Sono le sette. Mio marito deve alzarsi per andare a lavorare. Malvolentieri, sposta il peso del corpo tutto su un fianco, poi lo affida a un gomito puntellato sul materasso, infine si mette in piedi e si avvia verso il bagno come un automa, programmato per lavarsi/sbarbarsi/vestirsi in un quarto d’ora. Puntualissimo, anche questa mattina, mi saluta, mentre io cincischio ancora un po’ a letto e gli auguro una buona giornata.
Quando mi alzo, gli mando un bacio dalla porta a vetri del salone, ma lui non mi considera, troppo impegnato a mostrare con la faccia tutti i segni della difficoltà di ascolto. Sta provando a interfacciarsi con un collega, il computer portatile acceso sul tavolo, la posa seria e convinta dello smart worker d’assalto. Questo è il suo terzo giorno di “lavoro agile”, ma aspettarsi agilità, proprio ora che serve, da un Wi-Fi che ha sempre funzionato come un organetto a manovella, sarebbe come chiedere al coronavirus di essere meno bastardo.
La tragedia allunga i suoi tentacoli anche sui due studenti in smart studying, che, con la felpa sopra e il pantalone del pigiama sotto, si siedono nelle rispettive postazioni per cominciare la loro nuova, alternativa, giornata di scuola a mezzo videoconferenze. E la tragedia è tutta lì, in quel “Pronto, pronto, mi sente, prof? Prof, io ci sono, lei riesce a sentirmi?...”: questi collegamenti sono un’autentica iattura!
L’insegnante d’italiano di Enrico parla dal pianeta Urano, stando alla qualità di video e audio:
"Ogni 5 secondi cannoni da assedio sventrare spazio con un accordo tam-tuuumb ammutinamento di 500 echi per azzannarlo sminuzzarlo sparpagliarlo all´infinito... tam-tuuumb... taratatatata delle mitragliatrici strillare a perdifiato sotto morsi shiafffffi traak-traak..."
Ma non c’è intermittenza: ci mancava pure la lettura del famoso testo di Marinetti! Come se non bastasse già il bombardamento del Covid-19.
Nella stanza dove suona, Edoardo ha una connessione attiva con il professore di filosofia, che spiega Kant come se stesse parlando del mago Otelma. Mentre cita la “Critica della Ragion Pura”, mio figlio segue quella della “Ragion Pratica” e, nei fatti, sposta l’attenzione sullo spartito dei “Momenti musicali” di Schubert: fra meno di mezz’ora lo aspetta anche il maestro di musica per la sua lezione in rete e dovrà aprire nel tablet una piattaforma diversa da quella che sta usando per la didattica a distanza. Il suono del pianoforte curato attraverso uno schermo di 10 pollici...: che s’ha da fa’!
Mentre sono in corso tutti questi operosi scambi negli unici device di cui disponiamo: un pc in postazione fissa, un portatile e un tablet, anch’io, finita la colazione senza il piacere di pianificare la giornata (non ci sono priorità da assecondare, solo spazi da riempire con il da fare quotidiano, vuoto di urgenza), mi concedo una “videoconferenza”. Parlo con mia madre via whatsapp, più che altro la videochat è la moviola di una conversazione che procede per fermoimmagine; meglio di niente: non scenderò in Sicilia, a Pasqua e annego il dispiacere in boccali di tisane alla melissa.
Per tutta la mattinata, il corridoio è un fuoco incrociato di voci che rimbombano a volume alto per ovviare alle difficoltà di ricezione. Toh, c’è pure un pianoforte che si fa largo nel caos!
Io, intanto, appesantisco la linea, ma non rinuncio a spararmi una partita di Ruzzle: rivendico la mia porzione di Wi-Fi, chiudo l’ultimo round con 85 parole e schiaccio l’avversario con il punteggio finale di 3547 a 2597.
Io, intanto, appesantisco la linea, ma non rinuncio a spararmi una partita di Ruzzle: rivendico la mia porzione di Wi-Fi, chiudo l’ultimo round con 85 parole e schiaccio l’avversario con il punteggio finale di 3547 a 2597.
-Laggoooo... (voce del famoso verbo “laggare”)
- Mamma, ma stai usando internet?
- Io? Nooo.
- ... Ho perso il contatto con la prof.
- Mamma, ma stai usando internet?
- Io? Nooo.
- ... Ho perso il contatto con la prof.
Conversazione urlata tra stanza in fondo al corridoio e cucina.
- Si può avere un po’ di silenzio: sto lavorando!
Cielo, dimenticavo lo smart worker chiuso in salone!
Cielo, dimenticavo lo smart worker chiuso in salone!
Sullo sfondo, una colonna sonora perfetta: mio figlio esegue al piano “Pieces from Romeo and Juliet” - op. 75 n. 6 di Prokofiev.
In periodi come questo, il router, in casa, assurge allo status di oggetto benedetto :)
RispondiEliminaCon liturgie mattutine recitate a mani congiunte per ottenere la grazia! 😁
EliminaQui siamo solo in due, ma siamo due informatici (io sono l'informatico puro, il socio di minoranza è un altro tipo di tecnico), quindi il mio modem della Fibra, seppure abituato ad alti ritmi, questa settimana soffre l'inferno. Mi ha inviato una mail PEC dove chiede il prepensionamento per lavoro usurante... :D
RispondiEliminaPS. Leggevo da un'amica scrittrice americana che è importante scrivere un "journal", come lo chiamano loro, di questi tempi perché saranno testimonianze dirette della pandemia per i posteri. Molto più reali e vissute dei telegiornali. ;)
Te lo ricordi Marvin, il robot maniaco depressivo della Guida galattica? 😂
EliminaIl tuo modem me lo ha ricordato, ahahahah!
Siamo in molti, ho notato, a raccontare questa strana quotidianità: forse le pagine scritte o salvate su file testimonieranno di più di quelle contenute sui social o in un blog, che per natura sono di passaggio.
Credo che trascriverò su cartaceo questi brevi contributi, perché la scrittrice americana ha ragione e, chissà, un domani potrebbero essere reperti preziosi per chi verrà dopo di noi.
Bella pagina di diario :) . Almeno stai bene, in questo caos. Ho smesso di affacciarmi sui social dove non mi piace più da un po' ciò che si condivide.
RispondiEliminaCiao Giovanni, stai bene anche tu, mi fa piacere.
EliminaGrazie, ho deciso di sdrammatizzare un po’ questa quotidianità opprimente. In fondo, quale migliore occasione per utilizzare la scrittura nel modo più utile che conosciamo. 😉
Pensa che io ho accettato un'offerta gratuita per la fibra due settimane prima del casotto da Contagio
RispondiElimina. E adesso godo i frutti :)
Donna lungimirante fosti! 😋
EliminaAhahah
RispondiEliminaMa quanto casino fate (pandemia a parte) per costringere il tipo del piano di sotto a bussare sul soffitto. :))
Comunque ti capisco benissimo e, proprio ieri, parlavo dei disagi della didattica a distanza.
Non possiamo pretendere che tutti abbiano l'adsl e un ottimo router.
Io, ad esempio, non ce l'ho e se Lorenzo frequentasse le elementari sarei spacciata.
Fino ad allora mi attrezzerò. O magari pregherò che non chiudano mai più le scuole. ;)
In effetti... un po’ rumorosi lo siamo: abbiamo tutti voci squillanti, per esempio e i miei figli potrebbero recitare a teatro, tanto parlano con tono vigoroso (eufemismo, ehm!). Il fatto è anche che noi siamo gente allegra, questi di sotto non vivono: non li senti, sono in quattro più due cani di grossa stazza, che manco abbaiano. ‘Na tristezza! 😅
EliminaComunque, questa pandemia non poteva capitare nel periodo più sbagliato: mio figlio, il maturando, non si rassegna al fatto che chiuderà la sua esperienza al liceo senza potere più mettere piede nella sua classe.
Devo ammettere che Kant in versione mago Otelma ha stimolato molto la mia curiosità! Non si potrebbe sentire qualche stralcio di quella lezione??
RispondiEliminaAhah, sapessi! Una volta, qui sul blog, ho raccontato di questo professore, nuovo rispetto a quello che c’è sempre stato, che non ha una grande competenza e tratta due materie come storia e filosofia, fondamentali in un liceo, come se stesse ricordando cosa deve comprare al supermercato: elenchi di date, nomi, argomenti trattati a volo d’uccello... Un disastro, però, paradossalmente, è quello che si è attivato prima di tutti sulle piattaforme on line. Non lo segue nessuno con interesse, ma l’impegno, in questa drammatica circostanza, c’è. Si apprezza.
EliminaIo purtroppo (o per fortuna, poi lo capirò) non posso essere un lavoratore "smart" perché la mia ditta ha deciso di restare chiusa in toto... non oso pensare a quando, fra qualche settimana (spero, forse) aprirò la posta elettronica e troverò 2.578 messaggi arretrati...
RispondiEliminaNe troverai molti di più, stando così le cose! 🤪
EliminaAlmeno, approfitta di questi giorni per fare il carico di futura, buona volontà.
Come ti capisco. La nostra connessione per fortuna ora regge, ma i miei alunni, poveri. Chi non ha audio, chi non ha video, chi va a scatti. E ora arriva l'ordine di aumentare le ore in videoconferenza, perché caricare i materiali sulla piattaforma non è empatico... Anche insultare la connessione in diretta non lo è...
RispondiEliminaCon il greco siamo messi male: l’insegnante usa una chat, anziché la videoconferenza e corregge le traduzioni scrivendo, immagina quanto tempo impiega!
EliminaCerto, io la vedo dal lato degli studenti, tramite i miei figli, ma anche voi professori... che bel carico di lavoro e scocciature (pure gli insulti in diretta...! 😁)
Noi abbiamo per ora contatti whatsapp, via registro elettronico e qualche accenno di classroom. A giorni alterni ci fanno installare Skype, jetsi e ogni diavoleria esca fuori, giusto per impazzire un po'. Di fondo fortuna che ho un buon wifi che ci permette buona connessione. La mia vicina a fianco, mia madre, si lamenta che ora le sembra un po'lenta,e come te la usa per svagarsi un po'. Ogni tanto guardo la scatoletta magica fulcro del nostro quotidiano,illuminata come un albero di Natale e le auguro lunga vita.
RispondiEliminaStiamo messi bene va!
Sì, quella scatoletta è diventata oggetto sacro (per tornare al commento iniziale.)
EliminaE non parliamo di piattaforme, che qui ogni giorno ne spunta una nuova: Moodle, webex, weschool, Skype... 😨
Bel quadretto! Quando ci si pesta i piedi con la connessione la famiglia tracolla. Noi abbiamo ancora 7 mega, penso che siamo rimasti gli ultimi, che nemmeno in Burkina Faso. Tra poco arriverà la... tadà!... 20 mega. Svantaggi dell'essere montanari. ;)
RispondiEliminaDaje, Grazia, 20 mega! 🎉🎉😁
EliminaPerò, vuoi mettere il lusso di potere fare una bella passeggiata senza la preoccupazione di incontrare i carabinieri con la paletta alzata!
Ben detto. :D
EliminaChe poi se mancasse internet, sarebbe quella la vera tragedia, e non scherzo.
RispondiEliminaPer carità, Pietro, inimmaginabile!
EliminaMi tengo la carretta così com’è! 😉
:D Maddai lo smartworking non è così male se gli smartworker sono in un'altra casa :DDDD
RispondiEliminaCome detto la prossima quarantena ti do le chiavi di casa mia e puoi giocare a Ruzzle tutte le volte che vuoi
baci!
Al primo “via” consentito da Conte, mi fiondo! 🙌🏻
Elimina(Mi ero fatta una certa fama su Ruzzle e ora... sto router barbino mi sta facendo declassare. No no, qui urge soluzione!) 😁
Io sto vivendo questa quarantena in modo del tutto opposto: sono sola per la maggior parte del tempo in questa sala grande, con un portatile Mac e una connessione tutta per me. Meglio, perché già solo la didattica a distanza assorbe il 60% circa del tempo al pc in una giornata.
RispondiEliminaSiamo al delirio, Mari', ora la preside ci dice pure che dobbiamo seguire una serie di webinar (corsi di aggiornamento a distanza con tanto di verifica) sulla valutazione in tempo di quarantena.
Ci credi che siamo più stanchi del solito?
Sì, ci credo! Me ne accorgo vedendo quanta fatica queste lezioni a distanza comportino per molti degli insegnanti dei miei figli. Immagino tutta la difficoltà. Un giorno lo racconterai ai tuoi futuri studenti: sei la prof. cha ha attraversato indenne la quarantena dovuta alla pandemia. 😉
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