martedì 4 aprile 2023

Professione di fede

Ho sempre pensato che parlare di te alla gente mi esponesse a reazioni che non cerco, io che ti ho sempre vissuto come un dono prezioso e con te ho instaurato un rapporto intimo talmente speciale da non sentire il bisogno di condividerlo con nessuno. 

Fare il tuo nome in pubblico mi mette a disagio e non dovrebbe, lo so, ma chi ti dileggia con le parole o con i fatti vanifica lo slancio che vorrei avere nel testimoniare la bellezza che mi regali ogni giorno: il mio cuore la conserva e ogni tanto la concede a chi sa vederla, quelle poche volte in cui ciò accade.

Quando mi accorgo che ogni riferimento a te, anche appena accennato, mette un punto fermo fra me e le persone, desisto: mi convinco di perdere tempo, di non possedere alcuna chiave di accesso per aprire all’ascolto orecchie che restano chiuse; ciò che rimane è la distanza che io, con le mie sole forze, non so colmare. 

È come se i tempi che viviamo tengano un piede schiacciato sulla mia testa; come se il fatto di riconoscerli più forti sul campo di battaglia che è la vita dia a essi un vantaggio sul mio desiderio di mostrare l’incanto di ciò in cui credo. Non è paura del giudizio altrui, è una mancata volontà mia di espormi su argomenti che sono ormai del tutto fuori dall’interesse generale: mi stanca anche la sola idea di cimentarmi in imprese impossibili. 

Soffro al pensiero che nessuno più sappia vederti, che nessuno più ti dia l’importanza che meriti per essere stato un uomo, realmente vissuto, che ha fatto grandi cose, un vero rivoluzionario nella storia antica. L’unica cosa che adesso dicono di te è che hai imposto regole, che il tuo messaggio è superato, che sei il personaggio di un mito raccontato ai deboli e i fatti che ti riguardano sono “fakenews” tramandate nei secoli. Tu non esisti che per pochi, il che dovrebbe portarmi a dire: meglio pochi ma buoni..., eppure le minoranze, lo sappiamo, non sono votate alla vittoria, nelle battaglie: urlano e le loro grida sono voci che si perdono nel rumore del caos dominante; impugnano armi risibili; provano ad amare com’è stato loro insegnato e vengono crocifissi sul Golgota dell’intransigenza.  


Per me sei padre, amico, fratello, io e te parliamo tanto, in casa, nel silenzio dei momenti di preghiera, fuori casa, mentre sono in macchina o quando cammino e mi piace raccontarmi e raccontarti e ti penso sorridere delle sciocchezze o dispiacerti delle preoccupazioni che ti confido; ti immagino al mio fianco, che ti compiaci se scelgo di sacrificare il mio orgoglio e la rabbia, provata in tante occasioni, sull’altare della misericordia e mi dici: “brava, non sarà mai un peso, il perdono, se conosci la ricompensa” e io, in quella ricompensa, credo ciecamente. Sto lottando da una vita per ottenerla e certe volte arrivo persino a pensare di essere una persona migliore, non migliore di altri, ma della me stessa che sono stata e non posso che essere grata alla grandezza della mia fede. 

Ma ci sono momenti in cui vedo ciò che mi circonda e mi lascio prendere dallo scoramento. 

Ti sei accollato i peccati dell’umanità, ma guarda adesso che fine ha fatto quell’umanità che hai salvato! L’esercito dei tuoi soldati non cede, ma conta un numero sparuto, ormai, di martiri. I falsi profeti si celano bene e il mondo pullula di farisei, che credono di essere sempre nel giusto ed emettono sentenze di condanna.

La religione cristiana è in antipatia a tutti, ormai è irriducibile il pregiudizio che credere in te sia passare dalla parte dell’Inquisizione, tutti pronti a bruciare al rogo streghe e stregoni; la persecuzione dei cristiani non fa più notizia, le sensibilità si sono spostate verso chi abbraccia valori moderni: noi siamo antiquati, retrogradi, la nostra visione è rimasta ferma al Medioevo... Mi ribolle il sangue a sentirmi additata quale parte del popolo ammansito dall’oppio della religione; conservo dei valori e vivo in virtù del loro rispetto, mi sta bene che mi si definisca conservatrice, questo non è in alcun modo offensivo per me, ma essere custode solo di una mentalità bigotta, nell’immaginario di chi non mi conosce, mi mette tristezza.


Questa, per noi cristiani è una settimana speciale; è quella che porta all’evento più importante dell’anno: tu muori per mano di chi non ha creduto in te e capisco che non debba essere stato facile, per chi è vissuto in quei tempi, riporre fiducia in un uomo che diceva di essere figlio di Dio, ma io avrei voluto avere l’opportunità di quella gente di conoscerti, di seguirti, di ammirarti; chissà come parlavi, chissà com’era la tua voce. Come mi sarebbe piaciuto sperimentare un tuo sguardo, toccarti la tunica mentre passavi in mezzo alla folla, chiederti dal vivo una grazia; ascoltare le beatitudini seduta sulla spiaggia, immedesimarmi nei poveri in spirito, nei misericordiosi, nei puri di cuore e sperare di meritare il regno di Dio. Cosa che faccio anche adesso perché credo e credo, come è scritto nei testi evangelici, che il cielo e la terra passeranno, ma le tue parole no, quelle non passeranno mai.


La tua passione è una storia drammatica, di umiliazione subita e di sofferenza cui anche tu, uomo, avresti voluto sottrarti: quanti calici amari vorremmo non bere! Eppure, basterebbe fare come te, che ti sei affidato al Padre Eterno e con la preghiera hai tratto la forza vacillante di fronte al male che ti veniva incontro. 

Così, come ogni anno, vivo la Settimana Santa con una partecipazione spirituale unica: ti seguo quando entri a Gerusalemme, quando affronti i sacerdoti che cercano un pretesto per condannarti, quando riunisci i tuoi dodici attorno a una tavola per l’ultima cena; prego con te sul Monte degli Ulivi, mi chiedo perché Giuda ti abbia tradito per una manciata di denaro; i miei occhi sono quelli della madre che vede il proprio figlio condannato a morte e crocifisso e può solo abbracciare il dolore tenendo stretto a sé il suo corpo esanime, prima della sepoltura.

Aspetto la Pasqua, l’aspetto con l’animo pronto a ricevere la notizia più bella, quella delle donne che trovano il sepolcro vuoto e i teli ripiegati e corrono a dare il lieto annunzio agli apostoli. 

Perché credo nella tua resurrezione, credo nello Spirito Santo, credo nella remissione dei peccati. E nella vita eterna. 


26 commenti:

  1. Splendida dichiarazione, credo solo non ci debba essere bisogno di una Professione di Fede, nel senso che ognuno di noi coltiva un'anima, poi certo, c'è un Dio che accomuna la fede, che ci aiuta e sostiene.. lo pensavo ieri, entrato solitario in una chiesa periferica alla Montagnola, dove c'era solo un prete affacciato al suo confessionale col cellulare in mano.. ma è in questi fuori orario, queste chiese sensa resse per un ramoscello d'ulivo, che possiamo avvertire una spiritualità a volte pressata e snaturata da troppa frenesia.. grazie quindi per questo post anomalo magari,ma profondamente intimo, anche se paradossalmente in pasto a tutti. Non c'è da vergognarsi penso, ho da tempo un rapporto tutto mio col Creatore, e mi picco di criticare spesso e volentieri certi uomini e certe istituzioni che vorrebbero rappresentarlo qui, agendo solo a chiacchiere, o magari fin troppe chiacchiere. Il mio papa rimane Luciani, mi stregò con quel suo rivoluzionario modo di fare e parlare. Fin troppo rivoluzionario.. e non voglio aggiungere altro..
    Non preoccuparti di ciò che possono pensare tutti, me compreso.. hai scritto un bellissimo post, pieno di luce e bellezza..e questo basta.. ;)

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    1. In tutta sincerità, anch'io amo i luoghi sacri vuoti, quando il silenzio aiuta il dialogo interiore e anch'io credo che ci sia molta ipocrisia fra quanti si professano cristiani e nei fatti sono tutt'altro. Mi rendo conto che nessuno nasce santo e nessuno ci diventa qui in terra, del resto qualcuno diceva chi è senza peccato scagli la prima pietra, per questo provo a tenermi alla larga dai giudizi. Esistono molti modi per entrare in rapporto con Dio, molto personali, di sicuro non amo che si manifesti la fede in modo ignorante come spesso accade nei social, con tutte quelle catene o le richieste di "amen" fatte a caso. Non è questa la mia cristianità e con questo post volevo dimostrarlo. Sì, ho forzato il mio disagio mentre lo scrivevo con l'intento di pubblicarlo, ma poi mi sono detta: fallo e basta, scrivi ciò che ti detta il cuore e se è arrivata un po' di quella luce che mi ha ispirata sono contenta. Grazie, Franco.

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  2. Ti ringrazio, Marina, per il coraggio e la schiettezza del tuo post, anche perchè non è facile parlare di un argomento che ci tocca nel profondo e cioè una fede che esige un rapporto personale con Dio.
    Sono disorientata anch'io dall'atteggiamento di spregio che tanti hanno verso chi crede, come se credere fosse sentimentalismo dolciastro e non una coraggiosa presa di posizione che si traduce nella concretezza di scelte di vita. Ma ti dirò di più: ti sarai resa conto che, ormai da decenni, c'è una sorta di strisciante neo-arianesimo che tende a negare la divinità di Gesù Cristo contrabbandato come brava persona, bravo profeta, ma come tanti altri e, per carità, niente di più! A questo poi si aggiungono i numerosi episodi di violenza che, nel mondo, hanno come bersaglio i Cristiani e un processo di secolarizzazione sempre vasto.
    Ma non perdiamo la speranza che sta proprio in ciò che avviene durante la Settimana Santa, come hai ricordato. Senza dubbio conoscerai quella lezione di Ratzinger del lontano1969, quasi una profezia il cui il prelato aveva detto che per la Chiesa sarebbero arrivati tempi molto difficili in cui i credenti si sarebbero ridotti a un "piccolo gregge", ma dalla crisi sarebbe poi nata una Chiesa più spirituale, capace di divenire autentico faro di luce per molti. Nella crisi, siamo dentro fino al collo... ma quella dichiarazione mi sembra un grande segno di speranza!
    Scusa la lunghezza e buon pomeriggio!

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    1. Una bella riflessione: nutrire la speranza. Questa non può e non deve mancare, oggi più che mai. La Bibbia profetizza tempi difficili prima della fine del mondo: per me ci siamo quasi! Stanno succedendo troppe cose e il Male ha conquistato, ormai, l'uomo. Non si torna più indietro. La mia fede è un'ancora di salvezza per me, mi piacerebbe trasmettere questa intima convinzione, ma è un'impresa che non so accollarmi, di fronte a tanto scetticismo e a tanta indifferenza. Una volta su Facebook ho condiviso un post sulla persecuzione dei cristiani armeni: non ha ricevuto nemmeno un like. Attenzione, non faccio leva su un pollice all'insù quando posto qualcosa, questo sia chiaro, ma ho immaginato i miei contatti leggere il titolo di quell'articolo e passare oltre senza minimamente essere sfiorati dalla contenuto. Mi è dispiaciuto, ma mi ha dato la misura di quanto i cristiani non contino nulla in questa società, perché visti solo nell'ottica del pregiudizio.

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  3. Mi piacerebbe avere la tua convinzione, io purtroppo ormai sono un quasi ateo. Comunque la settimana pasquale ha sempre un suo impatto emozionale profondo su di me, d'altronde persino un intellettuale di sinistra provocatorio come Pasolini definiva il racconto evangelico della via crucis come "le più sublimi pagine mai scritte".

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    1. Non critico gli atei. non hanno il dono della fede e va bene, anche quella è una scelta intima e personale, insindacabile (perlomeno qui, sulla terra); mi dispiacciono di più gli apatici, gli indifferenti, quelli che sanno che esiste Dio, ma non lo cercano oppure non lo vogliono tra i piedi; hanno un atteggiamento sprezzante, che a me disturba. Pasolini era un fine intellettuale e ha detto la verità: la via crucis tocca il cuore.

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  4. È bellissimo questo post, cara Marina, perché il tuo amore per Gesù è dichiarato annullandone la distanza. Tu lo percepisci e lo ami come un vero cristiano dovrebbe fare, nella tua quotidianità, quindi in modo costante, e soprattutto pensandolo come uomo e non solo come figlio di Dio e sua emanazione. Io mi dichiaro cristiana, lo sento nel mio modo di essere e nella mia identità culturale. Non pratico la religione cattolica, ma mi professo cristiana. Amo profondamente il messaggio di Cristo, mi piace perché è il solo, fra le tre confessioni monoteiste, che professa la solidarietà. Cristo arriva da ebreo e predica il perdono, l'accoglienza degli umili, l'abbraccio ideale e reale anche dei nemici. È un messaggio potente, parla di "tenerezza", dell'apertura assoluta verso il prossimo che è sinonimo di forza, forse perfino sovrumana. Il messaggio cristiano è quella verità ultima di Amore fra i viventi che è il fulcro di tutto, il perché esiste la vita.

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    1. Hai detto tutto tu, in questo commento che riassume alla perfezione ciò in cui credo. Gesù è una figura bellissima, carismatica, potente e a me pare impossibile non lasciarsi conquistare da tutto ciò che lui è stato, dai suoi messaggi, dalle sue promesse. Non sono del resto legata alla mia cristianità in una forma così ossessiva da guardare chi vive a modo suo la propria spiritualità dall'alto in basso: ho molto rispetto, sicuramente ho meno stima verso quelli che disprezzano i credenti, offendendo Dio con formule verbali biasimevoli. E pregare per sé e per gli altri è bellissimo. Ma a te di certo non ho bisogno di spiegarlo.

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  5. Ma a quale minoranza ti riferisci? Il cristianesimo è la religione più diffusa al mondo!

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    1. Sulla carta i cristiani sono tanti, ma quanti sono i credenti, quelli che praticano la religione e professano nella quotidianità la propria fede? Non so se tu sei battezzato, ma quanti hanno ricevuto il battesimo e nella vita, poi, hanno rinnegato l'appartenenza alla comunità cristiana?
      I credenti sono tutti cristiani, ma non tutti i cristiani sono credenti.

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    2. Ma anche quelli che non praticano - anzi, forse essi più degli altri - rivendicano la loro cristianità come di "prima classe", vedi per esempio il politico di turno con il santino o il rosario a caccia di voti cristiani (che sono la maggioranza). Comunque sia buona Pasqua... anche se - diciamocelo - il Natale è molto meglio! ;-)

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    3. Giudico l'uomo politico, il resto non è di mia spettanza :)
      Buona Pasqua anche a te. Il Natale è più allegro, mettiamola così! ;)

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  6. Credo che Gesù sia la figura più potente della religione cristiana, io ho un grande rispetto per lui, credo che se ogni uomo seguisse i suoi insegnamenti concretamente avremmo un mondo migliore, ma i suoi insegnamenti non sono mica facili, tipo porgi l’altra guancia, oppure ama il prossimo tuo come te stesso (vallo a dire a quelli che vogliono avere ragione a tutti i costi oppure a coloro che non accolgono i poveri immigrati che scappano dalla guerra o dalla povertà). Come disse Gesù: io sono venuto a portare la spada perché come una spada, la sua parola provoca divisione: divide le persone tra coloro che ascoltano la sua parola e coloro che non l’ascoltano, tra quelli che la mettono in pratica e quelli che non la mettono in pratica.
    Sulla mia fede ci sarebbe un discorso lungo da fare, ma Gesù primeggia sempre perché è un ribelle pronto a morire per quella parte bella dell’essere umano che pure esiste, anche se ora la vedo molto nascosta.
    Buona pasqua Marina

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    1. ... secondo solo a Padre Pio (questo è sarcasmo pasquale :D )

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    2. Il fatto è che Gesù è pronto a morire pure per la parte meno bella, anzi proprio per quella! No, ma cara Giulia, ho capito cosa vuoi dire e sono ovviamente d'accordo. La fede è un dono e non si può spiegare: se c'è puoi solo renderla più forte, se manca può intervenire solo la conversione; poi ci sono quelli che ce l'hanno, ma non si vede, ecco, io spero sempre che tutta la bellezza nascosta venga fuori. Buona Pasqua!

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  7. Ciao Marina credo di essere entrata altre volte in questo tuo spazio e di aver lasciato una piccola traccia del mio ristoro,un po come quando trovi rifugio su quel piccolo tratto di fieno tagliato sedendoti e dandone forma al tuo corpo posatosi.

    Vago da oltre dieci anni in "rete" soprattutto in forma anonima perché è quella che più mi rappresenta anche nella realtà ,lontana da quelle forme di riflettori che puntano più sull'apparenza che sull'essenza, piú sul chi sei e come ti vesti che sul come e cosa respiri e sai non ho virgolettato rete a caso ,ma per darne un senso che non è poi così differente dal fuori rete, perché anche quest'ultimo può assumere il significato di una forma di prigionia, già solo osservando come l'uomo sia tendenzioso allo schieramento tra fazioni,e dal momento che lo fa già diventa
    minaccia verso quello opposto ,e più in realtà minaccia per se stesso.Ma Cristo Gesù è questo che ci ha tramandato mi chiedo e chiedo a tanti,ci ha detto :odiatevi gli uni con gli altri?Eppure Gesù nel bene e nel male viaggia sulla bocca di tutti ,tutto lo conoscono,chi lo condanna,chi se ne ravvede,chi lo ama e lo brama come a compensare tutto quello che altri non vedono,come a farsi carico di un bagliore che percepisci sempre e continuamente dentro di te e che vuoi disperatamente e positivamente condividerlo anche solo per gli effetti benevoli e di Amore che riesce ad infonderti ,accorgendoti che dal momento stesso in cui ne parli il pregiudizio e il giudizio è sempre pronto lì dietro l'angolo ad assalirti a cercare di sedurti con un male che il tuo bene non riconosce e non cede al suo servizio.Ma riprendendo questo termine "rete" che cosa ha a che fare con ognuno di noi,quale senso e significato ha per ognuno di noi.?Se penso ad un passo biblico mi viene in mente la parabola del pescatore,la rete e i pesci ...sai Marina:)
    Gesù che dice a Simone "d'ora in poi non sarai più pescatore di pesci ma di uomini".

    Ha un collegamento con questo tuo scritto sai Marina...uno scritto che mi ha fatto sentire il dono di una rinascita interiore,le lacrime agli occhi,quel senso di bagnato che mi porta alla sorgente,all'acqua,al mare a Dio.

    Quei discepoli pescheranno non più pesci ma uomini. Li avvolgeranno in una "rete di speranza nell'Amore" ,una rete che non fa morire chi ci è preso, non lo imprigiona,ma lo preserva alla vita, lo tira su dagli abissi.. esattamente come la rete dell’amore di Dio che ci ripesca dal nulla e ci riporta alla luce!

    Grazie Marina !

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    1. Grazie a te per il commento sentito: ha un contenuto molto profondo. Sono pochi, ormai, i pescatori di uomini, perché pochi sono rimasti gli uomini da pescare! Guardo con ottimismo alle vite che io considero già beate per il solo fatto di avere maturato una fede sincera e con molto scetticismo a quelle che non sanno cosa si perdono: sono come i semi gettati fra le spine nella parabola del seminatore. Mi dispiace e nemmeno entro in conflitto con essi, credo che non ne valga la pena o forse non dovrei crederlo e un po' il senso di questo post era questo: mostrare che c'è chi ha fede senza rimanere intrappolato nei cliché, c'è chi vorrebbe solo mostrare la bellezza del proprio credo e fare in modo che gli altri la vedano nelle sue parole. Se ho toccato le tue corde dal profondo sono contenta, significa che ho condiviso con qualcuno il vero significato di ciò che ho scritto.

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    2. No, tranquilla sono io a ringraziare te per questo sentito post,davvero.Quello che percepisci come "contenuto profondo" per tanti ,spesso ,è stato un giudizio affrettato, nel ritenermi affetta da chissà quale disturbo di un vivere in una realtà dissociata... e ti dirò per un po di tempo mi feriva questo,mi feriva l'incapacità mia stessa di comunicare ed aprirmi come davvero sentivo dentro di me.Vai a comunicare questo Senso di Amore ,di sentirsi amati e di amare,quasi a nasconderci da una tipologia di amore eternamente clandestino :)).
      ....adesso immagina quanto io abbia sentito vere queste tue parole:

      "Non è paura del giudizio altrui, è una mancata volontà mia di espormi su argomenti che sono ormai del tutto fuori dall’interesse generale: mi stanca anche la sola idea di cimentarmi in imprese impossibili.

      Soffro al pensiero che nessuno più sappia vederti, che nessuno più ti dia l’importanza che meriti per essere stato un uomo, realmente vissuto, che ha fatto grandi cose, un vero rivoluzionario nella storia antica".

      Mi è capitato così tante volte di sentir dire: io non credo in nessun Dio, perché se davvero esistesse non permetterebbe guerra e violenza! Ma davvero dico,non credi in nessun Dio e allo stesso tempo gli attribuisci un Senso di Bene che non vedi però attraverso quel dono di libero arbitrio di cui tutti gli uomini compreso te posseggono?Quindi se esistesse per te Dio non permetterebbe guerre, perché Dio è Bene ...non male,e come fai a dedurlo,da quale dono attingi?Ahhh certo la "Coscienza "!... capisco è lei che ti parla,ma se non la vedi come non vedi Dio perché sei qui a parlarmene?Non ci riesci a spiegartelo...comprendo,magari è già un passo verso di Lui oppure un passo di Lui verso te!Quante volte Gesù ci siede dentro ,accanto e non lo vediamo,troppo presi dal mondo materiale.

      È bello leggerti cara Marina , è meraviglioso questo tuo dono che lo mostri con coraggio e forza,le tue parole sono forti e vere,non cercano consensi nel saper destreggiarsi con la scrittura,sono lampi di luce che hanno una sola forza magnetica,quella dell'Amore!

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    3. Mi confronto spesso anch'io con questo genere di persone, ma non voglio convincere nessuno quando parlo della mia fede: so che Dio la semina anche dove apparentemente non c'è terreno fertile. Mi fido solo del suo operato, dunque il confronto è bello solo quando ne percepisco l'utilità, se no non apro discussioni in merito. Sono contenta di avere trovato una persona con cui condividere il mio pensiero.

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  8. Ciao Marina ,susami sono sempre l'anonima su...non so se conosci il blog di Mister loto,se avrai piacere dacci un occhiata,spesso affronta tematiche di Fede molto interessanti che si riallacciano anche a questo tuo sentito post.Grazie ancora e buona giornata ...

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  9. Non ho mai letto né sentito da nessuna parte una professione di fede così sentita, profonda e vera.

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    1. Grazie mille. Una persona sopra mi ha suggerito di visitare il tuo blog e lo farò volentieri.

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    2. Ha fatto lo stesso con me. Un saluto e l'augurio di una buona serata.

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  10. Il tuo articolo è un’oasi in una prateria concettualmente lontanissima dal sentimento che proponi: già questo mi seduce. Parli del silenzio nei luoghi sacri, parli del disagio di dirsi credenti e del nominare Il Cristo, dici in pratica dell’ostracismo che ci si è imposti nei confronti della fede cristiana. Hai aperto il sipario su una questione enorme e complessa adeguata alla Passione del Cristo poiché non c’è affresco più potente e perfetto sulla umanità e sui suoi pregi e difetti. Il racconto dell’ultima settimana di Gesù su questa terra è il racconto dell’uomo sul pianeta ab initium: dentro c’è praticamente tutto. Poi potremmo discutere a lungo sul lascito del messaggio evangelico tra gli uomini, sul travisamento di esso anche da parte del clero, sull’impossibile confronto tra la nostra umana miseria e la luce perfetta delle parole del Vangelo. Ma ciò che scrivi, lo ripeto, mi seduce dentro e come noto seduce anche i tuoi commentatori, la bellezza è contagiosa, questo è il vero regalo che ci fai. Un’ultima cosa che non riesco a non dire: so che un certo tipo di contrapposizioni indirette su un blog possono favorire diatribe pesanti e soprattutto ingiustificate. Lo so bene ma restare silenziosi, glissare, su un argomento come questo a me sinceramente fa rabbia. Non mi piace il commento di Andrea Cabassi, nella sostanza e nel tono è solo sarcasmo inutile e per certi versi offensivo nei confronti del tuo testo. In pratica una conferma all’ostracismo un po’ becero di cui si parlava prima. Ho notato la tua risposta e la sua misura ( ah la possedessi io!) forse era l’unico modo di rispondere ma io non ne sarei stato capace…parlare di Dio e del cristianesimo, della Chiesa e sul senso dell’uomo non è argomento come gli altri è un campo minato e gli ordigni sono molti e pericolosi.

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