martedì 31 dicembre 2024

Gratitudine

Sto stirando davanti a una finestra da cui osservo il mondo fuori. Il sole già è tramontato e tra uno sbuffo di vapore e il lembo di un lenzuolo spianato dal ferro osservo un triangolino di luce che si staglia a poca distanza da me, in linea d’aria. È un albero di Natale allestito sul balcone di un edificio di fronte: si erge, nel buio che precede la notte, come un faro. Mi viene facile divagare con la mente e sorrido mentre formulo il primo dei pensieri: “oggi è il 31 dicembre, l’ultimo giorno dell’anno... e io sto stirando!”

Poco male, le lenticchie sobbollono nella pentola, ho un polpettone nel forno che sta cuocendo assieme a una teglia di salsiccia e patate, che i miei figli porteranno alla festa di capodanno organizzata con gli amici; apparecchierò in salone per due e non mancherò di accendere la candela al centro della tavola. Ora che ci penso, è la prima volta che io e mio marito festeggiamo da soli il capodanno: sarà una cena speciale.

A mezzanotte, da casa mia, si vedono quasi tutti i giochi pirotecnici della città, il cielo si accende ed è uno spettacolo che ogni anno rinnova la mia eccitazione infantile di fronte alla magia delle cascate di luci e degli effetti sonori, ma, allo stesso modo, mi rattrista nella spontanea associazione degli scoppi all’esplosivo di altra natura, che porta morte e nessuna gioia ancestrale nella vita di tanta gente, soprattutto dei bambini, povere, innocenti, creature. Una contraddizione emotiva in cui m'immedesimo tutte le volte.

Stiro e guardo quel faro natalizio dalla finestra.

Non mi capita mai di fare bilanci di fine anno, registro solo le sensazioni legate a determinati eventi. 

Il 2024 è stato l’anno dei sei mesi di missione all’estero di mio marito, che mi hanno vista alle prese con una vita da “single” cui non ero più abituata: dare un ordine diverso alle cose, ristabilire spazi, riformulare intenzioni, riprogrammare le giornate senza considerare i rientri dal lavoro, le passeggiate della domenica insieme, la condivisione del divano la sera, davanti alla tv. È stato l’anno del ricovero di mio padre in un ospedale romano, all’indomani del viaggio dei miei genitori saliti dalla Sicilia per trascorrere il Natale insieme a noi e, dopo circa dieci mesi, quello del loro trasferimento qui, a Roma, per azzerare una distanza che rendeva difficile ogni cosa. È stato l’anno della laurea triennale dei miei figli: di Edoardo, al Conservatorio di Musica (sarà l’inizio del 2025 a regalargli anche la laurea triennale in Lettere Classiche) e di Enrico in Ingegneria Meccanica, traguardi raggiunti con piena soddisfazione e l’orgoglio di madre alle stelle. Per ognuno di questi eventi ho assorbito sensazioni che adesso fanno parte del mio bagaglio di esperienze, sono tracce di esistenza che si stratificano, lasciandomi invecchiare con l’idea di avere acchiappato ogni attimo, di averlo classificato, catalogato, fatto mio in una vita che va avanti. 


(Odio stirare le camicie, con tutti quegli angoli e le porzioni di stoffa da inamidare! Sbuffo soprattutto perché per concentrarmi e fare un buon lavoro metto in pausa i pensieri.)


Piazzo di nuovo lo sguardo sul punto luce nel vicino orizzonte e le riflessioni, questa volta, si fanno preghiera, oggi in particolare. Riconosco che la grazia e la verità racchiuse nella mia fede hanno reso l’anno appena trascorso un contenitore di speranze che non si svuota mai: certe volte il livello di fiducia negli uomini e nel mondo cala, ma non si azzera del tutto, perché continuo a credere nella forza del pensiero positivo, quello che oltre ad assecondare le regole della morale, riempie di significato ogni cosa. Per me il senso di tutto viene da Dio ed è Lui che ringrazio per ciò che quotidianamente imparo dall’ascolto della sua Parola: non mi servono grandi cose, la bellezza è nella semplicità, nella serenità con cui apprezzo un dato gesto e non mi aspetto nulla dagli altri, nella disponibilità che offro al prossimo senza chiederne in cambio una analoga, nella capacità di superare le difficoltà senza pretendere che sia Dio a guarirmi dalle cattive derive del pensiero o dai problemi che non mancano mai. Gesù non promette la liberazione dalle sofferenze, ma ci assicura che lui è con noi mentre ne sopportiamo il peso. Questo è il segreto della fede cristiana. Per cui, oggi non posso che sottolineare la mia gratitudine per questo anno che volge al termine, il mio personale Te Deum, per il bello e il meno bello che ho vissuto nei 365 giorni del 2024, per le occasioni mancate e per quelle rimaste con la porta socchiusa, per ciò che ha messo alla prova la mia pazienza e per le salite affrontate non pensandomi mai sola. Per la mia famiglia, il mondo entro cui esprimo più che altrove la vera me stessa, per i talenti che i miei figli stanno mettendo egregiamente a frutto, per i progetti in itinere che sono la forza della mia unione matrimoniale. E per la mega stirata, l’ultima di quest’anno, guidata e direi abbellita dal quadrato ritagliato nella cornice della finestra. Sembra sciocco, ma l’ispirazione per questo piccolo intervento è tutta qui, concentrata nell’angolo della stanza in cui ho posizionato l’asse da stiro e nell’attività domestica che ho ritenuto necessario compiere proprio questo pomeriggio: è stata la scusa per scrivere l'ultimo post del 2024, per ringraziare anche il mio blog, la casetta virtuale dove, in dieci anni, ho stretto legami e consolidato belle amicizie.

 

A voi  tutti, frequentatori abituali, commentatori, ospiti graditi e visitatori in volata, auguro un 


FELICE ANNO NUOVO!





15 commenti:

  1. Beh, quanto meno hai piazzato l’asse da stiro al punto giusto, visto come ti ha ispirato :) Per inciso anch’io questa sera cena a due per la prima volta! E ti dirò che non mi è affatto dispiaciuta, cibi tranquilli e qualche tocco concesso alla festività :)
    Auguri sinceri di buon anno, Marina, che vada tutto per il meglio
    massimolegnani

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    1. Ti dirò, anch'io ho passato una splendida notte di Capodanno a due! E non mi sono portata roba da stirare nell'immediato inizio di anno.:)
      Ricambio l'augurio!

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  2. Che ricambio il primo giorno del nuovo anno.

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  3. Auguro a te e alla tua famiglia un 2025 pieno di gioia, serenità e nuovi traguardi da celebrare insieme. Che ogni giorno sia un’opportunità per coltivare amore, fede e bellezza nelle piccole cose. E grazie per aver condiviso queste parole così autentiche e luminose: sono un dono per chi ti legge. Buon anno nuovo!

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    1. Grazie, Giuseppe, amore, fede e semplicità anche nella tua vita, in questo 2025.

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  4. É bello vedere tutto sul piano della speranza, come un dono che conduce verso nuove possibilità, anch'io l'ho dovuto fare quest'anno sia pure in circostanze molto diverse. Buon anno nuovo a te e alla tua tua famiglia!

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    1. Ho letto da poco cosa ti è accaduto e ti invito a coltivare sempre la speranza: è una fiammella, che non deve mai spegnersi. Auguri anche a te e famiglia!

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  5. La gratitudine è un bellissimo sentimento. Col tempo ho imparato che è uno dei più nobili. Gratitudine verso chi preghiamo, verso la vita, verso famiglia, amici, affetti. È il dono di chi è in pace con se stesso. Buon 2025, Marina! Lo riempiremo di tutte le cose belle di cui siamo capaci. :)

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    1. Si va avanti, con la pace nel cuore, che ha davvero un potere salvifico. Grazie, Luana, il 2025 ci aspetta! 😉

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  6. Tanti auguri, Marina, di restare sempre così, con la gioia nel cuore nonostante l'orrore del mondo. Di godere delle piccole cose che piccole non sono, dell'amore dei tuoi tesori. Un abbraccio, amica❤️

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    1. Ricambio l'abbraccio e ogni parola. Tvb e grazie di essere passata! 😘

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  7. Tanti auguri Marina, hai avuto un 2024 complesso ma anche con belle soddisfazioni dai tuoi figli, poi anche vivere un semestre di lontananza da tuo marito non è stato facile ma lo hai superato brillantemente. Felice 2025 a te e alla tua bella famiglia!

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    1. È andata, mettiamola così. 🤗
      Che sia un anno ricco di risorse anche per te!

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  8. Felice anno nuovo a te, cara Marina, e grazie di questo tuo Te Deum così ricco di gratitudine e al tempo stesso così ben radicato nella quotidianità casalinga. Ti abbraccio forte!

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