martedì 2 settembre 2025

Diario di una expat a Monaco - #6

Istantanee bavaresi 

La quotidianità in cucina richiede diversi accessori, che sottovaluti al momento del trasloco, perché pensi: e vabbè, dai, pure questo mi devo portare? Eh sì, ti dici quando è troppo tardi, pure quello ti dovevi portare! Ancora ancora lo spremiagrumi è un gingillo culinario superfluo, ma il tostapane? il cavatappi? l’apriscatole? Senza contare grattugia e pelapatate, che ancorché del tutto secondari rispetto ad altre esigenze, diventano indispensabili quando vuoi facilitarti il lavoro. No problem, se servono si esce e si va a comprarli. 

Non immaginavo che, per trovare normalissimi utensili da cucina, a Monaco, fosse necessario entrare in una gioielleria.

Prima di andare in missione, mi documento in rete e chiedo al motore di ricerca quali punti vendita di prodotti casalinghi mi conviene raggiungere. Uno spicca su tutti: Kustermann, negozio storico al centro di Monaco, nella famosa Viktualienmarkt, dove il profumo delle salsicce grigliate e i colori di frutta e verdura, ordinati negli stand ortofrutticoli per scala cromatica, ti fanno sentire parte integrante della cultura enogastronomica della città. Così mi organizzo, prendo l’autobus sotto casa e con tre fermate sono alla stazione della S-Bahn, la rete metropolitana di superficie (la U-Bahn è quella sotterranea), che mi porta a Marienplatz, cuore di Monaco.

Sono contenta come se stessi andando a ricevere un premio e non vedo l’ora di visitare questo famoso haushaltswaren (negozio di articoli per la casa).


L’ingresso è sontuoso. Ci sono tre piani che promettono grandi cose. Ciò che interessa a me occupa i primi due: il mio giro sembra un tour tra i gioielli della corona. E certo, se al supermercato mezzo chilo di pasta costa tre euro, come non immaginare che un ordinario zitronenpresse sia venduto dai quindici euro in su!


 


Riconfermo a me stessa che lo spremiagrumi è un accessorio tutto sommato superfluo e sorvolo su interi reparti che offrono diamanti: il tostapane firmato “Dolce e Gabbana” è  un affare e quelli laccati riscaldano di sicuro le fette di pane con griglie in oro zecchino!


Troverò qualcosa di accessibile ai comuni mortali? Taglieri a trenta euro, grattugie a trentatré, pure il pelapatate mi pela con i suoi ventidue euro e chi è che sborsa trenta euro per dei banalissimi vassoi di plastica? 




Ma lo scaffale dei Rolex è quello dei portapane: se ti accontenti del Rollbrotkasten (a scorrimento) spendi quarantatré euro, ma se ti vuoi portare a casa un modello cool e fare il figo con un contenitore in acciaio verniciato, che puoi vantare di avere solo tu, in cucina, e qualche snob tedesco, devi essere pronto a sborsare più di cento euro.



Insomma, esco a mani vuotissime. Chiusa nella mia bolla di delusione (e sgomento) per cotanta sfacciata esosità, mi chiedo se a Monaco esistano posticini un po’ più abbordabili, dove i prezzi non facciano impallidire: una bigotteria, ecco, al posto di una gioielleria di lusso.

[Per la cronaca: Tedi, KiK e Woolworth sono un buon compromesso se cerchi una qualità, per così dire, giornaliera].


Aspettando occasioni migliori, attraverso il mercato di Viktualienmarkt: manco a dirlo, mi faccio passare la voglia di cavolfiore gratinato, ché qua, giustamente, se compri un tagliere a trenta euro, che ci vuoi tagliare sopra, un broccolo sfigato da battaglia? Non scherziamo, devi per forza onorarlo con questi rigogliosi prodotti di primissima scelta:


(Stük significa “al pezzo”: non so se mi spiego!)


Vuol dire che il cavolfiore gratinato me lo cucinerò a Roma: scendo per qualche settimana in Italia; Tornerò a Monaco a fine ottobre.

Peccato saltare l’Oktoberfest!




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