Lo volete un consiglio, scrittori esordienti che vi siete imbattuti nel tortuoso cammino della produzione indipendente?
MOLLATE TUTTO!
Dante Alighieri, nel terzo canto della "Divina Commedia", dinnanzi alla porta dell’Inferno, recita Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate. Ed io, davanti all’ingresso dell’auto-pubblicazione, vi esorto a fare la stessa cosa!
Vi sembro lievemente disfattista?
Ma no, questo post è solo l'ultimo approdo di una strategia che ormai inseguo da mesi ed i cui risultati affogano nel mare insieme alle belle intenzioni che l'hanno in origine motivata.
Vado per ordine per lasciarvi il tempo di assaporare il mio sfogo e comincio dall'entusiasmo dell'esordiente che raggiunge il podio di un concorso letterario.
Nel lontano 2010 spedisco il romanzo dal titolo “31 dicembre” (finalmente tirato fuori dal cassetto in cui lo avevo confinato) ad una Casa Editrice che aveva indetto il suo terzo Premio letterario. Con gioia, dopo qualche mese, apprendo che il mio libro si piazza al primo posto, vincendo la pubblicazione normalmente tanto agognata dal giovane autore emergente al suo timido approccio nel mondo della narrativa.
Bene, primo step superato!
Ma sono solo l'inizio di un'avventura sulle prime davvero esaltante, poi sempre più impegnativa. La Casa Editrice ha siglato con me un accordo che prevede alcuni vantaggi, come la distribuzione delle copie presso le più importanti piattaforme di vendita on-line (Amazon, IBS), ma non si occuperà per nulla di agevolare la promozione del libro. Occorre, dunque, sbracciarsi ed inventarsi una strategia di marketing che abbia come obiettivo finale la pubblicità del manoscritto scopo vendita.
Ed è ciò che provo a fare partendo dalla più ovvia PRESENTAZIONE DEL LIBRO.
Organizzare una efficace presentazione mi fa tastare con mano le prime difficoltà: individuare la location, coinvolgere qualcuno di influente disposto a parlare bene del libro, invitare quante più persone possibile, pubblicizzare l’evento. La mia città tutto sommato è piccola ed il fatto che una sua abitante abbia vinto un concorso letterario fa per un’ora notizia (il giorno in cui i principali quotidiani mi dedicano i loro apprezzabili trafiletti nella pagina dedicata agli eventi culturali). Passo in rassegna alcune persone papabili e mi soffermo sulla Dirigente di un Istituto Superiore molto conosciuta anche per via del suo impegno politico a servizio della città. Vado a parlarle, le offro la lettura del romanzo, trovo la sua massima disponibilità ed in un secondo momento anche la sua piena adesione al progetto (meno male, la mia storia le è piaciuta!). Ho chi presenterà il romanzo. Trovo anche il luogo in cui allestire l’evento: una libreria piccola, ma ben gestita e partono gli inviti. La sera della presentazione c’è molta gente, ovviamente sono più gli amici ed i parenti, ma c’è anche chi si incuriosisce e vuole sapere come va a finire quella storia tanto ben presentata, sospesa tra realtà ed immaginazione. Un bel momento.
Segue una seconda presentazione con lo stesso schema stavolta a Catania, dove vengo accolta con molto calore dagli intervenuti (ed anche lì non erano pochi).
Morale della favola: gli sforzi non sono vani. I miei libri si vendono.
Vi chiederete: beh, dov’è il problema?
Il problema è che la Casa Editrice paga all’autore un compenso pari all’8% applicato al prezzo di copertina, ma soltanto dopo le 500 copie vendute. Sapete quant’è l’8% di 16 euro? Poco più di un euro. Vi risparmio il lato calcolo su due mani e arrivo subito al dunque: in tanti acquistano il mio libro, ma dalla sua vendita guadagno forse una ventina di euro. WOW!
Poco male, gli idealisti non nutrono chissà quali ambizioni in campo economico, un po' come gli artisti bohémien: sono contenti di scrivere, poi se alla romantica passione si unisce anche il vile denaro tanto meglio!
Salterò la fase intermedia del “e ora che faccio?”; sono passati, nel frattempo, due anni ed ormai il mio rapporto con la Casa Editrice può ritenersi concluso. Comincio a caldeggiare l’idea di pubblicare il formato e-book del libro (il come sia arrivata a farlo è stato oggetto di un mio precedente post: http://trentunodicembre.blogspot.it/2014/11/auto-pubblicazione-che-fatica.html).
Dunque il secondo step superato è l’auto-pubblicazione.
Per la serie “hai voluto la bicicletta, ora pedala”, ecco il mare magnum di difficoltà che sono andata a cercarmi. Come scegliere di tuffarsi coscientemente in mezzo all’oceano con la convinzione che qualcuno verrà prima o poi a ripescarti.
Adesso il mio romanzo si affaccia timidamente nella libreria di Amazon, ha una copertina che io adoro ed il titolo mi piace sempre molto!
Resta, tuttavia, il problema di come farlo conoscere alla gente: il potenziale lettore va conquistato e devi trovare i giusti modi per portarlo ad avere sotto gli occhi il libro che hai scritto.
Mi documento, sul web c’è di tutto; mi affido al networking: cerco consigli, da chi c’è già passato, mi fido di chi mi suggerisce quali errori devo evitare e cosa invece devo assolutamente fare, provo a seguire le strategie indicate dagli esperti nel settore come vincenti:
- individuare il target
- piazzarsi sui social network per ottenere feedback positivi
- presentare un prodotto che non presenti errori
- avere un blog attraverso cui sapere di più dell'autore
- accattivare il lettore con promozioni di vendita e offerte
- cercare delle buone recensioni
E poi mantengo ferma un’idea che ritengo valida, rappresentata dalla realizzazione del booktrailer.
Si parte.
Ho fatto un elenco in ordine sparso delle cose da tenere presente quando si fa auto-promozione, ma adesso partirò dal primo passo che in assoluto, a mio parere, è il più importante:
PRESENTARE UN BUON PRODOTTO
Per trasformare il libro in e-book ho l’esigenza di rileggerlo. Mio Dio! Mi metto le mani nei capelli: ma quanti errori contiene quel cartaceo tanto venduto! Li annoto uno dietro l’altro e quando penso di avere completato il lavoro, il computer mi segnala nuove sviste (come possono essermi sfuggite!). Ma, attenzione! Affido il libro, penso finalmente corretto, ad un esperto che me ne farà la copia in mobi richiesta da Amazon (è quella la piattaforma che scelgo per il self-publishing) e… questi gentilmente mi dice che si è permesso di correggere piccoli errori riscontrati. ANCORA? Eh sì, ci sono molti pò e molte E’… Si scrive po' e la E maiuscola si accenta non si apostrofa!
E’ vero che il lavoro va fatto leggere a persone terze prima di essere pubblicato (se figure professionali, ovviamente meglio): un lettore intercettato su Twitter mi fa i complimenti per l’idea della storia e per come è ben scritta ma mi dice che forse, in futuro, dovrei evitare gli eccessivi puntini di sospensione. Dò un’occhiata al testo: NOOO, ma è davvero pieno di frasi sospensive! Rileggo e rimuovo gli eccessi. Un altro mi chiede come mai non abbia inserito i rientri ad inizio paragrafo. Che vuole dire? Controllo: il libro è piatto, in effetti non ci sono i rientri. Per carità, ne risente lo stile, ma anche la struttura del testo va curata. Rileggo e li inserisco.
Le correzioni sono un pozzo senza fondo!
Sapere SFRUTTARE BENE I SOCIAL-NETWORK è un’arte. Se il mio profilo su Twitter nasce da altre esigenze non strettamente legate alla promozione del mio libro, quello su Facebook si fonda proprio su questo presupposto: dire a tutti “ho scritto un romanzo, vi invito a leggerlo”.
Comincio a tempestare il mio diario di foto e link alla pagina di Amazon dove “31 dicembre” è in vendita alla fantastica cifra di 1,20 euro (seguo il consiglio di uno scrittore che stimo, che mi suggerisce di abbassare al minimo la soglia di prezzo per invogliare l’acquisto, salvo poi scoprire che invece potrebbe non essere un buon incentivo, perché significa svalutare la propria opera).
Devo dire, è stata un po' una forzatura, poiché la mia timidezza non mi porta a simili sovraesposizioni, non mi piace monopolizzare l’attenzione, impormi, sono schiva, ma la manna dal cielo è il racconto di come accadono i miracoli, la realtà è altra! Ad un certo punto mio padre mi ha scritto: “Marina, ma la vuoi smettere di parlare solo del tuo libro?” ed io mi sono sentita (ancora alla mia età!) come la scolaretta bacchettata dal maestro o peggio come il bambino sorpreso a rubare la marmellata. Per un po' mi sono ritirata in buon ordine convincendomi di stare esagerando. Esagerare è pure controproducente, no? Che poi, i “mi piace” non erano più di due/tre. Invece mi è bastato pubblicare una foto simpatica per ottenere un bel po' di consensi.
(il fatuo mondo di Facebook!).
Senza considerare che io sono la prima a sbuffare di fronte alle vetrine di autori che si propongono con i loro scritti (e che, tra l’altro, pensano solo a curare il proprio giardinetto senza guardarsi attorno: come parlarsi allo specchio, in pratica!)
Il target, Marina, devi INDIVIDUARE IL TARGET!
Il cartaceo ha avuto successo, tutto sommato, ed il libro è arrivato sul comodino di persone di ogni età: ho zii di 70 anni che si sono gustati il romanzo, a detta loro; perfino una mia insegnante delle medie mi ha, un giorno, telefonato per complimentarsi. Forte di questa sperimentata omogeneità di pubblico, mi propongo con l’e-book. Ho un parente più o meno dell’età di quelli sopra citati che sta ancora cercando il cartaceo (non più in vendita) perché ha un’ovvia difficoltà a maneggiare un tablet e tanti che s’impappinano ancora dietro agli acquisti on-line. Mi rendo conto, poi, che non solo non posso raggiungere tutte le fasce di età, ma anche le persone con un certo grado di intellettualità: più sono coinvolte in letture sofisticate, meno posso sperare nel loro plauso. E devo anche escludere gli amanti di altri generi molto lontani dal mio!
Il cerchio si stringe: dove le scovo le persone interessate alla narrativa, che non pretendano di imbattersi nella versione moderna di Virginia Woolf o Jane Austen?
Vai con il BLOG, Marina!
Il mio primo post è un "inno alla gioia": fiera del risultato del concorso vinto decido di aprire una pagina sul web per dare spazio a tutto ciò sta ruotando attorno al mio romanzo. Poi scelgo di farne una sorta di diario personale per così dire mediatico: mi esprimo a voce alta, parlo un po' di me, faccio conoscere come funziona il mio mondo da scrittrice. Beh, sì, avere un blog può voler dire anche questo ma...non sono costante, non lo frequento molto (col tempo cestino persino alcuni post) e penso che nessuno abbia voglia di soffermarsi dentro un blog che si chiama "Nuovi Orizzonti della Mente", in omaggio alla Biblioteca virtuale di cui parlo nel romanzo.
Cambio rotta, cambio nome, cambio impostazione; almeno in questo la frequentazione di blog molto più strutturati mi è stata molto d’aiuto.
Qualcuno mi mette in testa che il sistema delle RECENSIONI può essere un buon canale per un esordiente che vuole entrare nelle case della gente. Le recensioni hanno una funzione molto importante, perché sono la testimonianza del sentire del lettore, dunque una prova tangibile della validità di ciò che proponi. Una buona recensione può essere il punto di partenza per un passaparola che potrebbe aiutare un romanzo a venire fuori dall'anonimato. Ci sono dei siti appositi (i book blogger hanno un ruolo importante a tal fine), ma le recensioni possono completare la scheda con cui sei presente negli store sul web e contribuire a dare visibilità al libro.
Ed ecco il limite di un sistema che sembra essere perfetto: ci sono le recensioni a pagamento, cioè l'autore paga persone che elaborano un giudizio falso su un'opera che probabilmente non vale nemmeno la metà delle belle parole spese e ci sono anche recensioni finte, create ad arte per ingannare il lettore sulle potenzialità del libro.
In pratica non puoi fidarti nemmeno di quelle!
Certo, Amazon, si difende dall'attacco delle recensioni taroccate ed arbitrariamente elimina quelle che puzzano di menzogna, ma si arriva al paradosso che un cugino con lo stesso cognome (o metti un omonimo) non possa dire la sua sul libro che ha letto perché viene scambiato per un complice compiacente. Naturalmente questo è ciò che è accaduto a me! (ma, prima o poi, la inserisco da qualche parte la recensione di quel mio cugino cestinata da Amazon: troppo bella per rimanere anonima!).
Approfitto, intanto, per sottolineare che se vi capita di leggere le recensioni presenti su Amazon di "31 dicembre", quei giudizi sono tutti autentici (almeno mi si conceda questo guizzo di orgoglio!).
E veniamo al pezzo forte che ho appositamente tenuto per ultimo: la validità del BOOKTRAILER.
Ai tempi della presentazione del cartaceo, ho realizzato un filmato montato da me con una musica accuratamente selezionata, poche frasi d’effetto, immagini intuitive, un lavoro discreto, penso!
Il video dura appena due minuti e mi sembra una buona idea proiettarlo a conclusione del mio intervento. Di fatto fa il suo effetto durante la serata, così decido di inserirlo nel blog a futura godibilità del pubblico.
Dopo un anno mi accorgo del tutto casualmente che YouTube ha oscurato il mio booktrailer perché ho usato musiche coperte da copyright. Vero! Recito il mea culpa ed elimino il file. Ma quando pubblico l ‘e-book mi ritorna in mente quel video (sarà perché io amo il video-editing), così provo a rimontarlo con musiche free-download e via, di nuovo in rete.
Qualche giorno fa, leggo un articolo di Daniele Imperi nel suo blog (http://pennablu.it/consigli-marketing-editoriale/) e da una sua risposta ad un mio intervento faccio un’indagine conoscitiva sul potere del booktrailer: la sua efficacia è pressoché bocciata da chiunque ne parli. L’handicap principale? la sua natura di solito “amatoriale” che lo rende abbastanza scadente in termini di qualità, senza considerare che rido da matti quando leggo la dissacrante versione trash su come si realizza un booktrailer di successo (http://www.obbrobbrio.it/2014/09/come-realizzare-un-booktrailer-di.html)
Penso che leggere le opinioni altrui illumini le coscienze, talvolta!
Rivedo il mio fiero booktrailer in chiave critica…e lo elimino non solo dal blog dove lo avevo posteggiato, ma anche da YouTube dove - apro gli occhi - mi rendo conto che ha ottenuto poco più di 100 visualizzazioni (un successone!).
Eh, così… vi resterà la curiosità per sempre!
Che dire!
Non mi perdo in ulteriori chiacchiere su campagne pubblicitarie ideate per convincere le persone a leggere “31 dicembre”!
Ad oggi i risultati non sono disastrosi ma ben lontani dal rappresentare un successo.
Poco importa.
La pedalata su questa bicicletta mi ha ridotto col fiatone… e la montagna è ancora tutta da scalare, però so nuotare ed in questo oceano di “scrittura incompresa” rimango a galla alla grande continuando a scrivere. La fantasia non ha bisogno di salvagente, galleggia da sola.
E non annega.
Riconoscere i diritti solo dopo aver venduto 500 copie non va bene, del resto è facile alla prima pubblicazione incappare in contratti anche peggiori. Sul self publishing be' amazon è un calderone dove si trova di tutto, anche libri scritti davvero male, ho appena beccato un soggetto singolare verbo plurale e senza la campagnia pubblicitaria di amazon stesso, o un bel colpo di fortuna non si va lontano. Ma non esistono solo i piccoli editori che non danno i diritti sotto le 500 copie e il self publishing, le possibilità sono quasi infinite.
RispondiEliminaCiao Sandra e benvenuta. È vero ciò che dici, le possibilità sono tante. Ho fatto un'esperienza con l'autopubblicazione che comunque mi è stata utile per capire certi meccanismi. Anche la fortuna, qualche volta, non va sottovalutata!
EliminaCiao, sono arrivata qui per caso, ma ho letto con molto piacere il tuo post.
RispondiEliminaCredo che tu sia capitata male con il primo editore, oltre a un contratto non molto limpido (capisco che facciano il bonifico solo raggiunta una quota ragionevole, ma il conteggio deve partire dalla prima copia venduta), una buona casa editrice dovrebbe occuparsi di promuovere e distribuire i suoi libri!
Il mondo del self richiede tempo e competenze che spesso un autore non ha non per sua mancanza, ma perché nella vita non fa né il grafico né il correttore di bozze e tanto meno l'esperto di marketing. Ci sarà pure un motivo per cui nelle case editrici sono persone diverse che si occupano di questi aspetti e non c'è un solo tuttologo!
Da quello che racconti hai lavorato con onestà e rispetto per il lettore e sono sicura che questo alla lunga verrà premiato. Forse puoi valutare, per le prossime opere, di cercare un editore un po' di capace del primo che abbia un vero ufficio stampa e promuova attivamente il tuo libro.
Era quello che immaginavo quando mi è arrivato il contratto della Casa Editrice: una maggiore presenza nella promozione del libro. Non sai quante domande sono rimaste senza risposta e per questo i miei contatti con la stessa sono stati frequenti e spesso anche poco soddisfacenti. Il fatto è che non potevo lamentarmi più di tanto, avendo vinto il concorso bandito proprio da quella CE, avrei peccato di ingratitudine e questo non mi piaceva. E poi è certo che non si può saper fare tutto nella vita, hai ragione! Ma poiché faccio tesoro di ogni esperienza, adesso so cosa fare e cosa evitare con i miei prossimi lavori.
RispondiEliminaGrazie Tenar per l'augurio e per essere passata da queste parti!
Esperienza interessante, la tua. In un certo senso emblematica e simbolica di quello che può e non può accadere muovendosi da soli. Traspare tra le righe che hai preso il tutto con la giusta serietà e onestà. Peccato che all'origine ci sia una casa editrice che ha apprezzato il romanzo, ma non l'ha poi seguito (doveva essere compito suo, non tuo promuoverlo. Ma credo non ne abbia le forze e la volontà). Devo ammettere che spulciando i concorsi letterari, la casa editrice in questione è molto attiva nel pescare tra gli esordienti, con premi allettanti, ma poi si comporta non in maniera del tutto cristallina con gli autori (sono quelle dai regolamenti un po' così così, come ho scritto qualche giorno fa).
RispondiEliminaHai fatto il massimo, date le forze di cui disponevi. Non hai nulla da rimproverarti, e devi passare quanto prima al romanzo successivo.
Sì, helgaldo, credo che tu abbia ragione: nessuna forza e nessuna volontà (certe Case Editrici dovrebbero investire di più sulla propria immagine).
EliminaTi confiderò una cosa: per un periodo sono rimasta ferma, vuota di idee; quando mi sentivo ispirata raggiungevo la scrivania e mi fermavo con la penna in mano:poche frasi scritte e di nuovo il vuoto mentale. Da quest'estate, invece, ho ripreso una vecchia storia che piano piano sto mandando avanti con la giusta energia. Sarà il mio secondo romanzo.
Racconti la storia di tanti autori, credo! Di sicuro mi ci riconosco al settanta per cento, mentre per il trenta per cento sono stata meno brava di te. Quello che ho trovato davvero impressionante è quante energie si possano investire in aspetti della promozione che alla fine risultano del tutto sterili. Prima di mettere le mani in pasta, per così dire, credevo che esistesse la via di mezzo: il medio editore, i medi guadagni, i medi numeri di copie vendute... il piccolo successo, insomma. Adesso credo che la via di mezzo non esista: o ce la fai, o sei invisibile. Hai trovato una persona più pessimista di te! ;)
RispondiElimina...però hai detto bene: "La fantasia non ha bisogno di salvagente, galleggia da sola."
EliminaAdesso, ahimè, lo penso anch'io, Grazia: o ti fai subito un nome oppure continui ad annaspare in cerca di chissà che!
RispondiEliminaForse ci fregano le aspettative!
Meno male, sai come si dice, no? Mal comune mezzo gaudio: non è il massimo della vita, ma conforta!
Premettendo che io sto ancora scrivendo il mio primo romanzo e non conosco queste problematiche, ti consolo: dopo aver letto questo post mi sono incuriosita e leggerò il tuo libro! :-D
RispondiEliminaMa che bella notizia!
RispondiEliminaGrazie, Chiara! Una sorpresa più che una consolazione!
Ma il libro che ti hanno pubblicato non era stato corretto dalla casa editrice? A questo punto non c'è stato neanche editing.
RispondiEliminaO se c'è stato è stato fatto con pochissima preparazione!
RispondiEliminaNo, a questo punto non c'è stato per niente, perché il vero editing si fa assieme all'autore.
EliminaAllora no, non c'è stato: c'è stato solo uno scambio di mail e lettere con la Redazione che mi informava delle correzioni apportate che poi io, paradossalmente, ricorreggevo (perché non erano mai quelle esatte). In qualche occasione ti ho già detto che ho persino avuto il sospetto che a fare questo lavoro fosse una persona straniera! Pensa un po'!
RispondiEliminaMa correggevano e cambiavano senza dirti nulla? ti facevano sapere a cose fatte e se non eri d'accordo?
Eliminaps. il mio commento alla fine internet non ha voluto inviarlo... linea stupida.
Te lo riscrivo in breve.
Non mollare mai e prosegui dritto, primo o poi la fortuna girerà!
No no, questo no: correggevano cose che non andavano corrette: per esempio scambiavano le virgolette alte con le basse oppure toglievano arbitrariamente il corsivo. Tutti elementi importanti per capire il flusso del mio romanzo!
RispondiEliminaGrazie, ne parlo ma non mi lamento: in fondo la mia dose di fortuna l'ho avuta vincendo il concorso! :)
Questo tuo post mi ha fatto capire che non basta fare un contratto con una casa editrice, deve essere una casa editrice che abbia voglia di impegnarsi e promuoverti. Se non hanno fatto neanche il minimo e hai dovuto promuoverti da sola allora era quasi meglio auto pubblicarti almeno sai già quello che ti aspetta: cioè che devi fare tutto da sola. Comunque
RispondiEliminaLa cosa fantastica è che la pubblicazione era il premio del concorso, che ho vinto, indetto dalla Casa Editrice. La mia domanda è: non bandire nemmeno il concorso se non hai voglia di impegnarti dopo. Che poi è anche un ritorno per essa: non è che ci faccia tutto sto gran figurone!
EliminaComunque non avevo finito ( ogni tanto il mio iPad si incanta) volevo dirti che mi sono incuriosita ed ho appena comprato il tuo ebook .... Nagel mi sta incuriosendo molto...😊
RispondiEliminaGrazie, per avermi segnalato il tuo commento da queste parti: sai, tante volte sfugge qualcosa e mi dispiace non rispondere.
EliminaCome ti dicevo, ti ringrazio moltissimo per avere deciso di leggere il mio libro. Fammi sapere cosa ne pensi. ;)
Ti farò sapere, per ora mi sta piacendo molto. Bella la copertina.
EliminaCiao ^^
:)
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