Gli strumenti elettronici, benedetti, per carità!
Celerizzano, praticizzano, indispensabili, risolvono tutto, rispondono a ogni esigenza, ma tradiscono, cacchio se tradiscono. (Oh mentale, maledetto mentale: io penso a un mare di parolacce e tu mi obblighi a scrivere pappardelle addolcite.)
Sono i peggiori, come certi uomini che ti fanno la corte, ti conquistano, ti fanno credere di essere indispensabili e poi nei momenti meno opportuni ti mollano e chi s’è visto s’è visto.
Ora io dico: ma ‘ndo c. è finito quel bell’articoletto che ho scritto quest’estate e ha aspettato il suo momento per tre mesi, zittito dal mio “no, non è ora: ti ho inserito nel calendario del blog post-estivo.” e lui a scalpitare: “dai, sono carino e posso piacere. Pubblicami”?
Sì è offeso. Si è offeso, ha girato i tacchi e se n’è andato oppure si è nascosto per farmi impazzire. Ah, ma se lo becco, prima gli do gli arresti domiciliari per un altro mese e poi gli faccio fare il suo ingresso nel blog.