giovedì 23 maggio 2024

Ni hao

Amo i miei ricci. Quando ero bambina mia madre si ostinava a pettinarli e io andavo a scuola con un enorme nido di uccelli in testa, che mi regalava tre centimetri di altezza. Qualche volta, per comodità e per sembrare più ordinata, li legavo in due code laterali, che mi sarebbe piaciuto fossero come quelle vaporose della mia beniamina Candy Candy e invece erano due covoni pendenti sulle spalle. Crescendo, mi sono affrancata dalle idee di ordine di mia madre e ho imparato a gestire i capelli in autonomia, trattandoli con prodotti specifici, balsami, creme, maschere rigeneranti, in grado di trasformare il crespo dei ricci in onde morbide e ben disegnate; soprattutto non li spazzolavo, evitando l’effetto zucchero filato. E da lì in poi ho cominciato ad amarli. Non ho mai frequentato le parrucchierie se non per accorciare la lunghezza e per qualche occasionale messa in piega. Anni e anni di capelli lasciati al naturale, che lavavo e asciugavo in un fiat, senza perdere tempo appresso a lisciature e piastre: un po’ di mousse coiffante, diffusore collegato al fon e via: ricci perfetti e grande soddisfazione.

Ma il tempo, inclemente, invecchia tutto. Il tempo e le gravidanze - dicono.

Io, negli anni, ho curato e mantenuto i miei capelli, ma adesso non è più come quando mi pesavano sulle spalle ed erano corposi, gonfi e di un colore castano vivo. La prima cosa ad andarsene è stato il volume, poi la quantità, poi il castano. Adesso il bianco ha cominciato a insinuarsi in mezzo alla capigliatura e la famosa “ricrescita” non dà tregua. Lungo la riga laterale i centimetri di grigio si fanno largo con grande protervia, è come se volessero dire: “eccoci, siamo tenaci e vinceremo”. Ma so ancora gestire la battaglia e per adesso la vinco io, qualche volta con le mie armi (mi munisco di ammoniaca, crema colorante n.4, guanti, pennello e vaschetta per la miscela e perdo un’ora e mezza della mia giornata per farmi il colore), qualche volta (molto più di rado) recandomi dal parrucchiere, che qui a Roma, solo per shampoo, colore e messa in piega prende la quota di una cena per due a lume di candela in un ristorante pentastellato (e se ci aggiungi il taglio e qualche diavoleria tipo colpi di sole, mèche o degradé, fai prima a pagare un biglietto andata e ritorno per l’arcipelago delle Comore), ma di bravo è bravo e sa farmi i capelli come li voglio io.

E dunque, come fu come non fu, il giorno che pensai di sistemarmi i capelli senza perdere tempo né chiedere un mutuo per una rapida piega (non necessaria, peraltro), decisi di tradire il mio fido hair stylist per provare un negozietto di parrucchieri cinesi, che tengo d’occhio da un po’, per la comodità (è vicino casa), perché mi ispira fiducia (è dignitoso, sempre pieno di clienti) e perché i prezzi non svuotano il portafoglio. Non hai nemmeno bisogno di prenotare: passi, ti affacci sull’uscio: “posso farmi i capelli?” e se non c’è nessuno ti accomodi all’istante. È accaduto esattamente questo, la mattina in cui, tornando a piedi dal mio giro-spesa, superando appena il locale, mi sono fermata, ho fatto due passi indietro e vedendolo miracolosamente vuoto (erano le 12.30) mi sono affacciata sull’uscio e ho detto: “Posso?” - “Cosa devi fale?” - mi ha chiesto un lui che stava mettendo i bigodini a una signora - “Solo shampoo e messa in piega” - “Ah, okay!” Si è guardato attorno, ha chiamato qualcuno e da uno stanzino laterale è venuta fuori una lei, minuta, che aveva il sorriso in pendant con gli occhi e mi ha detto “Plego, accomodati”. Così ho poggiato in un angolo il pacco della spesa, ho tolto la giacca e mi sono accomodata.


Una delle cose che amo meno, quando mi affido alle mani di chi fa lo shampoo, è la posizione della testa: indietro su quel catino con l’incavo poggia-collo, avverto sempre l’urlo feroce delle vertebre cervicali (poi io, in particolare, ho un conto sempre aperto con la cervicalgia) e non vedo l’ora che il lavaggio finisca presto. Quello cinese è durato ben quindici minuti. La schiuma gonfiava sotto il massaggio delle dita risoluto, incessante, con le unghie che grattavano vigorosamente la cute: non uno shampoo, uno scalpo! 

Al termine della tortura mi sono seduta davanti allo specchio con in testa un turbante alla Moira Orfei e ho recuperato l’ottimismo vedendo la parrucchiera annuire alle mie richieste: “Li vorrei così!” le ho detto, mostrandole il modello salvato sul cellulare, questo:

banali onde, che la graziosa cinese ha tradotto: “Mossi? Ok” In uno slancio eufemistico ho pensato che lei sapesse esattamente come procedere. Il suo “Io con la piastla fale così!” era letteralmente “io con la piastla fale così”, dal momento che mi ha asciugato alla rinfusa i capelli come si fa di solito per togliere il grosso del bagnato e poi, senza una preventiva lisciatura con fon e spazzola, li ha divisi in settori e, ciocca per ciocca, me li ha stirati, tirati e arrotolati attorno alla piastra, stressandoli due tre volte per garantire uno styling perfetto. Con la coda dell’occhio le osservavo la gonna in maglina e il grembiule chic color amaranto, con i ricami e gli strass sulle cuciture delle tasche e cercavo persino di stare dietro alla vivace chiacchierata in lingua madre tra lei e il collega,  con quei suoni cantilenanti, wan hoo chiin..., al solo scopo di distrarmi da ciò che cominciava a sembrarmi un’autentica débâcle. 

Risultato? La resa, nonostante la scorciatoia per dare subito forma ai capelli, non era male, ma nemmeno lontanamente paragonabile a ciò che avevo richiesto. Non ho una foto da mostrare (come quella del modello che avrei voluto), ma immaginate una parrucca di boccoli spettinati per creare l’effetto mosso, che mi facevano sembrare una via di mezzo fra Shirley Temple e Orietta Berti. La realizzazione di avere preso un bidone è durata un frangente di tempo lunghissimo e mentre la garbata cinese mi guardava compiaciuta attraverso lo specchio, aspettando che mi alzassi dalla poltrona, io cercavo di intuire dove sarebbe finito il ciuffo caduto su un occhio, se lo avessi spinto via con un soffio.

“La plossima volta tu lisci come me.”

Grande sorriso di circostanza.

La prossima volta io passare, salutare e tirare dritto. 

Ni hao!









29 commenti:

  1. Ho riso un sacco per questo tuo post e scoperto che abbiamo molte cose in comune.
    Anche se tu, ad onor del vero, sei più coraggiosa, perché io non avrei mai permesso ad un Cinese di mettermi le mani in testa. Con tutto il rispetto.
    Faccio da me quasi tutto. Vado al parrucchiere una volta all'anno, a settembre, per accorciare i capelli dicendo addio alle punte sfibrate che il sole causa.
    Ma non faccio mai la piega o il colore fuori casa. E meno male, se no sarei calva!
    Anche qui bisogna vendersi un rene, non credere. Ma per fortuna io spendo al più 20€ all'anno.

    Comunque, perché ti ha scorticato il cuoio capelluto in quel modo? Non sarà che avevi la cute unticcia? No, ti prego. 😂😂
    Magari hai beccato una parrucchiera che doveva sfogare un po' di nervi e stress sulla prima malcapitata. 😂😂

    In sostanza, la prossima volta tira dritto e bon salutare nemmeno! 😂😂😂😂

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    1. Ahahah, mi puoi capire allora! I miei capelli, anche quando sono sporchi, mantengono una piega perfetta, il riccio salva😀 Credo che sia proprio la modalità della signorina sciampista, poteva miseria, che energia (per usare un eufemismo)
      E comunque sì sì, la prossima volta cambio direttamente strada!

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  2. Purtroppo i miei capelli fini richiedono maggior manutenzione, non potrei mai rischiare. Mi salvo ancora dall'obbligo di tingerli, essendo bionda naturale, ma devo comunque passare dalla mia fidata parrucchiera almeno una volta ogni tre mesi, per la ristrutturazione (senza superbonus per me :P ) Devo dire che ho avuto pessime esperienze in passato con parrucchiere nostrane che non mi ascoltavano, che volevano propinarmi sempre il prodottino da portare a casa (mentre oggi si acquista già scontato negli shop online) o peggio ancora mi combinavano come mia nonna, con messe in piega davvero improbabili. Una poi mi sbagliò proprio la permanente (all'epoca mi piacevano i ricci ma i miei sono solo mossi), doveva essere leggera e invece no, me li rovinò proprio. Un sacco di paglia in testa.
    Da qualche anno ho uno studio a cinque minuti d'auto da casa, con tre donne fantastiche. E anche se faccio fatica a stare sia al lavaggio (da bambina, la parrucchiera di mia madre mi ha bagnato tutta la schiena, sbagliando la posizione della sedia!) e ancora di più ferma in posa per la ristrutturazione, la parrucchiera è una delle coccole che mi concedo, un momento solo per me stessa. L'ultima volta mi ha fatto i complimenti che i capelli erano meno sciupati del solito, merito del Dyson Supersonic che mi hanno regalato a Natale. Non ci credevo, ma funziona bene.

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    1. Il capello riccio ha di buono che ha bisogno di poca manutenzione e per fortuna! Io non vivo il parrucchiere come una coccola, per me è solo una perdita di tempo, poi adesso è una iattura, col colore, la posa e tutte quelle infinite camurrie che ti fanno perdere una giornata! Certo la parrucchiera che ti ha bagnato tutta la schiena...DA GALERA! 😬😄
      Ti invidio il Dyson: io ho l'aspirapolvere e vorrei tutto di questa azienda: troppo avanti! 🔝

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  3. Eh, gli appuntamenti col parrucchiere possono essere fonte di grandi delusioni. Peccato perché ci hai tolto l'ultima speranza, che i parrucchieri cinesi fossero più affidabili (comunque qui da me ce ne sono anche parecchi indiani...)

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    1. Saranno tutti così? Chi lo sa, certo non voglio scoprirlo: mi è bastato un campione! 😀

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  4. Se vuoi risolvere il problema alla radice, io ho la macchinetta! :D

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  5. è na guerra... la riga bianca, la riga nera https://youtu.be/NWjZD37rkhM?t=47

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  6. E' sempre un problema incappare nel parrucchiere sbagliato! Tu gli raccomandi poco shampoo perchè altrimenti i capelli si elettrizzano e loro te ne scaricano mezzo flacone. Così quando esci somigli a Linus quando Lucy gli ha sepolto la coperta, non so se hai presente!... A me è successo...

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    1. Esatto, io dico A e loro vanno direttamente alla Z. Sembra proprio di parlare due lingue diverse! Niente, io mi sono rassegnata! Che poi ho raccontato l' esperienza dal cinese, ma non è che i parrucchieri italiani mi abbiano mai regalato grandi soddisfazioni!

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  7. I capelli croce e delizia della vita, ti capisco benissimo Marina. Io ho combattuto con i miei capelli tutta la vita, i miei sono ondulati (ma non vengono come nella foto del tuo modello, no) l’ondulato è una via di mezzo tra riccio e liscio, quindi né carne né pesce, avevo trovato la soluzione asciugandoli a testa in giù e mettendo delle schiume (veniva un riccio accettabile) poi quando la mia vita ha incrociato un casco da moto (ormai quasi 20 anni) ho optato per i capelli lisci (con spazzola e phone del parrucchiere vengono bene, un po’ meno quando li faccio io…).
    Una volta sono stata da un cinese anch’io per fare la piega, ma la sensazione delle unghie (lunghe) sulla mia testa non posso più scordarla, argh

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    1. Anche tu le unghie conficcate in testa! Ma che ce l' hanno di vizio! 😄
      Io dico che quelle onde lì un buon parrucchiere deve saperle fare: se le vedo in giro, qualcuno sa farle, ma può essere che siano solo i parrucchieri delle stars a saperlo realizzare? Mah!

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  8. Io dal parrucchiere sto botta di cinque ore, certe volte! Per questo lo detesto. Questo cinese mi aveva fatto risparmiare tempo e denaro, ma con uguale scarsa soddisfazione. E niente, non c'è storia!

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  9. Lara è cliente fissa dal cinese più vicino e si trova bene. Credo ci vogliano comunque i vostri capelli, per i miei, fini e radi, non ci sarebbe speranza. Io mi affido a un gruppo di giovani sul corso principale di Grottaferrata, vicinissimo a scuola. Detesto prendere macchina e cercare parcheggi per il parrucchiere. E mi scoccia pure molto quando, allo scadere delle sei settimane, devo tornare a farmi fare colore e taglio. Portandoli corti, questi appuntamenti non possono superare le sei settimane. Comunque questa ragazza non ha prezzi alti. Per taglio, colore e piega prende 45 euro, qui a Grottaferrata è davvero onesto.

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    1. Verrei là a farmi i capelli, ma se già mi scoccia andare dal parrucchiere, pensa farmi venti km per raggiungerlo! 😅

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  10. Ah ah ah, mi hai fatto sorridere nel raccontare l'epilogo del taglio .... diciamo che i cinesi sono si economici ma possono andare bene per un taglio magari maschile e senza troppe pretese .... per le esigenze femminili non li vedo preparati (salvo magari qualche eccezione). Un saluto :)

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    1. Non me li sarei mai fatti tagliare da loro, ma manco una messimpieguccia! 😄

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  11. Sembrano le mie avventure con i capelli. Ne ho provate di tutti i colori, cambiato parrucchiere, mostrato foto bellissime che hanno restituito delusioni grandissime, come è accaduto a te. Per non parlare di capelli bruciati da tinte troppo schiarenti e successivi tagli e tentativi di ripristino di una condizione di minima rispettabilità. Insomma, per fartela breve io viaggio da anni con una sorta di scopa in testa, che puntualmente si arruffa o si affloscia a seconda del tempo. E siccome sono pigra e non amo stare ore dal parrucchiere, ormai ci vado solo per una spuntatina (ma cinesi, no, per favole!) e faccio tutto d me. Vuoi sapere la mia ultima scoperta, dopo due anni che non faccio più un colore, proprio per evitare quella schiavitù della tinta? Ho scoperto la Keratina lisciante fatta in casa. E finalmente ho dei capelli decenti (non a caso dopo anni tutti li notano). Hai fatto benissimo a dare dignità a un tema che ci affligge da sempre!

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    1. Ahahah, e che dignità! In pratica ho detto che i parrucchieri romani sono caravigliari e quelli cinesi una schiappa. Generalizzando, naturalmente! Ma io, credimi, con i capelli ricci sarei a postissimo se non fosse che ogni tanto mi acchiappa il ghiribizzo della novità! 😁

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    2. Italianizzazione del termine siculo "caravigghiari", quelli che vendono a caro prezzo😉

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  12. Mi hai fatto sorridere con questo post! :D Anche a me è capitato di andare dai cinesi qualche volta e confermo che certe volte il lavaggio è piuttosto "energico"!

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