martedì 14 giugno 2016

Arcani Tour #12 - L'Imperatrice (Guest-post di Marco Lazzara)


Oggi ho molto piacere di ospitare nel mio blog Marco Lazzara al dodicesimo appuntamento con il tour organizzato per promuovere il suo libro "Arcani": ho finito di leggerlo da poco e sono contenta di avere dato ascolto alla mia curiosità, perché le storie raccontate sono divertenti, argute e ben scritte. Approfitto, dunque, per fargli i complimenti e per ringraziarlo di avere ideato questo post per il Taccuino.
Ho deciso di aderire alla sua iniziativa scegliendo la carta dell'Imperatrice. Superfluo dire che il racconto a essa abbinato resta uno fra i miei preferiti.

L'articolo correlato all'"Arcani Tour" è davvero molto interessante. Vale la pena dedicargli qualche minuto, perché rivela la stretta relazione esistente tra cervello e scrittura.
Il post s'intitola: Neuroanatomia della Scrittura.


L’Arcani Tour è un giro promozionale del mio secondo libro, Arcani, per i blog che decidono di ospitare l’iniziativa. Il blogger che partecipa deve scegliere una carta dei Tarocchi, ognuna delle quali nel mio libro è rappresentata da un racconto, e riceve in cambio da me un guest-post correlato. Marina Guarneri (che ringrazio dell’adesione) ha scelto la carta de L’Imperatrice.


La Carta: “L’Imperatrice è la rappresentazione del potere femminile, la sua forza, la sua energia creativa, la sua ambizione nel poter dare vita a grandi progetti, la caparbia risolutezza nel cercare di raggiungere gli obiettivi che ci si era prefissati.”

Il racconto nel mio libro: Si tratta di Addio, Mia Amata, in cui Susan si innamora dell’affascinante uomo d’affari Arthur Beaumont, il quale però nasconde un segreto...




Neuroanatomia della Scrittura

Secondo la teoria di Paul MacLean, il nostro cervello è triplo, essendo composto da cervello rettiliano, sistema limbico e neocorteccia. La domanda è: che relazioni ci sono con la scrittura?

Neocorteccia
È la parte più recente del nostro cervello, di cui il telencefalo rappresenta la porzione più estesa; quest’ultimo a sua volta è suddiviso in quattro aree, i lobi cerebrali.



Il lobo occipitale è principalmente deputato alla vista, mezzo fondamentale per il raccontare, dato che possiamo descrivere solo cose che abbiamo visto o immaginato visivamente. Questo porta all’attivazione dei neuroni specchio, con cui siamo in grado di apprendere le azioni che vediamo compiere. Sia quando svolgiamo noi un’azione, sia quando la vediamo compiere da altri, ma anche solo se la stiamo ricordando o immaginando, per il nostro cervello non c’è differenza: i neuroni specchio si attivano comunque. Anche leggere li attiva, ovvero per il nostro cervello è come se noi stessimo vivendo ciò che leggiamo. Raccontare è quindi un modo per far vivere ad altri sensazioni ed emozioni trasferendogliele attraverso la scrittura.
Essa è una forma di comunicazione simbolica (linguaggio), per cui passa per gli stessi canali deputati alla produzione di parole. Nel lobo parietale ha luogo il prestare selettivamente attenzione a uno stimolo: solo chi è un attento osservatore della realtà può avviare un percorso cognitivo che lo porti al narrare. Nel lobo temporale avviene il riconoscimento di uno stimolo, ovvero il creare connessioni tra oggetti e concetti: si tratta di un processo di astrazione che permette di passare da idee specifiche a idee generali (induzione) e viceversa (deduzione), ovvero di estrapolare i concetti da ciò che si osserva e di riconvertirli sotto forma di racconto. Nel lobo prefrontale avviene la progettazione della risposta: a seguito dello stimolo e della sua elaborazione, si produce il racconto.

Emisferi Cerebrali
Il telencefalo è diviso in due metà, con funzioni diverse e complementari, gli emisferi cerebrali.
Quello di sinistra è la sede del linguaggio, si occupa dell’ascolto, visione e lettura delle parole, controlla i calcoli matematici, è analitico, razionale e logico, ricorre alla simbologia, dispone eventi nel tempo, pensa in termini sequenziali, possiede memorie procedurali, semantiche e situazionali. 
Quello di destra controlla alcuni aspetti della musica e della percezione visiva, la cognizione dello spazio e la regolazione dell’emotività, ricorre al linguaggio non-verbale, è privo del senso del tempo, percepisce relazioni spaziali tra le varie parti e le unisce in un tutto, riconosce somiglianze ma non comprende relazioni metaforiche, possiede memorie visive, spazio-temporali ed emotive.
I due emisferi elaborano singolarmente a proprio modo le informazioni e poi si scambiano le conclusioni, mettendo assieme il tutto, attraverso un ponte tra loro, il corpo calloso.
Si dice che “si parla con entrambi gli emisferi, ma quello di sinistra è più bravo”, in quanto il sinistro ricorre al linguaggio verbale, il destro alla componente paraverbale (tono, volume, timbro, velocità dell’eloquio). Per analogia possiamo dire che “si scrive con entrambi gli emisferi, ma quello di sinistra è più bravo”: il sinistro si occupa della funzione denotativa (trama), delle regole grammaticali, della coerenza logica e temporale, di analogie (metafore); quello di destra della componente emozionale, priva di parole, ma attraverso sensazioni, dell’intensità e armonia del testo. Queste due componenti si fondono nel passaggio per il corpo calloso e allora si ottiene il racconto, in cui è presente un intreccio logico-coerente accompagnato da un sottotesto emozionale.

Sistema Limbico
A questa parte del cervello, meno recente, è dato il compito di immagazzinare informazioni (memoria) per mezzo dell’ippocampo, e di associare ai ricordi una componente emozionale, attraverso l’amigdala. Vicino si trovano la corteccia olfattiva e anche quella gustativa.
Io ritengo che sia qui che nascano le motivazioni alla base dello scrivere: sono cioè dell’idea che “le emozioni siano il perché della scrittura”. Scriviamo per comunicare, o meglio per trasmettere emozioni e riceverne a nostra volta. Il nostro è un cervello sociale e la scrittura, il raccontare, non è altro che una manifestazione di questo aspetto, perché comunicazione è entrare in relazione sociale.


Con intelligenza sociale si intende la capacità di relazionarsi con gli altri in maniera efficiente, costruttiva e socialmente compatibile. È socialmente intelligente chi riesce a immedesimarsi negli altri, a percepirne i sentimenti e a comportarsi di conseguenza, stabilendo una relazione armoniosa, cosa che presuppone la capacità di ascoltare attivamente, di percepire segnali minimi e di interpretarli correttamente. In poche parole, sarebbe l’espressione in senso positivo dell’empatia, in senso negativo della manipolazione.
Le emozioni sono contagiose: se le persone attorno a noi sono felici, ci sentiamo felici, se sono tristi, ci sentiamo anche noi tristi. Avete presente quando sorridete a un neonato e anche lui si mette a sorridere? Oppure quando si vede un film triste e ci si sente giù? Questo avviene perché siamo socialmente imprintati a queste emozioni: si tratta dell’empatia, il cui canale di apprendimento sono i neuroni specchio. Questo influenza i nostri comportamenti, persino la nostra salute: non è suggestione, bensì l’attivazione di specifici meccanismi fisiologici. Anche le parole sono in grado di influenzare i nostri comportamenti e di diffondersi, ovvero si tratta di meme, termine che viene da gene, inteso come entità replicativa trasmessa da persona a persona. Libri, racconti, narrazioni, sono in grado di cambiare il nostro modo di pensare e di relazionarci, di influenzare un’intera società. 
Questo perché il nostro cervello è diverso da quello delle altre specie: abbiamo infatti un particolare tipo di neuroni, le spindle cells o neuroni di von Economo, che sono i neuroni del comportamento sociale. Si ipotizza si siano evoluti per effetto di frequenti, numerose e importanti interazioni con membri della stessa specie, per cui si trovano solo in specie altamente sociali: la nostra, alcune scimmie ominoidee e i cetacei. Il loro esatto ruolo fisiologico non è ancora noto, ma si ritiene facilitino la rapida trasmissione di informazioni rilevanti in termini di emozioni relazionali: pertanto potrebbero intervenire nella mediazione del loro valore affettivo, contribuendo ai processi che favoriscono la comprensione e l’instaurarsi di comportamenti socialmente appropriati.
La Scuola di Palo Alto affermava che “non si può non comunicare” e Aristotele che “l’uomo è animale sociale”. Io direi di fondere in un’unica frase, ovvero “non si può non entrare in relazione”, perché il nostro è un cervello sociale e la scrittura è un modo per relazionarci.

Cervello rettiliano
Questa parte del cervello è la più antica, e si occupa dei bisogni, istinti e rituali innati dell’uomo.
Io ritengo che da qui che si possa rispondere a una delle domande che vengono rivolte più spesso agli scrittori, ovvero “da dove prendi le idee?”. Molti miei racconti nascono da un particolare che ho visto, sentito o letto, oppure da una riflessione o un’associazione conscia o inconscia, ma certe volte le idee mi vengono dal nulla, spontaneamente. Per istinto, o meglio per intuizione: arrivano da un tipo di conoscenza immediata che non si avvale del ragionamento o della conoscenza sensoriale.


Tre Tipologie di Scrittore
Uno scrittore visivo utilizza la vista come principale canale sensoriale: processa le informazioni per immagini, quindi è molto descrittivo; usa termini e avverbi che appartengono alla sfera visiva e ricorre a metafore visive, la sua produzione letteraria è diretta, concreta, dimostrativa.
Uno scrittore auditivo ricorre all’udito come principale canale sensoriale: processa le informazioni per suoni, quindi è attento alla musicalità dello scritto; usa termini e avverbi che appartengono alla sfera uditiva e ricorre a metafore uditive; la sua produzione letteraria è musicale e armoniosa.
Uno scrittore cinestesico ricorre principalmente a canali sensoriali di tipo olfattivo, gustativo, tattile: processa le informazioni per sensazioni fisiche, è attento alla rimembranza e all’emotività; usa termini e avverbi che appartengono alla sfera tattile e ricorre a metafore di sensazione (fisiche); la sua produzione letteraria è introspettiva, ricca di ricordi e di emotività.
Ognuna di queste tipologie si interfaccerà al meglio al corrispondente tipo di lettore: per raggiungere un pubblico più ampio bisognerebbe estendere il più possibile i canali percettivi utilizzati.

Per seguire gli altri post dell’iniziativa, vedi: http://tinyurl.com/hap3fs3

Link al mio libro: http://tinyurl.com/zwtwq9j

36 commenti:

  1. L'Imperatrice è sempre stato il mio arcano simbolo, quello che meglio rappresenta il mio modo di essere, tant'è che quando mi usciva sapevo con certezza di dover riportare la centralità su di me.

    Come scrittrice, mi sento senza dubbio "visiva", per quanto dia molta importanza alla musicalità delle parole e odi sia le cacofonie sia le ripetizioni.

    Quanto a Marco, parlerò anche di lui nel post di giovedì. ;)

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    1. Io ho scelto l'Imperatrice perché ha delle caratteristiche che anch'io ritrovo nel mio carattere.
      Invece, per quanto riguarda la tipologia di scrittore, credo di essere una via di mezzo tra auditivo e cinestetico: adotto i sensi per qualunque cosa!

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    2. @Chiara Solerio: è il post sui segni d'acqua? :)
      Per capire se sei una persona visiva o altro bisongerebbe incontrarti di persona e vedere come ti relazioni con una serie di situazioni... e ci vorrebbe un po' di tempo. Per quanto riguarda la scrittura (e le due cose dovrebbero coincidere) dovrei leggere qualcosa di tuo.

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    3. @Marina Guarneri: L'Imperatrice è la creatività, quindi non mi stupisce che in molti ci si ritrovino. Io personalmente avrei scelto Il Matto, che è una carta che è cara anche a Chiara. :)
      Per quanto riguarda la scrittura, stessa cosa di quanto detto a Chiara sopra e a Darius Tred sotto.

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    4. @Marco, sì, è proprio quello. :-)
      Se ti va ti mando qualcosa da leggere...
      in privato, però!

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    5. Ma certo, volentieri!
      Per la buona riuscita di quezt'analisi, dovresti mandarmi un brano che ritieni rappresentativo e 4-5 righe improvvisate, scritte lasciandomi fluire senza troppi ragionamenti. :)

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  2. Io credo che i miei quattro neuroni siano equamente divisi: due lavorano in modalità visiva e due in modalità cinestetica... :-)

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    1. Secondo la teoria, noi abbiamo una modalità percettiva principale, una secondaria e una che esprimiamo pochissimo. Possibile, quindi!
      Io invece, per esempio, sono un visivo puro.

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    2. Se dovessi pensare a una mia modalità percettiva principale, direi subito che è la modalità visiva: tendo a visualizzare parecchio prima di decidermi a scrivere...

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  3. Ciao Marina,
    intanto grazie di questo spazio e delle belle parole spese sul mio libro e sull'Imperatrice.
    Volevo dirti che nel paragrafo dove c'è la parola "meme" ci dev'essere stato un pasticcio di copia/incolla: infatti a fine paragrafo c'è un pezzo ripetuto del paragrafo prima. Riesci mica a correggerlo? Grazie! :)

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  4. Io credo di essere per un terzo visivo e per due terzi cinestesico. Molto interessante questo post, avevo letto in passato alcuni articoli sul nostro cervello e sulle sue caratteristiche e potenzialità, ma confesso che non ricordavo quasi più niente. È molto bello il concetto delle emozioni contagiose e l'immagine del bambino che sorride quando noi sorridiamo è bellissima e vera. Il libro Arcani mi sembra molto intrigante, lo inserisco nelle prossime letture, la lista si allunga *_*

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    1. A me piace invece l'idea “le emozioni siano il perché della scrittura”. In fondo è vero che scriviamo per comunicare e per trasmettere emozioni. Il nostro è davvero un cervello sociale.

      E per l'estate, con le letture sei sistemata! :)

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    2. @Giulia: grazie! Pian piano stiamo confermando neurologicamente idee che avevamo di noi da millenni.
      E buone letture estive! :)

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    3. @Marina: devo confessare che che questo post è nato quasi per caso, sulla base di alcune riflessioni che stavo facendo il mese scorso.
      Un blogger a un incontro qui a Torino ha esposto l'idea che raccontiamo storie per prepararci ad affrontare la realtà, quindi più le storie sono strane, più sono funzionali. la sua spiegazione quindi è antropologica (beh lui è un paleontogo). Mi piace, ma io ritengo sia un caso speciale della mia teoria neurologica, basata sui neuroni von economo. Ci spiega anche perché esiste l'umorismoro: raccontare storielle divertenti ha una fortissima connotazione sociale. Scambio reciproco di emozioni, coi benefici neurofisiologici che ne derivano. :)

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  5. Avendo studiato neurofisiologia come tirocinio per insegnare arti marziali avevo tutto abbastanza presente. Mi mancava però l'ultimo paragrafo, quello più specificamente letterario. Direi che nella mia scrittura sia prevalente l'elemento cinestesico. E mi pare che nessuno per ora si sia classificato come auditivo; forse è la tipologia più rara di scrittori?

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    1. Io sì: mezza auditiva e mezza cinestetica.

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    2. @Ivano: io direi che se indaghi tra i poeti troverai molti auditivi.

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    3. @Marina: sarebbe interessante proporre ai vari blogger di postare un estratto di un loro scritto che ritengano rappresentativo della loro scrittura e vedere a quale tipologia appartengono :)

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    4. Potrebbe essere un esercizio utile che risponde a qualche curiosità, in effetti. Magari ci definiamo in un modo e poi i fatti ci dimostrano altro.

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  6. Interessante questo post!😊 La mia scrittura è più visiva, perché mi piace descrivere!❤ E poi provengo da studi artistici, per me il senso visivo è quello che più mi appartiene! Ho letto adesso il tuo post sulle 25 domande cinematografiche, meglio tardi che mai, ahah😂, perché ho visto solo adesso il tuo commento sul mio post cinematografico. Ariel è un bellissimo personaggio, ottima scelta. Io ho visto un film in 3D recentemente per la prima volta e mi è piaciuto, ma preferisco vedere i film senza occhialini! E il "Bambino con il pigiama a righe" fa troppo piangere, anche il libro è molto intenso! Mi iscrivo tra i tuoi lettori fissi, così non mi perdo i tuoi post!😊 A presto!❤

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    1. Direi che in tanti si riconoscono come scrittori visivi. :)

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    2. Mi farà molto piacere se vorrai frequentare questo blog. Le nuove conoscenze restano il migliore arricchimento.
      A presto! :)

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  7. Quando ho letto la frase "I due emisferi elaborano singolarmente a proprio modo le informazioni e poi si scambiano le conclusioni, mettendo assieme il tutto, attraverso un ponte tra loro, il corpo calloso." mi sono immaginata le riunioni di tipo editoriale che si fanno nelle case editrici per cui lavoro (o lavoravo) con battibecchi su ogni singola virgola o la sfumatura di colore del bandone laterale, lacrime e isterismi... ;-)

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    1. L'immagine non è poi troppo lontana... con la differenza che i due emisferi collaborano in sinergia. Nel momento in cui smettono di essere sinergici, allora inizia la schizofrenia.

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    2. Così, sinergicamente, tra il tuo commento, Cristina e l'intervento di Marco si potrebbe dedurre che le case editrici rischiano la schizofrenia. :D

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  8. Sempre interessanti i post di Marco, tra approfondimenti scientifici e "qualcosa in più" ;)
    Curiose le tipologie degli scrittori :O

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    1. Grazie! :D
      Le tre tipologie sono in realtà definite come le modalità percettive del soggetto; io le ho riadattate agli scrittori. In teoria dovrebbero coincidere, ovvero mi aspetto che un soggetto visivo sia anche uno scrittore visivo... ma non è per forza detto. Credo sarebbe interessante fare un raffronto tra l'input e l'output... :)

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    2. Io credo che il parallelo tra modalità percettive del soggetto in generale e dello scrittore in particolare si possa fare benissimo, in fondo scriviamo ciò che siamo, quello che vediamo e siamo in grado di rielaborare. Per questo, è vero, @Glò, ho trovato anch'io molto interessante questo approfondimento di Marco.

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    1. E tu, Azzurrocielo, non ti sei identificata in una di queste categorie di scrittori?

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  10. Cinestesico forse in maggioranza, ma hai ragione, bisognerebbe estendere il più possibile i canali percettivi utilizzati. Variare e sperimentare in fondo danno un pizzico di pepe in più alla vita!
    Post molto originale, di neuroanatomia se ne potrebbe parlare all'infinito, è davvero un argomento interessante!

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    1. Ciao Anna, benvenuta!
      L'accostamento scientifico medicina/scrittura, sono d'accordo con te, ha il suo fascino. Ma di questo il merito è del bravo Marco che riesce sempre egregiamente a coniugare le due cose. :)

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    2. @Anna: vedo che a molti piace il canale cinestesico vi si riconoscono. :)

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    3. @Marina: io ci provo! Grazie a te di avermi concesso lo spazio! :)

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