Su un pannello nero leggo “Rumori di scena, compagnia teatrale” e sono contenta di essere qui, per la rappresentazione di Luana M. Petrucci cui non volevo assolutamente mancare.
Trovo senza problemi i biglietti del teatro, trovo facilmente la strada per arrivare in perfetto orario allo spettacolo delle diciotto, trovo un ambiente accogliente, aspetto solo che si accendano le luci sul palcoscenico per trovare Anne Frank.
La conosciamo tutti Anne Frank: il suo nome è diventato il simbolo del male assoluto che ha macchiato la storia, un ricordo che nessun negazionismo potrà mai cancellare né l’indifferenza scalfire.
La conosciamo tutti Anne Frank: nelle immagini tramandate, l’espressione furbetta, gli occhi vispi e il sorriso dolcissimo, quello che l’infanzia dovrebbe sempre preservare.
La conosciamo tutti, eppure quante volte non siamo stati in grado di proiettare nel nostro mondo i tanti messaggi racchiusi nel suo.
Quando a scuola ci facevano leggere il famoso “diario” vedevamo soltanto il racconto della quotidianità di una bambina, che aveva ricevuto in regalo un quaderno il giorno del compleanno sul quale annotare i propri pensieri; ciò che non capivamo è che quella bambina, che a tredici anni dimostrava già qualità scrittorie non comuni, sul diario avrebbe raccolto la testimonianza più vera di un periodo che vorremmo non fosse mai esistito.
Come raccontarla in modo nuovo, evitando di sceneggiare soltanto i momenti più significativi del periodo trascorso dentro un alloggio segreto?
La trovata di Luana Petrucci non ne smentisce la bravura e la sua felice intuizione da una parte realizza l’obiettivo di ridare luce a un personaggio indimenticabile della storia, dall’altra restituisce al teatro la sua più nobile missione: essere un luogo di verità.
Infatti la vita della giovane ebrea, costretta a nascondersi con la famiglia, nell’Olanda degli anni ‘40, per sfuggire alla persecuzione antisemita, pur essendo paradigmatica, sembra quasi incidentale rispetto al percorso di rielaborazione interiore che un gruppo di attori deve compiere per riuscire a immedesimarsi appieno nei ruoli che dovranno mettere in scena: sono quelli di Anne, la sorella Margot, la madre Edith, la coraggiosa amica di famiglia Miep e Peter, il figlio della famiglia Van Pels con cui i Frank dividono il rifugio e di cui Anne si innamorerà. Sotto la spinta motivazionale del regista, ciascuno di essi farà un lavoro di analisi introspettiva allo scopo di dare autenticità ai personaggi che dovranno interpretare.
Infatti la vita della giovane ebrea, costretta a nascondersi con la famiglia, nell’Olanda degli anni ‘40, per sfuggire alla persecuzione antisemita, pur essendo paradigmatica, sembra quasi incidentale rispetto al percorso di rielaborazione interiore che un gruppo di attori deve compiere per riuscire a immedesimarsi appieno nei ruoli che dovranno mettere in scena: sono quelli di Anne, la sorella Margot, la madre Edith, la coraggiosa amica di famiglia Miep e Peter, il figlio della famiglia Van Pels con cui i Frank dividono il rifugio e di cui Anne si innamorerà. Sotto la spinta motivazionale del regista, ciascuno di essi farà un lavoro di analisi introspettiva allo scopo di dare autenticità ai personaggi che dovranno interpretare.
Foto di Alessandro Borgogno |
È per realizzare questa doppia lettura che sul palcoscenico si alternano due parentesi: una si apre su un angolo in cui è allestita la stanza di Anne e lì ritroviamo la bambina del passato che si racconta nel proprio diario parlando a un’amica immaginaria.
Ha una personalità forte, un carattere frizzante, ribelle; Anne è curiosa, creativa, persino buffa e tutto ciò emerge dai dialoghi con il padre, Otto, con cui ha un rapporto speciale (figura, peraltro, centrale nella rappresentazione ideata da Luana), da quelli con la sorella Margot e con Miep alla quale confida preoccupazioni, desideri, dubbi.
Foto di Alessandro Borgogno |
Foto di Alessandro Borgogno |
L’altra parentesi segue i progressi degli attori in questa lenta riscoperta dei personaggi da interpretare. L’unica che non è ancora in grado di “trovare” Anne Frank è Anna, che sfoga la propria frustrazione con il regista: le manca l’energia, nelle sue parole non c’è vitalità, non c’è trasporto, non c’è empatia.
Ma quando quel processo di identificazione si compie, sul palcoscenico avviene un piccolo miracolo di grande impatto emotivo ed è in questo momento che anche noi, spettatori attenti e coinvolti, troviamo Anne Frank.
Foto di Alessandro Borgogno |
Foto di Alessandro Borgogno |
Togliere alla vista la possibilità di registrare sensazioni dall’esterno dona al cuore la capacità di intercettare l’anima delle cose, la profondità dei sentimenti; così una benda davanti agli occhi consentirà ad Anna di trovare la strada per arrivare a toccare l'altra Anne, di viverla sulla propria pelle, di indossare i suoi abiti, di assorbire la sua forza e il suo dolore quando il destino si compirà.
Strette in un abbraccio ideale Anna e Anne diventeranno una sola persona e allora, finalmente, l’attrice sarà in grado di trasmettere quell’emozione intensa e piena senza la quale la recitazione non si farebbe arte.
Strette in un abbraccio ideale Anna e Anne diventeranno una sola persona e allora, finalmente, l’attrice sarà in grado di trasmettere quell’emozione intensa e piena senza la quale la recitazione non si farebbe arte.
Foto di Alessandro Borgogno |
Foto di Alessandro Borgogno |
Il risultato più bello, tuttavia, si realizza nei pensieri e nel cuore del pubblico: io vivo le ultime battute di questa immersione viscerale con un’onda anomala che mi si gonfia nel petto; mi colpisce in pieno durante la proiezione finale di alcune immagini di repertorio su un bellissimo sfondo musicale.
Ed esco dal teatro con un fazzoletto sporco di rimmel.
Ed esco dal teatro con un fazzoletto sporco di rimmel.
Dietro il lavoro di Luana si legge la passione per un’attività che lei vive con trasporto e alla quale si dedica con abnegazione: si intercetta subito dalle parole di presentazione dello spettacolo prima che il sipario si alzi, dalla stima che non nasconde per il cast di attori eccellenti che già mi avevano conquistato nella rappresentazione dello scorso anno e che hanno solo confermato la mia ammirazione per la loro incredibile capacità recitativa. Il talento di tutti gli interpreti è il frutto di tanta determinazione e amore vero per questa difficile forma d’arte ed è in omaggio a ciò che io, a fine spettacolo, li ho applauditi di cuore a lungo.
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Mi porto a casa un vuoto, un’immagine che non cancello, la voglia di vita di una tredicenne che non smette di pensare positivo, quando guarda dalla finestra dell’alloggio segreto e vede il cielo azzurro, quando sogna un futuro con Peter, quando vorrebbe dimostrare a tutti di non essere solo la bambina capricciosa che la madre rimprovera spesso, quando si emoziona nell’indossare le prime scarpe col tacco.
E non posso fare a meno di pensare.
E non posso fare a meno di pensare.
Penso che è solo una bambina quella che sopporta in silenzio le restrizioni imposte da una legge che vieta in nome di una superiorità inesistente e, nonostante tutto, si sente fortunata perché al sicuro in un rifugio; penso che abbia un altruismo e una vitalità che andrebbero emulati quando crede giusto risparmiare per aiutare gli altri, una volta finita la guerra, quando vede il bello delle cose, della natura, del mondo intero.
Questo è il messaggio che ricevo riflettendo sulle immagini del video che apre la rappresentazione: Anne cammina libera per i campi, sfiora l’erba dei prati, abbraccia i tronchi degli alberi, manifestando un senso di libertà che solo la nostra memoria può regalare a lei e a tutti quegli uomini che a un certo punto della loro vita, senza motivo né ragione alcuna, sono stati costretti dalla follia altrui a rimpiangere di essere ebrei.
Esci nei campi, nella natura, al sole. Esci e cerca di trovare la fortuna dentro di te; pensa a tutte le belle cose che crescono dentro e attorno a te e sii felice.
Tua Anne M. Frank
Questo è il messaggio che ricevo riflettendo sulle immagini del video che apre la rappresentazione: Anne cammina libera per i campi, sfiora l’erba dei prati, abbraccia i tronchi degli alberi, manifestando un senso di libertà che solo la nostra memoria può regalare a lei e a tutti quegli uomini che a un certo punto della loro vita, senza motivo né ragione alcuna, sono stati costretti dalla follia altrui a rimpiangere di essere ebrei.
Foto di Alessandro Borgogno |
Tua Anne M. Frank
Wow. Complimenti a Luana e tutto il corpo scenico. Deve essere stata un'esperienza davvero intensa e capisco il tuo fazzoletto, credo nessuno sia rimasto insensibile.
RispondiEliminaAnne Frank è un personaggio immortale che spero continui a venire letto e conosciuto dalle nuove generazioni a monito di cosa l'odio sia in grado di perpetrare.
L'ultima frase che hai scelto poi è quanto mai attuale e da ricordare sempre.
Questa è una delle frasi sottolineate nel libro quando lo lessi e che poi ho riportato sul mio taccuino delle citazioni. Mi sembrava molto calzante.
EliminaLuana è una regista attenta, il suo teatro è innovativo, le sue scelte sempre azzeccate.
Sapevo che non mi avrebbe deluso nemmeno questa volta.
E poi, quella musica, alla fine: anzi, ora che ci penso, devo ricordarmi di chiederle il titolo della canzone. 😊
Faccio il mio giro di ringraziamenti anche qui.
EliminaHai ragione, Nadia, Anne Frank deve essere conosciuta e mi premeva che non avvenisse nel consueto modo. Questa Anne adolescente mostra anche tutta la sua vulnerabilità.
Marina, mi piace che tu abbia colto l'aspetto "innovativo" del mio teatro.
Il brano alla fine è "People help the people" di Birdy.
:)
Wow anche da parte mia. Vorrei che lo spettacolo andasse in scena più vicino, così da poter portarci i miei alunni.
RispondiEliminaAssolutamente. Questo è uno spettacolo che tutti i giovani dovrebbero vedere: per esempio, ho promesso a Luana che porterò i miei figli allo spettacolo che ci sarà questo mese. Io sono andata il 21 gennaio, ma ci sono ancora repliche, che meritano attenzione e pubblicità.
EliminaGrazie, Antonella, infatti stavo pensando di mantenerlo per gli anni futuri come all'interno di una specie di "repertorio" cui posso attingere. Vorrei che lo vedessero tanti tanti giovani!
EliminaSpero davvero di vedere i ragazzi di Marina il prossimo 18 febbraio, intanto avrei occasione di conoscerli, e poi sarebbero fra gli spettatori che vorrei sentire dopo, il parere di giovanissimi è fondamentale, e le ragazze non vedono l'ora di conoscere l'opinione di ragazzi della loro età. :)
Carissima amica, non è semplice esprimere quello che provo leggendo questo articolo. Come faccio a restituire a questo mezzo la commozione che suscita in me? L'ho letto fugacemente in sala prof, a balzi, mentre i colleghi mi tiravano per il cappotto perché dovevamo salire per gli scrutini, ma io lì volevo restare, a rigirarmi le parole in mente e a fior di labbra. Adesso qui, nel silenzio della mia casa, lo leggo prima in silenzio e poi ad alta voce, una voce che si spezza più volte. Grazie per aver colto tutto. Tutto in senso proprio totale di quello che ho voluto raccontare con Finding Anne Frank.
RispondiEliminaLa tua attenzione è figlia di una sensibilità rara, e io sono felice di avere una spettatrice così attenta e capace di cogliere ogni sfumatura di questo spettacolo. La tua voce si aggiunge a quella di tante persone colpite da questo progetto, ma questa tua voce si esprime qui con una forza che mi commuove e diventa cassa di risonanza assieme alle altre e dà forza a quello che di questo spettacolo sarà.
Grazie... ma quanto è banale questa parola dinanzi a ciò.
Le fotografie di Alessandro poi, altro prezioso amico assieme ai suoi cari, sono un corredo perfetto.
Una dolce carezza a te...
Con questo articolo volevo farti una sorpresa, pensa che ho contattato Alessandro pur non conoscendolo e senza il tuo tramite per chiedergli se potessi usare le sue foto. Ho trovato una persona carina e disponibile, ha fatto un gran bel lavoro.
EliminaHo scritto tutto spinta dall’emozione che sei riuscita a trasmettermi e se ho afferrato il significato del tuo lavoro è perché tu sei stata brava, anzi bravissima a far trapelare i messaggi giusti.
Ero curiosa di capire come avresti reso il personaggio di Anne Frank, perché era facile cadere nel sentimentalismo legato alla sua sfortunata storia e a quella di tanti ebri, invece la commozione è arrivata su altri binari ed è stata una straordinaria esperienza.
Sei una regista e una donna eccezionale. 😘
Oh mamma mia, Marina, ancora tutta la mia gratitudine.
EliminaAlessandro è stato gentilissimo, una persona di rara umiltà che ho il piacere di annoverare fra i miei amici.
:)
Innanzitutto complimenti a Marina per questa appassionata recensione teatrale fatta con cura e da cui traspare tanta partecipazione emotiva. Bella! Complimenti poi a Luana, il progetto è importante e sono felice che abbia riconoscimenti e successo. Ho amato molto il Diario e spesso lo riprendo. Incredibile che sia stato scritto da una dodicenne. Grazie a entrambe per un'emozione rinnovata ^_^
RispondiEliminaLa particolarità è stata proprio questa commistione fra la storia di Anne Frank e la ricerca interiore del personaggio da parte della sua interprete. Gli attori hanno dimostrato una rara capacità di immedesimazione. Bravissimi, le ragazze, poi, giovanissime. Hanno un futuro davanti!
EliminaGrazie, Rosalia, per avere colto la mia reale emozione.
Grazie anche da parte mia.
EliminaUno dei miei desideri è che il progetto arrivi alla Comunità ebraica di Roma e pare che la prossima replica a Roma sarà presente la Presidente in persona. Spero che la forza di questo spettacolo le arrivi e che possa poi arrivare al rabbino capo. E' vero, questa storia esula perfino da quella del Diario, ma alla base c'è pur sempre una commemorazione e forse proprio la comunità ebraica potrebbe trovarvi qualcosa di molto interessante.
Marina hai restituito la tua passione civile e per il teatro in questo bellissimo post. Grazie di cuore
RispondiEliminaGrazie a te per averlo notato.
EliminaElena, proprio stamattina parlavo di "teatro civile" con una mia collega di Lettere che ha una piccola Compagnia con cui pratica questo tipo di teatro (si è per altro formata con Ascanio Celestini). Ha produzioni di più piccola portata, ma anche lei ha abbracciato questa forma di teatro, che non vuole essere puro intrattenimento, ma arrivare a "dire" qualcosa di importante.
EliminaGrazie!
Cara Marina mi hai fatto quasi vivere lo spettacolo e mi sono commossa pensando alla bambina tredicenne a cui un'ideologia spietata ha rubato il futuro. Grazie
RispondiEliminaE non sai l’intensità e le parole e la ricostruzione e le immagini e la musica... Tutto perfetto.
EliminaGrazie, Giulia.
EliminaMarina è stata brava a farne una "pennellata" molto fedele (dico immodestamente), di grande valore perché scaturisce da una spettatrice attenta.
Le musiche e le immagini hanno poi una loro forza.
Speriamo che il lavoro di Luana possa ricevere ulteriore attenzione da parte del pubblico e degli addetti ai lavori :-)
RispondiEliminaSe lo meriterebbe senz’altro.
EliminaSperiamo, sì!
EliminaHai saputo farmi arrivare l'emozione e la profondità di questa rappresentazione, il cui tema non poteva certo lasciare indifferenti. Luana Petrucci sembra davvero brava, sono incuriosito e mi documenterò di più su di lei e sui suoi lavori.
RispondiEliminaGrazie, Daniele. Non ho fatto fatica a recuperare le sensazioni di quella serata. Luana merita molto.
EliminaGrazie, Daniele.
EliminaSe vuoi, puoi leggere la sezione "teatro" del mio blog (al momento il sito ufficiale è in costruzione), grazie per il tuo interessamento. :)
Ciao! Arrivo dal blog di Luz. Sono a casa e non ho il rimmel ma...
RispondiElimina:-)
Consiglio per le spettatrici delle rappresentazioni di Luana: non truccatevi! 😄
EliminaMarina cara, ora ti confesso questa cosa.
EliminaNella fase di ideazione dello spettacolo, sapevo che al termine avrei voluto proiettare delle immagini, magari una decina e nulla di più, con una musica "neutra", diciamo. Giusto un accenno ai veri volti narrati nella storia.
Invece poi ho sentito il brano di Birdy e cercando immagini di Anne Frank ho scovato decine, anzi centinaia di immagini ottime per questo intervento finale.
Ho messo tutto assieme (mi sono confezionata da sola sia il video iniziale... il mio primo cortometraggio!, che quello finale). Come sempre, quando scrivo, entro idealmente nelle sensazioni che il pubblico deve poter ricevere. Mi immedesimo, mi metto idealmente "dall'altra parte", quindi ho ragionato nel senso di una preferenza mia, ponendomi la domanda: "Cosa mi farebbe veramente emozionare alla fine?". L'ingresso di Miep Gies che entra trafelata, concitata, e salva le carte di Anne, rigorosamente senza un commento musicale. Nel silenzio. Ecco, quello da spettatrice mi emozionerebbe molto. Così ho scritto la scena. E poi? Cosa deve succedere? Io spettatrice voglio ritrovarmi dinanzi Anne Frank. I suoi anni felici. Devo vedere dinanzi ai miei occhi cosa è stato, quale mondo quei barbari cinici malvagi hanno frantumato. Qualche immagine di Birkenau, alcuni volti che con Anne non hanno a che fare, perché il racconto del dramma potesse dilatarsi, fino a quella foto in cui le madri fuggono felici, sane e salve assieme ai pochi salvati. E poi... la tomba. Anzi, la stele che ricorda Anne e Margot. E lei, la sua statua fuori dalla Fondazione internazionale di Amsterdam e i libri, tradotti in moltissime lingue. E quella giacca strappata, e poi quella scritta, in memoria...
Il tutto mentre una canzone dice "Gente che aiuta altra gente", così come è nello spirito di Anne.
Ogni volta che il video si racconta, io immagino cosa stia provando il pubblico, perché ogni volta in me stessa l'emozione diventa nuova.
Ci siamo commossi anche noi, in prova. E' accaduto due volte. Gaia/Anna, una sera, dopo 4 o 5 ripetizioni dell'uscita di Anne attraverso la porta (e in prova noi dovevamo solo immaginarla quella porta che poi è stata allestita a Marino) è crollata letteralmente, in ginocchio, piangendo.
Scavarsi dentro è anche questo, entrare idealmente in una realtà che è stata. Questo fa un'attrice in un ruolo come il suo... a soli 15 anni.
Tutto questo ha dell'incredibile. Continuo a stupirmene io stessa.
Hai ragione: sperimentare l’empatia con un personaggio deve davvero essere un’esperienza Incredibile e indimenticabile. Farla a 15 anni, poi, è qualcosa che lascia il segno.
EliminaSe i copioni che scrivi sono la fedele riproduzione della tua sensibilità, non faccio alcuna fatica a credere al successo di alcune reazioni. Questa per te deve rimanere la soddisfazione più grande.
Hai trasmesso molto bene il tuo entusiasmo. Se non fossi lontana, gli spettacoli di Luana non li perderei. :)
RispondiEliminaChissà, magari un bel tour, un giorno...
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