martedì 16 dicembre 2025

Diario di un’expat a Monaco - Christmas Edition: I MERCATINI NATALIZI DI MONACO


Mentre, seduta sul divano, familiarizzo con la nuova collocazione dei mobili nel salone di casa mia, penso a cosa mettere in valigia, ora che sto organizzando il ritorno a Monaco.

Sui social pubblicizzano un’iniziativa fantastica: un viaggio notturno da Roma, che offre il risveglio nell’atmosfera magica del Natale bavarese. I mercatini natalizi di Monaco sono famosi in tutto il mondo e chi vorrà vivere questa originale esperienza in terra straniera non dovrà fare altro che acquistare un biglietto a/r dell’Espresso di FS Treni Turistici Italiani e trascorrere un fine settimana da favola. Mi brilla negli occhi una luce speciale originata dalla natura del privilegio che posso vantare: adesso vivo a Monaco ed è da qui che riprenderò la quotidianità di expat a tempo determinato, sospesa a inizio settembre. Così, per tre settimane prima di Natale, andrò a riposarmi nella capitale bavarese e potrò dare testimonianza diretta della bellezza dei suoi famosi “Weihnachtsmärkte”.

Già il giorno dopo il mio arrivo preparo una lista di mercatini che vorrei vedere e comincio dal centro storico, perché mi è rimasta impressa la bellezza di Marienplatz e dei suoi dintorni; l’ultima volta che ne ho goduto ero in tenuta estiva, adesso indosso giubbotto, sciarpa, berretto e cammino immersa nella bruma dell’autunno bavarese, dove non fa ancora molto freddo e la neve si è affacciata solo una mattina, ma è durata pochissimo. Il cielo rinuncia al sole, ma ciò non scoraggia il mio entusiasmo.



Scendo a Odeonplatz, da un’uscita laterale (che non conoscevo) e subito mi trovo all’ingresso del mercatino medievale di Wittelsbacherplatz. Lallestimento storico è curato nel dettaglio, con fedeli riproduzioni della cultura dell’antica Monaco e un’offerta di prodotti artigianali e culinari tipici di quell’epoca. Il profumo che arriva alle mie narici è quello del würzwein, un vino speziato: per me è una novità, ancora ignoro che diventerà una costante.






La passeggiata culmina a Marienplatz, dove l’area centrale dominata dal Municipio neogotico è interamente occupata dal Christkindlmarkt, il tradizionale mercatino natalizio di Monaco, quello forse più frequentato dai turisti, che si arressano in prossimità delle bancarelle per guardare, acquistare, per gustare i prodotti tipici o bere qualcosa di caldo. Capisco, guardandomi attorno, che il glühwein, il vin brulè bavarese, servito in tazze tutte diverse (a seconda degli stand)  è il must natalizio della città tedesca e il profumo degli aromi dolci, di arancia, cannella, anice, zucchero di canna, si mescola nell’aria a quello prepotente delle bratwurst, in un mix che o ti fa venire la nausea o ti mette appetito: a me viene fame. A mezzogiorno, mentre assisto ancora una volta all’attivazione del carillon del Neues Rathaus, in mezzo ai turisti infagottati con le teste in su e i telefonini alti che registrano lo spettacolo, io mi muovo da una bancarella all’altra con un bretzel in mano e gli occhi ammirati da taluni prodotti artigianali di vero pregio.






Ciò che mi colpisce è l’architettura degli stand: casette in legno, che di sera, illuminate, creano un’atmosfera calda e accogliente: viene voglia di abitarle. Sono allestite con ornamenti natalizi, nastri, stelle, renne, candele e luci sfavillanti; una, in particolare, ha, sul tetto, la fedele riproduzione in miniatura delle due cupole del Duomo di Monaco, la FrauenKirche (Cattedrale di Nostra Signora). 









Con lo spirito di una bambina nel paese dei balocchi visito (non tutti nello stesso giorno) gli altri mercatini del centro: il Villaggio nel Kaiserhof (corte imperiale) della Residenz, 



particolare per la presenza di un angolo fiabesco, con pupazzi animati, un alce parlante che ammalia i bambini e tanto Kinderpunsch, bevanda calda a base di succo di frutta, che è una sorta di vin brûlé per minorenni (o per astemi).





Percorrendo la Sendlinger Straße arrivo al mercatino di Sendlinger Tor, suggestivo perché allestito all’ingresso di una delle porte storiche di Monaco, ma è a Pettenbech Straße che scopro per caso un Weihnachtsmärkt piccolo e raffinato, immerso nel verde di ghirlande, alberi di Natale e un Presepe davanti al quale mi soffermo con il pensiero rivolto a chi aspetta il mio ritorno a Roma.




Visitati con la luce del giorno o al calar della sera (cioè già dopo le 16.00), i mercatini conservano inalterato il loro fascino; solo la grande folla pomeridiana e del fine settimana pregiudica un po’ la magia delle passeggiate; provo la stessa sensazione di quando vado al mare a San Vito lo Capo in pieno agosto! Per questo io e mio marito scegliamo di visitare un mercatino dislocato in una zona di Monaco distante dal centro.


Siamo a Theresienwiese, dove il Tollwood Winter Festival ci accoglie già all’uscita della metro con un’installazione metallica raffigurante la colomba della pace e un cavallo alato che simboleggia la libertà ed è un richiamo all’importanza dell’immaginazione.






















Qua si respira: le bancarelle sono allestite all’esterno, lungo viali larghi e anche in ampi capannoni al coperto, che all’ingresso espongono l’etichetta “Bazar” e a me fanno venire in mente, non so bene perché, la Fiera del Mediterraneo di Palermo, quando nei lontani anni ‘90, io e le mie amiche non perdevamo l’occasione di partecipare al mega evento. In realtà, la suggestione dura un attimo: l’aria natalizia bavarese cancella il ricordo. Lo stand di un artigiano creatore di flauti che producono il suono del sax mi sorprende per l’originalità e io m’innamoro di una bancarella che espone capi di abbigliamento in stile patchwork. Ne porto uno a casa (che indosserò, immagino, in primavera). Le luci soffuse di certi angoli invitano a fare una pausa enogastronomica. Niente birra, però, per me: inaffio lo steckerlfisch (salmone grigliato sul fuoco) con un boccale di acqua naturale. Ebbene sì!













Vicino casa approfittiamo per visitare
l’Haidhauser Weihnachtsmärkt nella Weissenburger Platz, dove una borsa all’uncinetto in stile granny square (che potrei tranquillamente realizzare anch’io) costa appena 290 euro (e vogliamo parlare del mio imbarazzo quando ne chiedo 30?), ma vabbé, sorvoliamo: di prezzi elevati e carovita a Monaco si è già detto. 
Il Schwabinger Weihnachtsmärkt al Münchner Freiheit, è caotico anche quando piove. Ci ripariamo sotto un tendone dove una band di suonatori vintage allieta il pubblico con “Last Christmas” degli Wham e, devo dire, le chitarre in mano a due donne non più giovani sono il top dell’esibizione.


L’ultimo mercatino che citerò è frutto di un altro incontro casuale.

Una lunga passeggiata mattutina mi porta nel versante sud dell’English Garden e lì, intorno alla pagoda della Torre cinese, incrocio il Weihnachtsmärkt am Chinesischen Turm. Lo attraverso stringendomi nel giubbotto, mentre con gli occhi seguo il transito su una rotaia circolare di un trenino pieno di bambini e col naso annuso gli odori intensi dei cibi che ho imparato a riconoscere Mi avvicino curiosa a un gruppo di giovani giocatori di eisstockschiessen su una pista non di ghiaccio (il gioco è quello delle bocce nostrane, ma in versione invernale, con un disco fornito di manico al posto delle classiche palle) e mi allontano, non prima di avere fotografato la bellezza del parco in versione autunnale. 







La nebbia scende a bassa quota, s’infiltra fra i rami spogli degli alberi regalando fascino al paesaggio; le case con i tetti spioventi hanno i contorni sfumati: sembrano visioni oniriche. Ecco, credo che a colpirmi veramente sia questo contrasto forte: l’azzurro del cielo cancellato da una pennellata di bianco caliginoso e, dappertutto, i colori tipicamente natalizi, il rosso, il verde, il dorato, ad accendere una fotografia in bianco e nero.


Direi che ho fatto il pieno. Di odori, sapori, di artigianato locale e non, di decorazioni per l’albero di Natale, di candele dipinte a mano, di creazioni fatte col sapone, con la carta, con il vetro, persino con i microchip e la componentistica interna di circuiti elettronici; di ceramiche, gioielli, giocattoli di legno, presepi, stoffe, capi in lana lavorati a maglia; pantofole in feltro, ninnoli di cristallo, presepi e arte sacra... 








Ma se devo dire cosa mi hanno lasciato questi mercatini natalizi, allora su tutto prevale la sensazione di essere in un luogo magico, dove la caratteristica capanna di legno riccamente ornata diventa il simbolo di una cultura e di tradizioni che mettono allegria.  Non ho mai visto così tanta gente mangiare e bere a tutte le ore del giorno: ogni Weihnachtsmärkt contempla per l’80% aree food & beverage, dove si può gustare di tutto, salato o dolce, dai classici bratwurst, kartoffel e crêpes farcite, allo stollen (pane dolce con spezie e frutta secca), lebkuchen (tradizionale pan di zenzero, venduto spesso in confezioni regalo a forma di cuore), tavolette di cioccolato, mele glassate e mandorle caramellate. Ed è obbligatorio fermarsi nei chioschi dove in boccioni di vetro fumanti fermentano vini arricchiti di aromi e sapori speziati, che sono l’analogo del canto delle sirene per Ulisse: un richiamo irresistibile. Il vin brulè bavarese costa cinque/sei euro: acquisti il glüwein con un deposito di altre cinque euro come cauzione per la restituzione della tazza in cui viene servito (in molti casi eventuale: è un bellissimo souvenir da portare a casa). 




Visto uno visti tutti? Alla fin fine direi di sì, ma solo perché io, di questi mercatini, ho vissuto la parte estetica, quella turisticizzata, non ho seguito il ricco calendario delle manifestazioni di arte, cultura e musica in programma in molti di essi, che sono certa meritassero attenzione.


La magia dura un mese: per tradizione, la maggior parte dei Weihnachtsmärkt di Monaco apre i battenti il lunedì che precede la prima domenica di Avvento e li chiude esattamente alla vigilia, il 24 dicembre (qualcuno il 22). 

Il 25 si fa silenzio, si rimane lontani da ogni distrazione, dalle manifestazioni pubbliche, dagli impulsi consumistici, dai momenti di diletto, dagli incontri spensierati. La poesia del Natale è tutta qui, in una giostra che si ferma per potere celebrare una data importante, che se anche non è per tutti un evento religioso, resta comunque un momento intimo da godere in famiglia. 

Io, il mio, lo vivrò in Italia.





1 commento:

  1. Ma quanti mercatini ci sono a Monaco, ho perso il conto!
    Mi ha colpito la tua padronanza dei luoghi e della lingua, ormai snoccioli nomi delle vie, dei piatti e delle bevande con una facilità che ti rendono una Bavarese doc!
    massimolegnani

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