domenica 24 aprile 2016

Riepilogo domenicale


Leggere il manuale "Siediti e scrivi" mi ha giovato, questa settimana. Tra uno slalom fra gli scatoloni da svuotare, la riorganizzazione di cassetti e armadi, lavatrice in funzione h24 e mani sempre a mollo per rendere riutilizzabili piatti e bicchieri, ho sempre trovato spazio e tempo da dedicare alla scrittura. 
Il risultato è che sono riuscita a partorire due articoli nei miei due giorni di calendario editoriale, a tenere il passo con le prove proposte nel blog tour di Michele che naviga sempre a vele spiegate, ma con la casa ancora nel caos. Dovrei dire "chissenefrega" (e l'ho fatto) ma comincia a venirmi l'ansia da ordine che mi assale sempre quando la soglia di tolleranza comincia ad abbassarsi!

Eppure, anche stamattina, mi sto ritagliando una piccola parentesi di distrazione che voglio impiegare riportando in questa pagina le mie versioni sui due esercizi cui ho partecipato negli ultimi giorni: il "Thriller paratattico", ospite questa settimana nel blog "Semi d'inchiostro" (oggi sono iniziate le votazioni, fate un salto a leggere e, perché no, esprimete una preferenza!) e le "Quarte di copertina", con l'inaugurazione di una nuova stagione: la "Biblioteca Scarparo", a opera della webnauta Barbara Businaro.
Così vi auguro una Buona domenica in compagnia di due storielle che come sempre rispondono alla mia esigenza di divertimento intelligente!


La proposta di Seme Nero per il Thriller paratattico di questa settimana era questa:
"se il protagonista non fosse più la solita ragazza sperduta, ma fosse il dentista?"

Questa la mia versione (ma ce ne sono di più strepitose!):

Via di Montmartre, 12/B. È qui che M.S. ha il suo studio. Lo chiamano “il re delle arcate”, ma non è di un architetto che stiamo parlando, bensì di un un illustre dentista che riceve sempre in tarda serata, quando la scura coltre di buio riempie di ombre ogni angolo di strada.
Manca ancora qualche minuto e poi arriverà la paziente più attesa, fasciata nel suo solito tubino nero, con quella erre francese che le si scioglie nel palato e il portamento regale di una etoile.
Mentre aspetta il suo arrivo, fissa la boccetta di vetro opaco poggiata sul vassoio, contenente il potente anestetico che ha deciso di somministrarle. Stavolta sa cosa fare, basta con i continui rifiuti: prova a invitarla a cena da un pezzo e tutte le volte quella donna gli rifila un secco no. La negazione è frustrante e la sua cieca passione accresce. E dire che lui è un bell’uomo ed è molto ricco, un ottimo partito, si direbbe, con quello che guadagna un dentista! Eppure, la francesina tutto pepe, che gli ha fatto perdere la testa, è un osso duro, non ne vuole sapere, è adorabilmente altezzosa e stronza al punto da indurre un professionista affermato a sperimentare un’anestesia con dose da cavallo per sedarla e riuscire ad averla per sé, fosse anche per pochi minuti. Senza ammazzarla però, perché lui, comunque, in galera, per una stronza, non ci vuole andare.
Alle 19,00 in punto lei è lì.
Il nostro dentista rimane incantato: questa volta la giovane donna ha pure i tacchi, ci prova gusto a provocarlo e ha una profumo addosso che mio Dio! accende subito la miccia delle sue cattive, premeditate, intenzioni.
Lui sorride, lei si accomoda nella poltrona; lui le dice “non si preoccupi, non si accorgerà di niente”, lei annuisce con la bocca già pronta per l’operazione e chiude gli occhi con un fluf di ciglia sbattute che lo manda k.o.
Il dottore avvicina la lampada al suo viso per accertarsi dell’efficacia dell’anestesia. Dorme un sonno profondo. Finalmente! Il suo desiderio sta per avverarsi.
Ha la pelle liscia, le sfiora il braccio, per un attimo le stringe i polsi, poi la mano scivola più giù e più giù ancora… A quel punto gli sembra di percepire un fremito della donna, sotto di lui e di sentire una sua debole lamentela. Si allerta, lei comincia a tremare, qualcosa sta forse andando storto? Panico, sudore, si guarda attorno, si allontana dal corpo violato e la prima cosa che gli viene in mente è afferrare il bicchiere pieno di disinfettante e gettarle il liquido in faccia: svegliati, svegliati. Poi le accarezza il viso, la scuote e si tranquillizza quando vede la giovane parigina aprire gli occhi con un urlo soffocato e guardarlo impallata sotto la luce del neon. È viva. Pericolo scansato! Niente galera, questa volta!
“Tutto fatto, signora” le dice abbozzando un sorriso.
“Ma… sono tutta bagnata” è la sua risposta piccata.
“Un piccolo incidente, durante l’operazione. È ovvio che, per l’inconveniente mi pagherà solo mezza corona.
Per farmi perdonare, posso invitarla a cena?”

Invece per le quarte di copertina, il compito (che a me viene sempre difficile) era di rendere accattivante una storia che avesse questo titolo: "Tre uomini in banca" (libro famosissimo scritto da Jerome K. Jerome, lo conoscete, no?).


La mia quarta:

Cardona è un piccolo paese di campagna, dimenticato dagli uomini e da Dio. La gente vive prevalentemente di agricoltura, la scolarizzazione è ridotta ai minimi termini, l’ignoranza è dilagante. Turi, figlio di “putiari”, commercianti di generi alimentari, è uno dei pochi giovani che riesce a ottenere il diploma di ragioneria conseguito nell’Istituto Superiore della “grande città”, Stercara, lontana e irraggiungibile. Un giorno, durante una riunione del comitato di quartiere, nella quale si discute di come dare dignità al paese relativamente alla gestione dei piccoli risparmi e dei mutui agevolati per l’acquisto dei terreni a uso agricolo, Turi ha un’illuminazione: propone la fondazione di una Banca locale, asservita ai bisogni degli abitanti di Cardona, il BCA, Banco di Credito Agricolo, cardoniano. Coinvolti nel progetto, unici membri insieme a Turi del comitato promotore, Gino, bovaro con ambizioni imprenditoriali e Vanni, agricoltore pioniere dell’avveniristico sistema di irrigazione dei campi a energia solare.
Quando i tre uomini si recano a Stercara, per chiedere l’autorizzazione alla Banca d’Italia, ha inizio un’avventura esilarante che alternerà momenti di riuscita comicità a pause di riflessione. Dalla redazione dell’Atto Costitutivo in un improbabile dialetto alla formulazione del piano industriale con l’aiuto di dubbi personaggi, “Tre uomini in banca” si candida a divenire il romanzo più divertente degli ultimi anni, un autentico caso letterario dalla cui storia è stata tratta la sceneggiatura del film “Tre uomini e una banca” campione di incassi al cinema per la stagione 2015/2016.

Dovreste provarci anche voi, qualche volta. che dite?


11 commenti:

  1. Mi sento come un personaggio dei cartoni animati: ho cominciato il blog tour quasi per scherzo, lanciando una piccola palla di neve giù per la discesa. E adesso me la trovo a valle, grande come una casa, lanciata a tutta velocità :)

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  2. Una quarta di copertina così secondo me spaventerebbe molti potenziali lettori. Richiede molta concentrazione seguirla.

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    1. Ma i banchieri di Cardona sono già diventati un fenomeno letterario, ahah!

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  3. "Tre uomini in banca" potrebbe davvero diventare una storia interessante con una trama del genere :-D
    Perché non ci provi?

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    1. Perché ci ha già pensato Jerome K. Jerome a farlo! :P

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    2. Mi unisco all'invito di Ariano XD
      Brava Marina! (ho preferito la "quarta" dei Cardona :D)

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  4. Carina anche questa tua versione del thriller.
    Il tuo Tre uomini in barca partiva tipo I Malavoglia per fare poi una virata pazzesca!

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  5. Molto belle entrambe le realizzazioni! I miei complimenti ;)

    Sono iniziative davvero molto interessanti, prima o poi arriverò anche io a cimentarmi con voi :D

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