martedì 25 febbraio 2025

L’eco 13 - Archivio di ricordi: Duran Duran e il primo concerto della mia vita

 

L’antenna del mio palazzo si è inclinata a causa del vento e lo schermo del televisore è tutto un trionfo di pixel colorati e di audio sincopato. Un disastro,  nella settimana di Sanremo! Ma solo per un motivo.

Lo so che nessuno crede all’affermazione: “io non vedo Sanremo”, ma per me è un fatto, non lo seguo da anni, con un però: tutto ciò che mi perdo lo recupero quando voglio, in un secondo momento, grazie ai comuni mezzi di informazione telematici (YouTube, social media, piattaforme in streaming). Poiché non riesco più a digerire un’intera trasmissione di canzoni (quasi sempre inascoltabili a primo acchito), mi rivolgo solo a ciò che mi incuriosisce della serata, che sia un brano, una polemica, una chicca. Quest’anno la perla sanremese, per me, era la presenza sul palco dell’Ariston dei Duran Duran, per vedere l’esibizione dei quali, in diretta, ho scomodato computer e cavo da collegare al televisore per potere usufruire, vista la difficoltà, del servizio reso da Rai Play.

Quando ho visto Simon Le Bon muoversi goffo, imbolsito dentro la giacca tutta specchi che Carlo Conti gli aveva fatto indossare senza preoccuparsi della taglia e quando ho sentito intonare male certi acuti; quando ho spostato gli occhi su John Taylor, sbattendomi una mano in faccia con un mioddiooo grande quanto una cattedrale; quando ho notato Nick Rhodes, sottratto al museo delle cere, allora mi sono sentita come Marcel Proust alla matinée in casa del principe di Guermantes (nell’ultimo volume della Recherche, Il tempo ritrovato), nel momento in cui rivede i suoi vecchi amici e stenta a riconoscerli, dietro le “maschere” che l’implacabile tempo aveva messo loro sui volti. 

I Duran Duran a Sanremo. Dopo quarant’anni dall’ospitata al festival del 1985, condotto da Pippo Baudo. Quelli furono gli anni d’oro del gruppo, era la band più acclamata al mondo, che mandava in visibilio un esercito di fan. Ecco, io, a quei tempi ero una liceale, innamorata di John Taylor.

Così, le prime note di “Girls on film” in questo 75° Sanremo (prima del disastroso “Wild boys” finale) sono state come la pietra sconnessa del selciato, nel cortile dei Guermantes, che fa inciampare il Narratore, smuovendo in lui una nuova memoria involontaria, al pari della famosa madeleine.

Anche a me è accaduto di rivivere in pochi secondi un evento passato e sono tornata indietro al primo concerto della mia vita, quello dei Duran Duran, a Palermo, nel 1987. 


*****


Finisco di leggere l’ultimo numero di “Ragazza In”, dopo essermi soffermata come sempre sulla rubrica dedicata alle domande rivolte ai Duran Duran. Aspetto ogni settimana l’uscita della rivista per sentire la vicinanza dei miei beniamini, anche se faccio finta di credere che siano realmente loro a rispondere alle curiosità delle fan. Oh, sapesse John Taylor quanto lo amo! Conosco tutta la sua vita, colleziono informazioni e ogni curiosità che lo riguardano, m’imbambolo di fronte ai video solo per osservarlo mentre, col ciuffo mesciato che gli ballonzola sul viso, saltella pizzicando il basso. Ho foto, poster, ritagli di giornale, conservati in una carpetta che ormai non ce la fa più a contenere tutto il materiale raccolto. Anche oggi mi sono fatta una scorpacciata di canzoni, che intono ormai a memoria, dopo avere letto e riletto i testi di ogni LP: “...Er neim is Rio end sci densis on de send”, ...De iunion ov de sneik is on de claaaaimb”. L’album “The reflex” è un must quotidiano e in mezzo al Verismo, lo Zibaldone, Virgilio, Catullo... e tutto il programma di italiano e latino che devo ripassare per l’esame di Stato ormai prossimo, non riesco a rinunciare alle ore dedicate al mio fanatismo musicale. Complici un gruppo coeso di amiche, sfegatate duraniane come me, compagne di liceo.

Sono le tre del pomeriggio e arriva la telefonata di Ros: “...che ti metterai?” - “vado in jeans... no, forse con i fuseaux, sono più comodi!” e perdiamo mezz’ora a ciaulare sul permesso accordato dai genitori per andare all’evento più atteso del nostro anno scolastico. Sulla mia scrivania, poggiato al portapenne come un santino da venerare, il biglietto per il concerto dei Duran Duran che si terrà giovedì prossimo, 28 maggio. 

Mancano pochi giorni e so che non penserò a nulla se non a quella serata infrasettimanale, in cui mi assenterò dalla scuola, senza pensare minimamente alle interrogazioni finali e a tutto quello che c’è ancora da studiare prima della chiusura dell’anno. Ho in mente solo il concerto: il concerto, mentre la prof. spiega non so bene cosa; il concerto, a pranzo; il concerto, davanti alla pagina aperta di un quaderno di greco; il concerto, la sera, prima di andare a letto e durante il sonno... 

Mitico, atteso live di giovedì prossimo: quando arriva, sono in macchina assieme alle mie amiche, team “John Taylor”, e il padre di due di loro, che si è offerto di accompagnarci a Palermo. Siamo emozionate, fibrillanti, a un passo dalla gioia più grande della nostra vita. 

Lo stadio La Favorita pullula di ragazzi di ogni età, con o senza genitori al seguito. Ci muoviamo tutti come api in un alveare, laboriosi operai che alimentano l’euforia attorno al palco.

Appostate vicino a un traliccio per l’impianto delle luci, noi quattro attendiamo l’inizio del concerto. A luci basse il suono di un battito cardiaco simulato ci allerta: lo spettacolo sta per iniziare. Boom-boom, gli impulsi si fanno ravvicinati, boom-boom, sempre più potenti; il ritmo pulsante ci carica di aspettative. Eccoli, i Duran Duran! Non ci credo!

Non importa se tutto ciò che vediamo sono degli omini che si agitano lontanissimi da noi: quello con la t-shirt bianca è Simon Le Bon, l’altro con la giacca glitterata è il mio John! Cantano davanti ai nostri occhi, sagome piccole, irraggiungibili, ma reali! Nel buio creato dai fari spenti sulla platea un pullulare di lucciole ondeggia al suono di “A matter of feeling”: gli accendini accesi seguono il ritmo e lo fanno anche con “Save a prayer”, che Simon Le Bon canta facendosi aiutare dal pubblico: “Don't say a prayer for me now...” e noi a rispondere a squarciagola:”... save it 'til the morning after”, con le braccia quasi tutto il tempo lanciate in aria, sotto l’atmosfera magica dei fari, scie luminescenti puntate sulle migliaia di fan, l’energia e le vibrazioni palpabili a qualunque distanza dal palco. 

Sono felice. Vorrei non finisse mai.

La voce di Simon Le Bon si diffonde ovunque alla stessa frequenza e il suo saluto finale arriva come il risveglio, al mattino, dai sogni della notte: “Goodnight, buonanotte, see you soon” grida al microfono. L'adrenalina del mio primo concerto svanisce nel caos dello sfollamento e l'incanto della favola sfuma mentre ci muoviamo verso l'uscita. Ho una carrozza che mi aspetta fuori dallo stadio.


*****


Come sia passata dalla new wave dei Duran Duran al post-punk dei Cure, nel giro di qualche anno, è una storia che appartiene ad altri ricordi. Forse un giorno sbloccherò anche quelli. 

Intanto, dopo l’apparizione della band inglese sul palcoscenico dell’Ariston, a Sanremo 2025, è partito su Facebook uno scambio esilarante fra le amiche di allora. Ma cu su chisti (chi sono questi)! Come si sono ridotti! Simon ha più panza che voce; John pare uno zombie dei film di Romero...

Impietosissime, noi fan sfegatate degli anni '80!


L'ultima battuta chiude il sipario:



 







Perché è proprio vero: il tempo non fa sconti a nessuno.



P.S. La foto in copertina ritrae nella mia mano un prezioso reperto che conservo da allora, tra le cose cui tengo di più: il biglietto del concerto.


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Se volete conoscere le ragioni della nascita di questa rubrica leggete l'#Eco 1

Gli altri ricordi sotto l'etichetta L'Eco - Archivio di ricordi







13 commenti:

  1. Che simpatica rievocazione, la tensione dell’attesa, l’adrenalina del momento, la suggestione necessaria che aiuta a vedere i tuoi idoli così da lontano ( non penso che aveste posti in prima fila) come fossero vicini. Hai trasmesso una carica intatta nonostante gli anni che sono passati.
    massimolegnani

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    1. Lo sai la cosa che mi sorprende sempre, ogni volta che sono "aggredita" da certi ricordi, qual è? La lucidità con cui rivivo quei momenti, attualizzo il passato ed è come se non fosse trascorso nemmeno un minuto da allora. Per questo ho capito e amato la Recherche di Proust - tra parentesi. :)

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  2. Io sono un duraniano della seconda ora, ovvero da Medazzaland in poi, con gli esperimenti che ne hanno elevato standard e qualità, lontanissimi parenti di quelli dei poster in camera anni '80.. anzi, paradossalmente più vicini ai Cure che hanno iniziato ad interessarti solo pochi anni dopo.. ;)

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    1. Io, invece, devo dirti che li ho abbandonati a quegli anni lì. L'ultimo album ascoltato è stato Notorius, poi fine: l'universo dark mi ha preso totalmente e non c'è stato più spazio per le "cotte" di gioventù. :)

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  3. Mi hai fatto tornare adolescente. Tolto l'aspetto dell'attrazione fisica (in quel caso il poster nella mia cameretta era di Madonna ;-) mi piacevano i Duran Duran, facevano un bel sound. Ascoltavo anche Sting, Culture Club
    e altri di moda. Poi, vabbè, pure io ho debordato e ho cominciato a ascoltare band più underground come i Bauhaus e anche musica "ambient" da David Sylvian a Ryuichi Sakamoto fino a scavare nei classici del passato.
    Il mio concerto-ricordo di quegli anni è di un' altra icona anni '80, Bruce Springsteen. Ci andai più per fare una cosa diversa dal solito che per reale interesse verso il cantante.

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    1. Condivido i tuoi gusti musicali (grandi i Bauhaus). Madonna, Bruce Springsteen, ascoltavo anche loro all'epoca, ma non ne ero una fan. Lo era il mio ragazzo di allora che, come te, aveva il poster di Madonna in camera e amava Springsteen (ricordo un viaggio Caltanissetta-Palermo solo con la sua musica in cassetta sparata nell'autoradio a volume altissimo).

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  4. Eh, a Sanremo non si sfugge. ;) Anche per me è stato come sbloccare un ricordo! In quel Sanremo 1985 avrei compiuto 14 anni a giugno. Sì, era tempo di grandi adunate familiari davanti alla tv e noi piccoli cugini mettevamo il registratore alla cassa di amplificazione della tv, registravamo su cassetta per poi ascoltare le canzoni all'infinito. Wild boys fu un momento esplosivo, loro erano dei olimpi adorati da tutti, chi se lo può scordare? E ricordo pure quel film sul sogno di sposare il front man, una commediola dinanzi alla quale noi appena adolescenti ci appassionavamo. Certo, anch'io preferivo John Taylor, del quale avevo un ritaglio di giornale appiccicato sul muro sopra il comodino. Il mio nume tutelare bellissimo, il talento delle chitarre.
    I Duran sono stati a Sanremo anche nel 2008 anche se in pochi lo ricordano. E anche questa volta li abbiamo attesi con ansia. A me non hanno fatto lo stesso effetto che hanno generato in te e nelle tue amiche. In generale non lo fanno nessuno dei miei beniamini di un tempo. Li ho trovati certamente molto cambiati, il vigore della giovinezza ha lasciato il posto alle forme di una incipiente vecchiaia, ma questi artisti sono ancora lì, producono e suonano e cantano musica. Vederli e ascoltarli mi ha emozionata, mi ha riportato indietro esattamente come mi aspettavo accadesse. In particolare durante i minuti di Ordinary World, il mio brano prediletto dei Duran, le note perfette. Vivere ancora queste emozioni oggi, così diverse da quelle di allora eppure in grado di portarci in quel tempo, è ogni volta una sensazione molto bella.

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    1. Io, a quell'epoca, vedevo Sanremo in casa di amici: con la comitiva ci riunivamo là ed erano serate memorabili, in cui ci facevamo le migliori risate, impietosi verso look, canzoni e cantanti. Ero tra le poche che amò da subito Vasco Rossi, che ricordi!
      Anche tu Tayloriana! E te la ricordi Renee Simonsen, la sua fidanzata storica? Quanto la invidiavo! Eravamo caruse! :)
      Devo dire che a me, invece, rivederli, al di là delle quattro risate fatte con le mie amiche, ha messo un po' di malinconia: vedere i segni del tempo ovvi su persone che tu vorresti sempre ricordare come quando li amavi ed eri giovane anche tu mi ha intristito. Anche perché poi ti rendi conto che sei invecchiata anche tu e ripensarti per un attimo a sedici, diciassette anni, ti lascia sempre quel vuoto tipico della nostalgia.
      Comunque, stima e tifo per i Duran Duran, ancora insieme, a suonare dopo tutto questo tempo. A luglio saranno qui, a Roma, ma non ho nemmeno per un attimo pensato di andare a vederli.

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  5. Dunque arrivo qui dopo aver letto l'ultimo post di Giulia che commenti con una dichiarazione per me sorprendente: sei stata una dark. Poi arrivo qui, a leggere le tue ultime, e cosa mi trovo? Il biglietto dei Duran Duran! Qualcosa non mi torna. Poi affermi che sei passata dalla new wawe dei Duran (sei troppo generosa, mi piacevano i Duran ma erano più Wave gli Spandau) ai mitici Cure e lì riconosco un tratto della mia giovinezza. E improvvisamente accetto con gioia anche il tuo innamoramento per John. Vedi come alcune piccole cose ci permettono di superare radicati pregiudizi? (John Taylor non lo sopportavo proprio perché tutte le mie amiche, dico tutte, lo adoravano. A proposito di ribellione...)

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    1. Eh già! Sono cambiata nel giro di pochissimo. Devi immaginarti che l'ultimo anno di liceo andavo al concerto dei Duran Duran e il primo anno di università ero già innamorata dei Cure e di Robert Smith. L'età lo permetteva, poi ,però, sono rimasta con i gusti orientati verso il rock e il punk-rock... Ancora adesso un bel brano dark mi esalta. Evidentemente, la mia vocazione musicale era quella! :)
      Ah, John Taylor! Era bidduzzu (bellino) assai! :D

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  6. La settimana di Sanremo mi ritrovo a guardarlo, mio malgrado. Se sono sveglia passo da un canale all’altro, guardo pezzi di film già visti poi torno sul primo per curiosità; invece se mi addormento sul divano - come spesso accade - me lo “dormo” dall’inizio alla fine, più o meno. Quest’anno un paio di sere ho recuperato delle serie tv su NOW o Prime, anche perché, diciamoci la verità, ma perché devi stare fino alle due di notte a guardare Sanremo, la mattina mi sveglio all’alba per andare al lavoro! La sera che dovevano arrivare i Duran duran alle 22 ho spento la tv e mi sono messa a letto a guardare una serie tv di un’ora prima di addormentarmi. Poi ho recuperato su YouTube tube, del resto recupero tutto su YouTube visto che davanti alla tv dormo. All’epoca io amavo di più gli Spandau, però certe canzoni dei Duran Duran mi piacevano molto e insomma le canticchiavo con piacere. Il tempo passa per tutti cara Marina e purtroppo per chi é famoso è peggio perché il ricordo è più impietoso.

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    1. In gioventù a me divertiva vederlo con gli amici: prendevamo in giro l'abbigliamento di cantanti e ospiti, i testi delle canzoni, tutto; era il pretesto per trascorrere una serata diversa. Ora mi annoia, non mi piacciono più le canzoni, tranne riscoprirne qualcuna poi, ascoltandola in radio. Sanremo è diventato uno spettacolo in cui, ormai, devi stare attento a tutto, politicizzato anche questo, le polemiche sterili rovinano un momento che dovrebbe essere spensierato ed è davvero tutto insopportabile.
      Gli Spandau Ballet erano gli antagonisti dei Duran Duran, in quell'epoca, ma li ascoltavo volentieri, devo dire (mi ricordo che mi piaceva Martin Kemp, uno dei due fratelli della band!)

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  7. Non smetto di ridere alle ultime battute, perché non hai idea di cosa si è scatenato in cucina da me quella sera... XD
    Nemmeno io guardo più Sanremo, per i tuoi stessi motivi, e recupero nei giorni successivi, in base al passaparola degli amici, all'ascolto casuale in radio, agli spezzoni sui social o su YouTube. Ma quella sera lì eravamo in ritardo per la cena e tutto il resto, stavamo credo caricando la lavastoviglie, e io facevo zapping sbirciando le trame dei film. Ed ecco che mi trovo i Duran Duran. Cioè, sono le canzoni dei Duran Duran ma quelli lì da dove sono usciti?! "Quello è finito sotto uno Scania..." (nota marca di autocarro) "Simon LeBon ha messo su una panza da birra mica da niente eh!" "La sirena dell'antifurto canta meglio... ma Fedez non poteva prestargli l'autotune?!" XD
    Non li seguivo nell'85, ero troppo piccola. Li ho scoperti in realtà tardi, nel 2004 con l'album Astronaut (da webnauta ad astronauta è un attimo... ) e la mia preferita è assolutamente "What Happens Tomorrow". Quello che sono stati per te i Duran Duran, nel mio caso era Michael Jackson prima e i Take That subito dopo. Ma non sono mai stata ad un concerto, nessuno condivideva le mie passioni. Il primo non c'è più e faccio proprio fatica ad ascoltarlo senza avere il magone. I secondi... sono stati a Marostica (Vicenza) questa estate, ho visto il video qualche giorno dopo e...
    No. Proprio no. NCS. Non Ci Siamo. Meglio vivere di ricordi!!!

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