martedì 23 settembre 2025

Leonesse da tastiera

Non so se avete mai visto il film “Kingsman: Secret Service”. No, non m’interessa parlarvene (a parte che non m’è piaciuto e poi non sono nemmeno amante del genere “spionaggio”), volevo solo citare la raccapricciante scena dentro una chiesa (dove sono riuniti dei fanatici cristiani), in cui l’agente segreto Harry, vittima di un esperimento condotto dall’antagonista della storia, dà inizio a una carneficina in salsa splatter alla Quentin Tarantino, della durata di cinque minuti. Ecco, non so bene perché, ma mi viene in mente questa orribile sequenza tutte le volte che m’imbatto in qualche feroce discussione su Facebook.

Premetto subito che non ho più partecipato attivamente agli alterchi in rete dai tempi della pandemia (abbastanza scioccata dalla deriva di taluni scambi persino con impensabili interlocutori), ma immagino che di fronte a questioni di una certa rilevanza, sotto la spinta emotiva si arrivi a dire di tutto: le opinioni vogliono imporsi le une sulle altre e il contraddittorio diventa un litigio farsesco; gli animi convergono in una reciproca mal sopportazione, che spesso si trasforma in odio puro. Alla fine, lo spettacolo pietoso offerto a chi si sofferma a leggere i commenti è la prova di una realtà squallida di cui pure il lettore occasionale diventa parte, anche se lui è quello che lancia le noccioline.

Lo ammetto, mi capita di essere perversamente affascinata dalla fantasia di certi interventi; li scorro e sorrido con amarezza di fronte alle bordate più offensive e oltraggiose: ci sono i “kamikaze”, che rigurgitano il loro malanimo in campo nemico, non so se più o meno consapevoli di consegnarsi al fuoco incrociato degli aggressori (che, ovviamente, li crocifiggono subito con altrettante secchiate di insulti e volgarità).

Gli attacchi vanno dai banali: “poveraccio”, “miserabile”, “ha parlato l’imbecille”, agli epiteti più arditi: “servo di Satana”,cane da riporto”, “traditore rotto in (ulo” (con la gagliardata della parentesi aperta a simulare la C), perché trovi anche gli spiritosi, che fanno i giochi di parole, abusano di doppi sensi... e quelli che lanciano le maledizioni: “alla forca”,via la testa”, “che Dio lo strafulmini”, fino all’apoteosi del botta e risposta:



 e al sadismo con chiusura trash:


Evvabbè, questi ce li teniamo, che ci fanno pure divertire (e vai di noccioline!).


Ma voi riuscireste mai a immaginare che un analogo tenore di commenti si scateni anche tra le componenti di un gruppo creativo, al quale sono iscritta perché condividiamo lo stesso hobby? Signore diversamente caruse che come sanno fare loro i lavori all’uncinetto manco una vita di pratica nell’arte del crochet, ma guai a dar loro l’occasione di aprire la bocca! 

Tu te le vedi sedute nella loro sedia a dondolo, con lo sciallino sulle spalle lavorato a mano, l’occhialetto calato sulla punta del naso, la televisione sintonizzata sul canale che trasmette “Uomini e donne” e una cesta a fianco piena di gomitoli di lana; attentissime a seguire a memoria lo schema di una mattonella granny con l’uncinetto: scrupolose, veloci, esperte, bravissime. Ci sono quelle super attive sul web: fotografano i progetti realizzati, li pubblicano, aspettano il gradimento dei membri del gruppo e si portano a casa centinaia di like, tutti meritatissimi. Ma ci sono anche le meno navigate, quelle che per fare vedere il maglione indossato si fotografano allo specchio o quelle che invece di mettere a fuoco la borsa nuova, in primo piano fanno risaltare i piedi con le ciabatte o quelle che non sono state precisissime con le taglie o che magari hanno realizzato una cosa non proprio bella... e allora apriti cielo: la trincea delle uncinettine guerrafondaie è pronta per la pugna. La gragnuola di insulti che piovono è sufficiente per fare ritirare in buon ordine chiunque non sia all’altezza, costretto, a momenti, a chiedere persino scusa di esistere! Nessuna delicatezza nel dare giudizi, una sfilza di:


... Signore agguerrite nel difendere il diritto di dire la propria (quando si fa loro notare che l’approccio potrebbe essere diverso), perché chiamate in causa dalla sventurata, che ha avuto il coraggio di condividere un lavoro imperfetto: 



 
Le sagge tentano di mettere a freno le lingue:



ma altre, proprio, non sanno contenersi:



Alla fine, la verità viene sempre a galla:



e si filosofeggia sul bullismo ai danni delle vittime colpite dagli insulti:


Ma realmente, in questo mondo di pazzi, chi è più in grado di riflettere, ormai?
Non bastano gli haters, i troll, i cyberbulli, adesso ci si mettono pure le nonnette  inacidite da invidia, ignoranza, egoismo, possibilmente pure fiere di essersi elevate al rango di leonesse da tastiera, alla loro veneranda età. Pensa che vanto... nel ventunesimo secolo!

Questa e la sequenza del film citato a inizio post:


Ho ragione o no?
😂


 









3 commenti:

  1. È un ambiente veramente tossico il mondo social. Bisogna frequentarlo armati di grande pazienza e consapevolezza. Sempre più convinto che serva davvero un'educazione digitale generalizzata, sia ai più giovani (magari più per motivi di sicurezza e approccio agli strumenti) sia ai più maturi (proprio perché trovo siano i primi a cadere nel facile insulto e nel baratro profondo delle bufale). Che f a t i c a comunque.

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  2. Le nonnette che se le danno di santa ragione a colpi di uncinetto sono lo spassoso e il patetico. Sorci da tastiera e’ un epiteto quanto mai indovinato.
    massimolegnani

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  3. Anni fa mia sorella partecipò a un contest importante nel mondo delle creative scrapping and stamping, la prescelta sarebbe entrata nella squadra di un noto rivenditore di prodotti o qualcosa di simile, non vinse e disse pacatamente che lo stile della vincitrice non le piaceva molto. Era un'epoca molto meno violenta verbalmente di quella attuale ma fu un inferno. L'apoteosi del ridicolo fu quando la vincitrice che era una mia lettrice disse che non avrebbe più seguito il mio blog, perché io ero la sorella di. Questo per dire che il mondo delle creative, arti femminili cose così io l'ho sempre visto molto aggressivo e competitivo, ci ho bazzicato con le mie scarsissime risorse, creo ancora biglietti d'auguri ma preferisco di gran lunga scrivere e comunque uso tecniche banalissime tipo attaccare un adesivo, mettere un timbro e ciao, ma mi sono allontanata da quel giro perché erano tremende. Sono Sandra!

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