giovedì 26 maggio 2016

Un gradito ospite #2: Giovanni Venturi (autore del romanzo "Certe incertezze")


C'è una novità letteraria che da qualche giorno è presente nei principali bookstore: è il nuovo romanzo di Giovanni Venturi, "Certe incertezze", che oggi volentieri ospito nel mio blog. Con questo romanzo di formazione, un autore che stimo ha siglato una nuova scommessa nel self-publishing, che spero paghi il suo impegno.
Adesso lascio che sia lui a fare gli onori di casa con una premessa che ritengo utile e necessaria prima di scrivere la mia recensione su questo suo nuovo lavoro.



Avete mai letto un romanzo di formazione? Cos’è esattamente? I più avidi lettori saranno di certo preparati, per chi, invece, si accosta per la prima volta a questa espressione, con “romanzo di formazione” si indica un genere letterario che mostra l’evoluzione del protagonista verso la maturazione e l’età adulta, attraverso un percorso psicologico di crescita interiore.
In un romanzo di formazione è tipico parlare delle problematiche legate all’adolescenza con tutte le sue implicazioni. Questo tipo di testo si riconosce spesso dal fatto che è narrato in prima persona e lo stile spinge ad approfondire la psicologia del personaggio protagonista (o di alcuni secondari) per potere comprendere motivazioni e difficoltà che lo stesso incontra.

Il romanzo di formazione ha avuto successo durante tutto il ’900. Io ho letto:

L’isola del tesoro, di Robert Louis Stevenson;
Il giovane Holden, di Jerome David Salinger;
Due di due, di Andrea De Carlo;
Jack Frusciante è uscito dal gruppo, di Enrico Brizzi;
L’amico ritrovato, di Fred Uhlman;
Io non ho paura, di Niccolò Ammaniti.

È più facile scrivere, oggi, un romanzo di formazione? Dà più notorietà? Direi che la mia personale esperienza in merito mi spinge a rispondere con due no, ma da autore mi sono imbattuto, senza nemmeno pensarci troppo, nella scrittura di questo genere di romanzo. Nelle mie storie, infatti, ci sono ragazzi confusi che contrastano l’adolescenza con molta irrequietezza, con la voglia di scappare, di andare via dalla propria città, di prendere le distanze dalla propria famiglia e accanto a loro c’è un adulto che li aiuta nel difficile compito di superare ogni difficoltà, un elemento esterno che entra nella loro vita e li fa riflettere spingendoli verso la maturazione.
Sono sempre stato attratto da storie fortemente emotive, complicate nei rapporti e, quindi, anche difficili da trasporre in forma narrata.

Il 16 giugno del 2009 ho iniziato a scrivere "Le parole confondono". Non sapevo cosa avrei davvero raccontato. A distanza di sette anni, quel primo libro è diventato parte di una storia che solo oggi può essere considerata una trilogia o quello che spero possa esserlo. Il terzo volume è attualmente in lavorazione, mentre il secondo è stato appena pubblicato. Titolo?
"Certe incertezze".
Nel romanzo racconto la storia di Francesco, un ragazzino ribelle che a tredici anni ha fatto la sua prima finta rapina e che tutti vogliono salvare dalla cattiveria del mondo perché, in fondo, lui non può essere davvero cattivo per sua natura.

Sono il clown perfetto e, proprio per questo, quando a volte leggo l’odio verso di me sul viso di qualcuno, allora esagero e mi diverto.

A ventitré anni non è pronto a rivelare al suo migliore amico che ha ucciso una persona, anzi, due. Salta dal letto di una ragazza all’altra con la stessa frequenza con cui cambia abiti, vive la vita con intensità e con una mente aperta. Può innamorarsi, uccidere, nascondere i suoi veri sentimenti?
Un giorno conosce la musica di Pachelbel e questo potrebbe cambiare la sua storia. Incontrerà un uomo speciale che finirà per salvarlo, indicandogli la via corretta da percorrere, eppure la vita non è mai come ci si aspetta e Francesco, questo, lo sa.

"Certe incertezze" è collegato a “Le parole confondono”, in esso si muovono gli stessi personaggi, tuttavia non è necessario avere letto il primo volume né conoscerne gli eventi, perché nasce come romanzo separato e ha una sua autonomia  rispetto al precedente. 

L'opinione dell'autore

Perché dovreste leggere "Certe incertezze"? Perché è un libro scritto per essere letto, la storia non si esaurisce in poche battute. Se esistono le novelle, i racconti lunghi (o romanzi brevi che dir si voglia), questo è un romanzo lungo, molto lungo. Racconta le vicende di vari personaggi che Francesco incontra e da cui impara il modo per migliorarsi, persone con cui viene alle mani, che lui stesso proverà a salvare per riuscire a salvare se stesso.
Ne sarà capace?
Francesco riuscirà a commuovervi?

L'opinione della lettrice

È il mio turno, questa è la mia recensione.

Quando ho chiuso la porta di "Le parole confondono", sono rimasta con mille sensazioni attaccate addosso: Andrea Marini mi aveva catturato, mi ero affezionata a lui, al suo animo sensibile, mi aveva coinvolto la sua drammatica vicenda e, a fine libro, avrei voluto rimanere ancora dentro la sua storia. Così non ho avuto remore nel calarmi di nuovo nella vita di uno dei personaggi di quel romanzo, che in "Certe incertezze" diventa il protagonista principale delle vicende narrate.
All'inizio in punta di piedi, poi completamente immersa, sono entrata nella storia personale di Francesco Sacco, il migliore amico di Andrea, il suo confidente, la persona che gli è più vicina da sempre e al quale vuole un bene dell'anima, pur così diverso da lui nel modo di essere e, soprattutto, di vivere. Perché Francesco ha un passato particolare, è cresciuto con una mancanza, quella del padre, che non è mai riuscito a colmare, ha fatto i conti con un'adolescenza che lo ha spinto oltre certi limiti e adesso, a ventitré anni, è un adulto cresciuto anzitempo, con mille incertezze e un unico punto fermo: il mare che bagna la sua città, Napoli.
Francesco Sacco fa un lavoro poco comune, che gli consente un facile guadagno, anche se spesso gli complica la vita.
L'autore ce lo mostra in tutta la sua contraddittoria autenticità: da una parte distaccato attore di episodi anche poco edificanti (comprese le scene di sesso esplicito, descritte senza filtri ma mai con volgarità), dall'altro amico sensibile e maturo, in grado di aiutare in modo disinteressato, di battersi per le persone cui vuole più bene, di difenderle anche a costo della vita.
Un personaggio controverso che finisce per disarmare con la sua fragilità, quella che nonostante tutto è sempre pronta a emergere in presenza delle figure più importanti della sua vita: Teresa, la madre, Maria, l'unica ragazza della quale si innamora veramente, Samuel l'uomo misterioso che saprà aiutarlo e di cui sentirà più il bisogno.
La storia procede per salti temporali, racconta il passato di Francesco e il suo presente, in un continuo flusso di coscienza che mostra l'intero suo percorso umano e psicologico di crescita interiore.
E, anche qui, alla fine, rimango affascinata dalla profondità della storia e affezionata al suo protagonista principale. A volte, durante la lettura, verrebbe voglia di asciugargli le lacrime, di dargli un'amichevole pacca sulle spalle, di stringerlo in un caloroso abbraccio. Francesco entra nel cuore e la sensazione è quella di rimanere legati a lui anche dopo la lettura del libro.

Per questo ne parlo oggi, perché apprezzo la scrittura di Giovanni, innanzitutto, l'inesauribile voglia che ha di raccontare, la sensibilità con cui tratteggia ogni personaggio. La sua narrativa è semplice e curata, ma è una cura che non fa la corte a fronzoli e artifici stilistici, lui mi piace perché il suo linguaggio ha una naturalezza che intriga, un'efficacia che conquista.
Se da una parte esistono certe incertezze che occupano ogni momento della giornatati saltano addosso e ti divorano, fanno capolino nell'istante meno adatto, dall'altra ci sono certezze innegabili che sono la forza dei sentimenti, la bellezza dell'amicizia, il conforto della speranza.


Se volete approfondire la conoscenza del romanzo e del suo autore visitate il suo blog.

e visionate il booktrailer su youtube.



16 commenti:

  1. Eh beh, dopo aver letto questo post, non ho potuto fare a meno di far stare anche questo libro nell'ebook. Ormai il kindle scoppia e io devo trovare un valido metodo per moltiplicare il tempo da dedicare alla lettura. Grazie all'autore per quest'opera che si presenta molto interessante e grazie a Marina per avermela fatta conoscere.

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    1. E grazie a te per esserti convinta così in fretta! :)

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  2. Grazie a te per la fiducia. Buona lettura :) .

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  3. Non ho letto nulla di Giovanni Venturi ma desidero spendere una buona anzi ottima parola perchè quando l'ho contattato per altro (no, non addesco i giovanotti in rete, ma lui è un esperto di self) è stato rapido, professionale e gentile. E non è poco davvero. Un bacio Giovanni!

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  4. Ho letto "le parole confondono" ma non l'ho ancora concluso. Non perché non mi piacesse, sia chiaro: ero in una fase della vita (circa un anno fa) in cui certe tematiche mi turbavano. Vorrei però riprenderlo per capire se ora, con la strada percorsa, certe parole mi fanno un effetto differente. Inoltre, conosco Giovanni tramite twitter. Seppur il nostro sia stato uno scambio di battute molto rapido, percepisco una sensibilità fortissima, che sicuramente nel primo romanzo è emerso.

    è interessante anche la definizione di "romanzo di formazione", in quanto mi sono domandata a lungo se la mia opera in stesura potesse essere considerato tale: il protagonista non è adolescente, è più grande, però anche lui intraprende un viaggio che lo porterà ad evolvere. Quindi forse sì, lo è, ma non in senso stretto. E anche a me piacerebbe in un secondo romanzo (sto già lavorando sull'idea) approfondire un personaggio del libro a cui sto lavorando ora; non uno dei protagonisti, bensì una figura minore ma che mi piace tanto. Sarebbe bello poterne parlare. :)

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    1. Grazie Chiara, sto preparando anche il terzo in cui la voce narrante sarà Giulia che è anche lei una gran bel personaggio tratteggiato abbastanza nel primo e nel secondo, ma anche lei con le sue difficoltà che in realtà non traspaiono affatto dai primi due testi :) .

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    2. Quanti refusi ho fatto nel mio commento: mamma mia che vergogna...

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    3. In effetti, il tuo è un romanzo di formazione. Ci sarebbe da approfondire.

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  5. Bene, un autore che non conoscevo. Prima o poi rimedierò. Mi fido di te Marina. Sicuramente interessante, per mille motivi.

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    1. Di questo passo, avremo i lettori ebook traboccanti di belle storie da leggere. Ma se, appunto, sono belle, vale sempre la pena! :)

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    2. Vero, verissimo, alla faccia delle mega CE.

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  6. Non conoscevo questo autore e con la tua recensione Marina mi hai fatto venir voglia di leggerlo. Inoltre io amo i romanzi di formazione, quasi inconsapevolmente ne ho scritto uno anch'io. Mi piace molto il titolo con il suo gioco di parole.

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    1. Ti consiglio di leggere anche "Le parole confondono". Secondo me ti piacerebbe anche questo.

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  7. Ciao Giulia, grazie molte. Ottima osservatrice. L'aggettivo "certe" ha per l'appunto un doppio significato che regge tutto il tema del libro ;) .

    Giovanni

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