undici personaggi sono moldavi, di cui uno è un ragazzino di undici anni di nome Matej. La Moldavia condivide la lingua con la Romania.
Nel caso, questo è il blog:
https://www.lamacchinadiluce.com/
rinnovo i complimenti per il tuo blog e ti saluto cordialmente
Galvan
Ciao Galvan, grazie per l'apprezzamento e per esserti fermato qui, nel mio spazio virtuale. Sei il benvenuto.
EliminaE così pubblichi a puntate: sono curiosa! E stai avendo successo? verrò a constatare personalmente nella tua macchina di luce. ;)