martedì 30 giugno 2015

DIECI caratteristiche dello SCRITTORE-TIPO

Ebbene sì, ho ceduto alla tentazione!
Conquistata dai decaloghi che sempre più spesso mi capita di leggere in internet (ci sono dieci punti magici per qualunque cosa: dieci regole per nutrirsi bene; dieci modi per restare in forma; dieci mosse vincenti per conquistare un uomo/una donna e chi più ne ha più ne metta!) ho deciso di passarmi un piccolo piacere anch'io, elencando dieci caratteristiche riscontrabili, secondo me, nella categoria alla quale appartengo, quella degli scrittori.
Lo SCRITTORE-TIPO:

1) METTE PER ISCRITTO LE IDEE
Le idee sono quei piccoli guizzi di pensiero che balenano nella mente e determinano l'urgenza di avere gli strumenti adatti per essere messi per iscritto. Carta e penna (ma oggi è più moderno dire tastiera e computer) costruiscono una bella gabbia per le idee in circolo; che poi dire gabbia suona male, sa di prigionia non voluta: chiamiamola, piuttosto, custodia, contenitore che conserva ogni idea buona.
Questa, per me, è la prima vera caratteristica dello scrittore-tipo: non lasciare che una buona idea resti una vaga intenzione, ma fissarla perché non sfugga, per sfruttarla quando serve. Per tale ragione io porto sempre con me un taccuino. 

2) È PERVASO DA UNA STRANA FORMA DI DISTRAZIONE CREATIVA
Quando uno scrittore entra nel tunnel dell'ispirazione, il mondo che gli gira attorno non conta niente: ha gli occhi puntati al televisore, ma la mente insegue la storia che sta immaginando in quel momento; fa finta di seguire il filo del discorso del suo interlocutore, ma sta viaggiando da tutt'altra parte. In genere, ha quella che io chiamo "distrazione creativa": come tutti gli artisti è fantasioso, avere la testa fra le nuvole è la sua prerogativa, difficilmente occultabile.

3) È UN RILEVATORE AUTOMATICO DI ERRORI GRAMMATICALI
Lo scrittore-tipo ha un metal detector incorporato nel cervello, in grado di rilevare ogni sfumatura di errore grammaticale possibile. Non gli sfuggono punti, virgole, tempi verbali; anche senza volerlo capta la stonatura durante una conversazione, diventa maniaco ossessivo pure quando scrive la lista della spesa: non concepisce nemmeno di scrivere nella fretta caffe senza accento; corregge qualunque errore e, quando può, lo fa notare; si concentra persino sulle etichette informative di sconti e offerte dei negozi o sulle scritte sui muri per non darsi pace quando becca il grossolano, imperdonabile errore.

4) HA UNA SPICCATA CAPACITÀ DI OSSERVARE
Guardare non è come osservare: si guarda solo con gli occhi, si osserva con occhi e mente; spesso è un'attività inconscia: la mente si sofferma su qualcosa, conduce uno studio critico che non si ferma solo alla constatazione di dati, ma li analizza e lo fa in modo assolutamente spontaneo. Ecco, questa attività, nello scrittore, fa parte della sua naturale deformazione: lo scrittore-tipo entra dentro le cose, getta uno sguardo profondo alle persone, non solo quando le trova interessanti (lì sarebbe ovvio), ma anche quando le incontra per caso: studia, direi quasi inconsciamente, gesti, movimenti, osserva il taglio di capelli, ascolta la voce, tutto può offrirgli lo spunto per un suo personaggio o una situazione da raccontare.

5) PUNTA LA LENTE DI INGRANDIMENTO SUI PARTICOLARI
Questa caratteristica discende dalla precedente: sono i particolari, quelli che fanno la differenza. Così immaginiamo uno scrittore dentro la metro: prima osserva una scena, nota la persona che in piedi si tiene al palo, quella seduta che stringe la valigetta da lavoro fra le gambe e ha il volto stanco di chi è costretto ad alzarsi presto, al mattino, per raggiungere il posto di lavoro all'altro capo della città.
Guarda con attenzione questo, ma poi cerca i particolari: il tipo che si tiene al palo, con la mano libera si aggiusta la camicia dentro i pantaloni, ha un bottone aperto che scopre un piccolo triangolo di pancia bianca e pelosa; la ragazza, che ha la testa poggiata indietro sul sedile, tiene gli occhi chiusi, ma le sue labbra lievemente schiuse svelano la presenza di un brillantino nel dente che luccica in base al movimento del treno.
Una storia che raccolga lo spunto tratto dalla realtà si nutre di particolari.

6) VIVE OGNI COSA COME SE DOVESSE RACCONTARLA
Lo scrittore-tipo assiste ad alcune scene e immagina subito il modo in cui le porterebbe dentro la sua narrazione. Osserva, coglie il particolare e poi la sua mente elabora il pensiero che servirà a rendere interessanti quegli elementi. Allora gusta il momento in cui parlerà di quell'uomo che si reca ogni giorno al supermercato per comprare i biscotti che piacciono alla moglie, a letto, malata. Racconterà il suo amore tenero, proverà a renderlo tangibile con le parole scritte e l'anziano malfermo che riempie le buste della spesa per fare felice la consorte diventa il protagonista di una storia commovente (ho attinto questo esempio da un appunto fatto nel mio taccuino, questo inverno e che magari sfrutterò per un racconto).

7) SI ESERCITA SUI DIALOGHI COMUNI
Uno scoglio duro con cui lo scrittore si misura è senz'altro il dialogo (anch'io da poco ne ho rilevato tutte le difficoltà in termini di efficacia, coerenza, opportunità). Così gli viene spontaneo stare attento a come si svolgono le conversazioni: quali espressioni risultano credibili, in bocca a chi risultano credibili. Penso che lo scrittore-tipo abbia modo di esercitarsi nella quotidianità, leggendo dietro le inflessioni del linguaggio o cogliendo la sfumatura di un'esclamazione. Spesso memorizza l'uso di termini particolari la cui ripetitività diventa un dato utile da sfruttare, magari, per rimarcare le caratteristiche di un personaggio o per sottolinearne la peculiarità.

8) SA COGLIERE IL VALORE DELLO SPUNTO
Lo scrittore-tipo non sottovaluta le inezie della quotidianità, perché tutto può fornire uno spunto valido per dare corpo a un'idea: la postura assunta davanti al televisore, il modo in cui la vicina di casa stende le robe, in terrazza. L'occhio sorvola, poi a un tratto cade e registra. Per uno scrittore il concetto di banalità è relativo.

9) CONSIDERA LA SCRITTURA COME UNA MISSIONE
Chi scrive dà voce innanzitutto alla propria passione; scrivere è vita,  scrivere è divertimento, scrivere è sfogo, scrivere è esigenza, scrivere è anche missione: lo scrittore che crede in ciò che fa assume un impegno prima di tutto verso se stesso e quell'impegno arriva a essere un meraviglioso, indispensabile obbligo morale.

10) LEGGE TANTISSIMO
L'ho già detto in un precedente post e qui lo ribadisco: chi legge molto non è detto che sappia scrivere o che voglia farlo, ma chi scrive deve necessariamente leggere, perché il confronto con altri scrittori lo aiuta, oltreché per tutte le altre ragioni più volte specificate. L'atteggiamento dello scrittore-tipo di fronte al libro è quello di un amante premuroso, che coccola, protegge e vizia: lo accarezza, non lo abbandona mai e lo fa sentire sempre importante.

Potrebbero essere undici, le caratteristiche dello scrittore, dodici o di più, ma trovarne ancora significa rinunciare al "decalogo"!
Forse voi riuscite ad allungare la lista.

Se c'è qualcuno che si riconosce in queste caratteristiche e non sa ancora di essere uno "scrittore dentro" batta un colpo!

12 commenti:

  1. Io mi rivedo in tutte queste caratteristiche, anche se devo potenziare un po' la numero 6. Aggiungerei, a questo elenco, la capacità di sentire le energie delle persone, forse diretta conseguenza della nostra forte abitudine all'osservazione. Io mi accorgo di ogni movimento impercettibile, perché scrivere mi porta ad avere sempre le antenne alzate.. :)

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    1. Ecco, l'undicesima caratteristica: lo scrittore- tipo è capace di sentire le energie delle persone.
      Vero, non ci avevo pensato: anche a me capita di avere particolari percezioni, alcune tra l'altro più accentuate di altre! Fa tutto parte dello studio condotto per rendere al meglio la narrazione. :)

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  2. Condivisibile al 100%. Mi ci rivedo in pieno, soprattutto nelle "distrazioni creative" e nel fiuto per gli errori di scrittura. E pensare che io per grammatica e analisi logica non sono un granché, le ho completamente rimosse dalla mente, quando mia figlia mi chiede se una certa frase è "complemento oggetto" o "predicato nominale" rispondo sempre "Boh!", se però imposta una frase con un'inesattezza formale gliela segnalo subito: non so spiegarle perché sia sbagliata però sono sicuro che debba correggerla come le suggerisco io (e ho sempre ragione ;-)
    Probabilmente deriva dal fatto che leggo molto e le strutture linguistiche mi si sono avvitate nel cervello empiricamente...

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    1. Eh, mi capita spesso la stessa cosa con l'analisi grammaticale; nell'analisi logica sono più ferrata ;)
      Sono d'accordo che le letture servano ad assorbire strutture linguistiche che poi diamo per assodate.
      12a caratteristica: lo scrittore-tipo ha le regole linguistiche saldamente avvitate nel cervello (anche se non si ricorda le formule!)

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  3. Mi riconosco in tutto il decalogo, in particolare nei punti 4 e 5. Sono una osservatrice compulsiva inconscia. Una volta in autobus osservando una persona ho immaginato un intero capitolo di una storia e, siccome era una storia triste, mi è scesa pure la lacrimuccia. Quindi ho cercato di darmi un contegno per evitare che mi prendessero per matta e ho guadagnato velocemente l'uscita per evitare di perdere la fermata giusta!

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  4. Che bello questo decalogo! Tutto verissimo, soprattutto il n.2. Io sono il n.2. Sono anche tutti gli altri, ma il numero 2 di più. :D

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    1. Sì, accendo anch'io su di me prevalentemente la 2.
      Una distrazione creativa cronica e irrecuperabile! ;)

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  5. Ok, non sono una scrittrice tipo. Non prendo appunti, quando esco dalla modalità prof non vedo gli errori ortografici neppure se ci sbatto contro, sono una pessima osservatrice (del tipo che magari noto un solo particolare, che so, il colore di un fiore, ma non non vedo il brontosauro pronto a mangiarselo...), non mi esercito sui dialoghi comuni (neppure su quelli straordinari a dire il vero) e vedo la scrittura come una necessità, più che come una missione. Però leggo e sono distratta. Basterà???

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  6. Tutto verissimo. Oggi ero affacciata alla finestra e il punto otto si è manifestato alla grande... :) Sono pronta per il ricovero, vero? Spero che nel prossimo post ci dirai anche come guarire.

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    1. No, perché guarire da questa meravigliosa malattia!
      Niente cura, niente antidoto: scrittori per sempre! ;)

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