Infiocchetto queste feste natalizie con una piccola, importante, soddisfazione. È piccola perché deriva da un divertissement ideato all’interno di un blog. Il respiro è quello di uno svago, senza conseguenze particolari, poche righe, un’idea ispirata da un’immagine e il gioco è tutto lì, nel piacere di partecipare e nell’attesa del risultato di una votazione che premia il miglior elaborato.
È importante perché il blog è quello di una persona che stimo, Luana Petrucci, e da lei so che posso aspettarmi solo iniziative belle e ben concepite. Scripta Ludus è una di esse.
Scrivere è una delle poche cose che amo fare e, quando posso, colgo sempre l’occasione per esercitare la mia passione. Sì, lo faccio per divertirmi, ma anche per allenare un’arte che necessita di attenzione, anche quando l’obiettivo non richiede grandi prestazioni.
Ed è così che metto sotto l’albero la mia terza vittoria (la seconda in tandem con Franco Battaglia, meritato ex aequo), con un incipit su una storiella venata di noir, che mi è subito balzata in mente osservando la terza delle foto proposte nel gioco:
tre sorelle, complici di qualcosa; una promessa suggellata dal soffio su tre candele accese, mentre la cena di Natale attende al piano di sotto e qualcuno non farà più ritorno a casa.
La sera della vigilia di Natale Guendalina Cenci correva, trafelata, su per le scale a cercare le sorelle. Ormai era successo. Non si poteva più tornare indietro. Che avrebbe detto la madre se l’avesse vista con le scarpe sporche di fango? Se si fosse accorta dello strappo sul vestito? Per fortuna, nessuno l’aveva notata mentre rientrava in casa. Si era messa nei guai da sola. Non le aveva, forse, il padre impedito di andare a giocare dall’altra parte del fiume? di seguire quello scavezzacollo di Taddeo? Lei, la figlia del consigliere diplomatico Aldo Cenci, che amava la compagnia del figlio di un fattore! Inaccettabile. Ma Guendalina continuava a fare di testa sua, trasgrediva ogni regola e mai avrebbe rinunciato all’amicizia di Taddeo, anche se poi pagava le conseguenze del suo indomito temperamento. Questa volta, però, aveva davvero esagerato. Questa volta era certa che non sarebbe andata incontro a una semplice punizione.
Spalancò la porta della camera dove le due sorelle, alla finestra, stavano aspettando di sapere che fine avesse fatto. Ada cacciò un piccolo urlo: “il vestito, com’è ridotto! E le scarpe! Oh, povere scarpe! Ma dove sei stata? Ti stanno cercando tutti”. Lucia, intanto, le corse incontro: “Stai bene, piccola?”, disse più indulgente.
“È stato un incidente. Non volevo!”
“Mioddio, Guenda, cosa non volevi! quale incidente, di cosa parli?”, la incalzò Lucia.
“Taddeo...”
“Oh, non abbiamo il tempo di occuparci delle cavolate che fai con quello lì. È tardi. Corri a cambiarti e metti il vestito nuovo. Non vorrai scendere giù in questo modo!”
“Ada, non rivolgerti così a tua sorella! Guenda, è accaduto qualcosa?... qualcosa di brutto?”
Guendalina rimase a occhi bassi di fronte a Lucia, che involontariamente le stava stringendo le braccia. Il suo racconto tolse l’appetito alle sorelle.
Nella stanza, l’albero di Natale era l’unico testimone di quella confessione. Ada e Lucia aiutarono Guendalina a rivestirsi, in silenzio, confuse, costrette a trovare, loro malgrado, un modo per reagire. Misero un nastro nei capelli della sorella, poi, prima di festeggiare il Natale, suggellarono una patto, soffiando contemporaneamente su tre candele accese: “Questo sarà il nostro segreto”, promisero all’unanimità.
Il gelo della notte inghiottì il corpo riverso sul greto del fiume.
Ringrazio chi ha preferito questo incipit agli altri in gara e, mentre invito chiunque passi di qua a partecipare ai prossimi contest del nuovo anno, approfitto per augurare a tutti un Sereno Natale.
Luana mi sa che ci taglia fuori per il prossimo.. ahah.. Complimentissimi e Buone Feste!!! ;)
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