Non so se avete mai visto il film “Kingsman: Secret Service”. No, non m’interessa parlarvene (a parte che non m’è piaciuto e poi non sono nemmeno amante del genere “spionaggio”), volevo solo citare la raccapricciante scena dentro una chiesa (dove sono riuniti dei fanatici cristiani), in cui l’agente segreto Harry, vittima di un esperimento condotto dall’antagonista della storia, dà inizio a una carneficina in salsa splatter alla Quentin Tarantino, della durata di cinque minuti. Ecco, non so bene perché, ma mi viene in mente questa orribile sequenza tutte le volte che m’imbatto in qualche feroce discussione su Facebook.
Premetto subito che non ho più partecipato attivamente agli alterchi in rete dai tempi della pandemia (abbastanza scioccata dalla deriva di taluni scambi persino con impensabili interlocutori), ma immagino che di fronte a questioni di una certa rilevanza, sotto la spinta emotiva si arrivi a dire di tutto: le opinioni vogliono imporsi le une sulle altre e il contraddittorio diventa un litigio farsesco; gli animi convergono in una reciproca mal sopportazione, che spesso si trasforma in odio puro. Alla fine, lo spettacolo pietoso offerto a chi si sofferma a leggere i commenti è la prova di una realtà squallida di cui pure il lettore occasionale diventa parte, anche se lui è quello che lancia le noccioline.
Lo ammetto, mi capita di essere perversamente affascinata dalla fantasia di certi interventi; li scorro e sorrido con amarezza di fronte alle bordate più offensive e oltraggiose: ci sono i “kamikaze”, che rigurgitano il loro malanimo in campo nemico, non so se più o meno consapevoli di consegnarsi al fuoco incrociato degli aggressori (che, ovviamente, li crocifiggono subito con altrettante secchiate di insulti e volgarità).
Gli attacchi vanno dai banali: “poveraccio”, “miserabile”, “ha parlato l’imbecille”, agli epiteti più arditi: “servo di Satana”, “cane da riporto”, “traditore rotto in (ulo” (con la gagliardata della parentesi aperta a simulare la C), perché trovi anche gli spiritosi, che fanno i giochi di parole, abusano di doppi sensi... e quelli che lanciano le maledizioni: “alla forca”, “via la testa”, “che Dio lo strafulmini”, fino all’apoteosi del botta e risposta:
e al sadismo con chiusura trash:
Evvabbè, questi ce li teniamo, che ci fanno pure divertire (e vai di noccioline!).
Ma voi riuscireste mai a immaginare che un analogo tenore di commenti si scateni anche tra le componenti di un gruppo creativo, al quale sono iscritta perché condividiamo lo stesso hobby? Signore diversamente caruse che come sanno fare loro i lavori all’uncinetto manco una vita di pratica nell’arte del crochet, ma guai a dar loro l’occasione di aprire la bocca!
Tu te le vedi sedute nella loro sedia a dondolo, con lo sciallino sulle spalle lavorato a mano, l’occhialetto calato sulla punta del naso, la televisione sintonizzata sul canale che trasmette “Uomini e donne” e una cesta a fianco piena di gomitoli di lana; attentissime a seguire a memoria lo schema di una mattonella granny con l’uncinetto: scrupolose, veloci, esperte, bravissime. Ci sono quelle super attive sul web: fotografano i progetti realizzati, li pubblicano, aspettano il gradimento dei membri del gruppo e si portano a casa centinaia di like, tutti meritatissimi. Ma ci sono anche le meno navigate, quelle che per fare vedere il maglione indossato si fotografano allo specchio o quelle che invece di mettere a fuoco la borsa nuova, in primo piano fanno risaltare i piedi con le ciabatte o quelle che non sono state precisissime con le taglie o che magari hanno realizzato una cosa non proprio bella... e allora apriti cielo: la trincea delle uncinettine guerrafondaie è pronta per la pugna. La gragnuola di insulti che piovono è sufficiente per fare ritirare in buon ordine chiunque non sia all’altezza, costretto, a momenti, a chiedere persino scusa di esistere! Nessuna delicatezza nel dare giudizi, una sfilza di:
Le sagge tentano di mettere a freno le lingue:
ma altre, proprio, non sanno contenersi:
Alla fine, la verità viene sempre a galla:
e si filosofeggia sul bullismo ai danni delle vittime colpite dagli insulti:
Ma realmente, in questo mondo di pazzi, chi è più in grado di riflettere, ormai?
È un ambiente veramente tossico il mondo social. Bisogna frequentarlo armati di grande pazienza e consapevolezza. Sempre più convinto che serva davvero un'educazione digitale generalizzata, sia ai più giovani (magari più per motivi di sicurezza e approccio agli strumenti) sia ai più maturi (proprio perché trovo siano i primi a cadere nel facile insulto e nel baratro profondo delle bufale). Che f a t i c a comunque.
RispondiEliminaPeccato! L'uomo non ce la fa proprio a tenersi ben stretto le cose belle, utili, innocue: i social sono nati come un diversivo piacevole, terreno di informazione e di scambi, ma bisognava strafare, servirsene per altri scopi, per diffondere menzogne, fare propaganda, armare scontri... Sappiamo solo rovinare tutto e ormai davvero quello dei social è diventato un ambiente tossico. Che poi l'odio attecchisce come la gramigna in un campo o come un virus, per usare un termine ben più adatto!
EliminaLe nonnette che se le danno di santa ragione a colpi di uncinetto sono lo spassoso e il patetico. Sorci da tastiera e’ un epiteto quanto mai indovinato.
RispondiEliminamassimolegnani
Agguerritissime, ste nonnette, e chi se lo aspettava! :)
EliminaAnni fa mia sorella partecipò a un contest importante nel mondo delle creative scrapping and stamping, la prescelta sarebbe entrata nella squadra di un noto rivenditore di prodotti o qualcosa di simile, non vinse e disse pacatamente che lo stile della vincitrice non le piaceva molto. Era un'epoca molto meno violenta verbalmente di quella attuale ma fu un inferno. L'apoteosi del ridicolo fu quando la vincitrice che era una mia lettrice disse che non avrebbe più seguito il mio blog, perché io ero la sorella di. Questo per dire che il mondo delle creative, arti femminili cose così io l'ho sempre visto molto aggressivo e competitivo, ci ho bazzicato con le mie scarsissime risorse, creo ancora biglietti d'auguri ma preferisco di gran lunga scrivere e comunque uso tecniche banalissime tipo attaccare un adesivo, mettere un timbro e ciao, ma mi sono allontanata da quel giro perché erano tremende. Sono Sandra!
RispondiEliminaL'ho scoperto anch'io: davvero un mondo di invidiose pettegole, pure le più insospettabili spesso finiscono in questo circolo di matte. Che poi, ti fanno il dispetto (tipo dirti che non seguono più il tuo blog, sai che perdita!) e ti tocca gestire pure gli infantilismi.
EliminaVabbè, qualcuno diceva: "Non ragioniam di loro, ma guarda e passa"! 😃
C'è sicuramente chi cerca deliberatamente la provocazione e la lite e ci si diverte pure (il cosiddetto flamer) però è vero che quando si viene trascinati dentro queste discussioni a furia di insulti nessuno di noi è immune dal rischio di abbassarsi allo stesso livello.
RispondiEliminaPer fortuna molti social hanno la funzione "silenzia" o "non mi interessa", anche se ormai siamo al punto che sono più gli utenti da silenziare che quelli da seguire :-D
Certe volte è vero, l'istinto ti porta a rispondere per le rime o quantomeno a fare valere le tue ragioni anche in modo poco pacato, ma ho capito anche a mie spese che nulla paga quanto un bel silenzio piazzato fra una battuta e un'altra. Quando proprio non riesco a trattenermi uso la mia solita arma: l'ironia (tra l'altro spesso fraintesa!). Ho eliminato parecchi contatti e non mi sono mai pentita di averlo fatto.
EliminaMa sei sicura che siano nonnette? Se fosse così saremmo a posto il linguaggio è decisamente fuori luogo. Bell'ambientino competitivo il tuo gruppo crochet! E meno male che non possono usare i ferri via social!
RispondiEliminaAnche le giovani signore sanno essere tremende, ma credimi la quantità di anziane pronte a rintuzzare è notevole. Che poi dai un'occhiatina al loro profilo e le vedi carine, con sorrisi adorabili... No, guarda, mai avrei immaginato di potere leggere certi battibecchi in un gruppo di amanti dell'uncinetto: io più di carpire qualche suggerimento o ammirare qualche bel lavoro per prendere spunto non faccio. Per carità! 😁
EliminaPiù le persone hanno una vita grama e povera, più usano i social per sfogare i loro più biechi istinti di rivalsa sul prossimo. E negli ultimi due o tre anni sto osservando un crescendo esponenziale del livello di bassezza a cui arrivano.
RispondiEliminaGiusto ieri mi è capitato qualcosa di simile, ma con personcine (giovani queste eh, intorno ai 30 anni) che già da tempo a ogni cosa che scrivevo, cosa per altro rarissima, dovevano ribattere con l'acido muriatico. Il tema era quello delle nuove edizioni dei romanzi Outlander sotto Oscar Mondadori Vault, tomi da 28 euro cadauno che stanno dissanguando le lettrici e che non sono giustificati né dall'edizione di pregio (non stiamo parlando di Harry Potter illustrato da Mountford e elementi interattivi, è solo un rilegato colorato) né dalle aggiunte (alberi genealogici e un paio di mappe) né dalla traduzione (dopo il primo romanzo, ritradotto, sono state riprese le vecchie traduzioni con le aggiunte mancanti). Opinione personale mia: speravo qualcosa di meglio, tanto nell'edizione che nel prezzo. Non l'avessi mai scritto! Manco passassero la vita intera sui social, tempo nemmeno mezza giornata ecco arrivare queste personcine, praticamente a deridermi. Era capitato anche quando avevo difeso il fandom italiano della serie, a loro dire colpevole di non spendere abbastanza denaro in libri, gadget, presentazioni, convention - motivo per il quale gli attori non sono mai venuti qui in Italia, non si è mai organizzato nulla (forse rosicano per non averli incontrati?!) In questo caso è più subdola la faccenda, perché se l'alterco degenera in parolacce, ti rendi conto del livello basso e ti distacchi dalla comunicazione. Invece se i toni restano apparentemente educati, ma sono le opinioni a essere derise, col sorrisetto di scherno, si rischia di non capire la trappola e le sue conseguenze. Io ho capito che è per colpa di questi atteggiamenti che non leggo più i romanzi di Outlander, perché i modi di queste persone hanno svilito la bellezza di quella lettura (il che mi ha portato a una riflessione parallela: non è un danno questo per l'autrice? forse un autore deve anche prestare attenzione al clima nel fandom, ai suoi collaboratori, a chi gestisce la comunicazione social?)
Così ho fatto quello che meditavo da tempo: mi sono tolta da tutti i gruppi italiani (per ora rimango in quelli esteri, dove l'atteggiamento mi pare differente) e ho bloccato queste persone. Ho cancellato anche il mio commento e, di conseguenza, anche i loro commenti che rispondevano a me. Cosa che non avrei mai fatto un decennio fa, ma che nei social malati di oggi corrisponde a riprendersi la propria dignità. La vita è troppo breve per perdere tempo in questo modo, soprattutto perché ci sono tante cose belle di cui riempirla. Loro le lasciamo là da sole, a bearsi della loro brillante dialettica.
Pazzesco! Che poi, mi dico: è sempre necessario dire la propria su ogni cosa? Conosco la dinamica di cui parli perché è capitato pure a me in un gruppo di appassionati di libri: guai a criticare questo o quell'autore, sia mai che non ti piaccia il modo in cui scrive o il romanzo che ha vinto mille premi! Ma lo dico anche viceversa: io ho la mia opinione negativa sui libri di Fabio Volo. Okay, ma che diritto ho io di sentenziare sui gusti di chi invece dice garbatamente che apprezza i suoi romanzi. Ma saranno cavoli suoi? Per me non dovrebbero esistere i fandom, oppure sì, che ben vengano, con delle regole, però. Il fatto è che le regole ci sono, ma non le segue nessuno. Hai voglia a richiamarle tutte le volte che si esagera... Insomma, non se ne esce. Anzi sì, usciamo noi da ste dinamiche malate, che guadagnamo in salute mentale.
EliminaDirei cambiare gruppo immediatamente, abbandonare subito. rimanere sulla blogosfera, tra personcine discrete.. (oddio, anche qua qualcuno ogni tanto da' fuori di testa.. ihih..)
RispondiEliminaAhah, sì, da alcuni ho preso subito le distanze, da altri attingo solo idee e tanto basta.
EliminaHo avuto un assaggio della cattiveria dei social già in tempi non sospetti quando pubblicavo nei gruppi Facebook le “promo” dei miei libri. E dire che erano gruppi in cui eravamo tutti abbastanza educate/i ma certe persone (purtroppo molte donne) mettevano sotto le promo (non solo le mie eh) dei commenti piuttosto cattivi (sempre le stesse storie d’amore melense, qui è sbagliata una virgola con che coraggio vuoi scrivere ecc ecc…) se sbagliavi a pubblicare la promo ti bacchettavano come a scuola e forse anche di più. Sono andata avanti un po’ poi ho smesso dedicando il mio tempo ad altro e a cose più piacevoli.
RispondiEliminaOggi, ogni tanto, leggo dei commenti sui social su qualsiasi argomento in cui ci si scanna (evito di commentare che farei il loro gioco perverso, anche perché credo che molti godano a fare i leoni da tastiera, magari hanno una vita noiosa, non so che dire, oppure tutti vogliono avere ragione a tutti i costi, negando perfino l’evidenza…dimenticandosi che - come si dice dalle mie parti- “la ragione è dei fessi”.
Io, in realtà, ho sempre partecipato poco, giusto qualcosa in quei tempi maledetti là citati, non mi interessa dire la mia o contraddire l'opinione di altri.
EliminaMi rispondo da sola e passo oltre. Così quando entro in questi gruppi creativi: se qualche lavoro non mi piace passo oltre: qual è la necessità di smontare o sminuire la fatica o il piacere altrui, boh!
Non stento a credere, Marina, che tu abbia trovato un ambientino poco simpatico persino nei siti delle nonnette che fanno l'uncinetto. Ormai l' aggressività è diffusa e sembra che i social siano il luogo in cui tutti la sfogano nel modo peggiore. In passato ho letto furibonde polemiche a suon di insulti nate in pagine impensabili, dove si parlava solo dell'intelligenza di cani e gatti oppure di ricette di cucina. Purtroppo non ci sono più le condizioni per un confronto civile e spesso anch'io certe volte evito di dire al mia per non essere insultata.
RispondiEliminaChe triste, però, se ci pensi! Ci cascano tutti: la maturità delle persone ridotta a zero, quando un bel silenzio varrebbe più di cento sfoghi ineducati.
EliminaInfatti è tristissimo!
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