giovedì 18 aprile 2019

L'eco del Giovedì Santo

Processione del Giovedì Santo: "La Crocifissione"


Le tradizioni sono la voce di un popolo, il filo che cuce la storia di un paese e la Sicilia è piena di riti, di usanze che, oltre a perpetrarsi di generazione in generazione, costituiscono l'humus su cui si fondano valori e si consolidano abitudini.
La Settimana Santa è una delle più suggestive testimonianze corali di Caltanissetta, la mia città. La domenica delle Palme inaugura tutte le iniziative religiose legate alla passione e morte di Gesù Cristo, che durano fino alla domenica di Pasqua.
Chi non ha mai visto sfilare le "Varicedde" del mercoledì santo e le "Vare" del giovedì si perde uno dei momenti più belli della nostra tradizione religiosa: i "gruppi sacri", che rappresentano le tappe della Via Crucis, animano le vie del centro con sculture in cartapesta e gesso montate su carri un tempo spinti a mano; le bande musicali accompagnano la processione con solenni composizioni funebri e il pubblico si raduna sui marciapiedi per assistere alla processione dei carri.

Io sono qua, in mezzo alla folla, e ho 13 anni.

giovedì 11 aprile 2019

Benvenuti in Stasiland

Berlino est, il Muro e la Stasi, nel saggio di Anna Funder

"Il Muro è stato cancellato così in fretta che nelle strade non ce n’è quasi più traccia. Solo una piccola parte della sezione più pittoresca rimane, come una sgargiante pietra tombale."


Nel 1989 ero al secondo anno di università e la pagina del mio diario datata 9 novembre racconta di un litigio con le amiche con cui condividevo l'appartamento a Palermo. Noi alzavamo la voce per delle inezie, mentre una folla di gente, la notte dello stesso giorno, si riversava nelle strade di una città divisa in due da un muro, per festeggiare la libertà, ritrovata dopo quarant’anni di dittatura comunista.

martedì 2 aprile 2019

L'eco #2 - Archivio di ricordi: Palermo 1990

Facoltà di Giurisprudenza - Palermo


Ho un ricordo che si rinnova ogni aprile. Tutti gli anni, dal lontanissimo 1990. Fiorisce come la primavera, ma ha i colori dell'autunno.

giovedì 28 marzo 2019

L’essenziale è invisibile agli occhi


Guardate attentamente questo paesaggio per essere sicuri di riconoscerlo se un giorno farete un viaggio in Africa, nel deserto. E se vi capita di passare di là, vi supplico, non vi affrettate, fermatevi un momento sotto le stelle! E se allora un bambino vi viene incontro, se ride, se ha i capelli d’oro, se non risponde quando lo si interroga, voi indovinerete certo chi è. Ebbene, siate gentili!
Non lasciatemi così triste: scrivetemi subito che è ritornato...

giovedì 21 marzo 2019

L’eco #1 - Archivio di ricordi


Oggi, intenzionalmente, ho aperto uno dei miei taccuini e ho riletto un’annotazione di non molto tempo fa, avente per oggetto una cabina telefonica.

martedì 12 marzo 2019

Prendi l’arte e mettila nelle quarte


Io sono una lettrice anomala: non mi affido alle quarte di copertina per la scelta di un libro da leggere. Le ignoro, in più - comportamento, forse, ancora più anomalo - aspetto di finire la lettura per poi risalire a tutte quelle pagine saltate all’inizio: risvolti, eventuali note introduttive; non vado nemmeno a spulciare fra le recensioni, perché non voglio farmi condizionare dai giudizi altrui. Potrei quasi dire che la politica promozionale di un'opera letteraria mi lascia indifferente nove volte su dieci. 

martedì 5 marzo 2019

Quarte di copertina, anzi no... quarti di mattonelle



“Io sono una lettrice anomala: sono l’unica che non si affida alle quarte di copertina per la scelta di un libro da leggere. Le ignoro, in più - comportamento ancora più anomalo - aspetto di finire la lettura per poi risalire a tutte quelle pagine saltate all’inizio: risvolti, eventuali note introduttive; non vado nemmeno a spulciare fra le recensioni, perché non voglio farmi condizionare dai giudizi altrui. Potrei quasi dire che ...”


Tuppe-tuppe mariscià...
arapite, so' n'amico...
Mo ve conto mo ve dico
perché so' venuto  ccà...


Resto con le dita sospese, sembro mio figlio quando suona l’ultima nota di uno spartito al pianoforte, distraggo gli occhi dal monitor, sono in ascolto: mentre, dentro una stanza, sto rileggendo il post che pubblicherò domani, c’è un uomo, in corridoio, che intona una canzone. Ha le mani sporche di gesso, sega mattonelle con una punta diamantata, misura centimetri, posiziona il pezzo di gres porcellanato sulla piattaforma spianata e si esibisce in un ricco repertorio di canzoni della tradizione napoletana.
Non riesco più a pensare a risvolti di libri e quarte di copertina, all’importanza che hanno, a quanto poco mi influenzino... Vedo soltanto quell’uomo che canta, con una mattonella rettangolare in mano e un altro, a lato, che lo aiuta. Le dita sulla tastiera del pc, adesso, hanno solo voglia di raccontare tre settimane di cantiere aperto in casa mia, la non-vita in mezzo a calcinacci, polvere, umidità e un disordine a prova di stoicismo casalingo. 

giovedì 28 febbraio 2019

Saper dire le cose


Donne di Algeri - Pablo Picasso

"Mi aveva sempre sorpreso l’ambigua posizione dell’opinione comune riguardo alla masturbazione femminile. Attorno a questo tema si sollevava una nebbia. C’era chi ci credeva, chi minimizzava e chi assolutamente ne negava l’esistenza. “No figurati se le donne…”, “Io no mai”, “… ma quelle sono cose bestiali, cose da maschi”, “… ma sì forse qualche volta, magari durante l’adolescenza, per ribellione”. Chissà che ribellione ci doveva poi essere nel toccarsi nel silenzio delle proprie mutande! Pure la terminologia per definirla era alquanto povera, per non dire pressoché inesistente. Niente a che vedere con quel bel concetto di “sega” o “pippa” maschile che era ormai così usato nel linguaggio quotidiano da essere diventato un concetto filosofico. E le donne niente. Le donne ce l’hanno di plastica come Barbie, diventa di carne solo davanti a un maschio. Perché il piacere in fondo è prerogativa maschile."

domenica 24 febbraio 2019

Il Taccuino narrante: osservazioni, note e spunti tratti dalla quotidianità - L’INVIATA SPECIALE


Sono le 18:00, infilo agenda e ipad nella borsa: pesa quanto una sporta che esplode dopo la mia incursione in un supermercato, ma è tutto necessario. Non a caso ho scelto la tracolla che porto, di solito, in viaggio: l'agenda è una fedele compagna in occasioni come queste, l’iPad, usato in modalità e-reader, mi serve per fare passare in un fiat i venti minuti in metro.
Sto andando alla presentazione di un libro.

martedì 19 febbraio 2019

E se usassi uno pseudonimo?


“Ciao Marina, il tuo racconto mi ha commosso. Certe volte, nella vita, è più facile tollerare le delusioni che fare delle scelte coraggiose, ma tu hai dimenticato le prime per abbracciare le seconde, ti faccio i complimenti per questo e per come lo hai narrato.”

È il messaggio che ho ricevuto lo stesso giorno della pubblicazione del post con la colonna sonora dei Rage Against The Machine. Conosco chi me lo ha inviato e nel testo le analogie con la mia vita sono tante, ma la domanda è: perché questa persona ha visto necessariamente me, dietro la protagonista della storia?

giovedì 14 febbraio 2019

Ha da passà ‘a nuttata!



Cosa c’è peggio dei giacconi indossati da Salvini, del fanatismo fazioso nei social, delle tre tappe obbligate del mese di febbraio: carnevale, festival di Sanremo e San Valentino?

martedì 5 febbraio 2019

Il potere della stupidità

"Contro la stupidità gli stessi Dei combattono invano" (Friedrich Schiller)
È inutile, per quanto la genetica e la sociologia, con formulazioni e dati scientifici, si sforzino di provare che tutti gli uomini sono uguali e che alcuni sono più uguali degli altri grazie all’educazione e all’ambiente sociale, è impossibile non convincersi che gli uomini in realtà non sono tutti uguali, che alcuni sono stupidi e altri non lo sono e questo non per fattori culturali, ma grazie alle biogenetiche di una imperscrutabile Madre Natura. 
Impossibile non convincersene soprattutto dopo avere seguito con gusto il logico e dimostrato ragionamento di Carlo M. Cipolla, contenuto nel mini saggio “Le leggi fondamentali della stupidità umana.

giovedì 31 gennaio 2019

Fuck you, I won't do what you tell me



Dentro l’armadio c’è una fila di tailleur. Ogni mattina ne tiro fuori uno e lo stendo sul letto, il massimo che faccio è abbinargli un foulard colorato, giusto per ravvivare la sobrietà che mi obbligo a indossare. È la divisa con cui vado in Tribunale, capelli raccolti e tacchi ai piedi: esibisco il marchio di avvocato vestendomi con poca fantasia, la valigetta in pelle appesa alla mano, che non oscilla, mentre cammino e la presa solida, volta a  sottolineare l'importanza del bene tutelato là dentro, fatto di carte su cui lavoro giorno e notte per essere all'altezza del mio ruolo.

martedì 22 gennaio 2019

Assaggio condiviso del Premio Campiello 2018


18 ottobre 2018: Iara, organizziamo una lettura insieme?”

La scelta è caduta su “Le assaggiatrici” di Rosella Postorino.

martedì 15 gennaio 2019

"La ragazza con la Leica": cronaca di una delusione annunciata


Gesto simbolico. Il libro è salvo: me ne sono sbarazzata regalandolo.

Premessa: questa non è una recensione sul romanzo vincitore del Premio Strega 2018 (in rete trovate la trama e tutti i giudizi che volete); è solo il resoconto di un’esperienza di lettura, lo posso dire? la peggiore che mi sia mai capitata, dopo quella con Freitas di qualche anno fa (qualcuno se ne ricorderà).

Non che “La ragazza con la Leica” abbia catturato da subito il mio interesse (perlomeno non con quel titolo e non con quella copertina), ma - accidenti a me - la curiosità sui Premi letterari importanti mi induce sempre a sperare in una loro validità, dunque, pur nutrendo un pregiudizio forte sul romanzo, decido comunque di leggerlo.

martedì 8 gennaio 2019

31 dicembre e dintorni


Lo faccio sempre il 31 dicembre: prendo il calendario e lo sfoglio a ritroso; in pochi secondi ripasso i 365 giorni ormai sul finire e incrocio ricordi cerchiati in rosso, date e appuntamenti evidenziati, avvenimenti che restano confinati nell’anno che sto per cestinare. 

sabato 22 dicembre 2018

Chi non muore si rivede... a Natale


La scrittura è una droga salutare, quante volte ce lo siamo detti nelle discussioni sul “perché scriviamo”: la scrittura dona benessere, la scrittura salva, la scrittura è vita.
La scrittura, come la droga, crea dipendenza; la scrittura, come la droga, determina assuefazione, la scrittura, come accade nell’assunzione esagerata di sostanze stupefacenti, può portare a un fenomeno pericoloso: l’overdose.
Il Taccuino dello Scrittore è fermo da luglio di quest’anno perché un “eccesso di dosaggio” ha determinato il collasso e la conseguente paralisi della mia attività scrittoria.

lunedì 9 luglio 2018

E poi chiudo gli occhi

In ascensore siamo in quattro: io, mio marito e i miei due figli, in una rara occasione in cui stiamo andando tutti insieme a cena fuori.
Significa che siamo freschi di doccia, profumati, agghindati: io indosso un abito di lino, ho le scarpe col tacco, una borsa che sposto sul petto per garantire qualche centimetro di spazio a chi mi sta incollato accanto, i ricci gonfi in testa, il trucco che ha fatto una doverosa concessione a rimmel e rossetto (da me ignorati nella quotidianità) e una bottiglia di vino tenuta dentro un sacchetto con i manici in corda; i ragazzi hanno pantaloni lunghi e camicia, costretti all’eleganza dalla natura dell’invito: uno si aggiusta il ciuffo davanti allo specchio, l’altro nasconde scarso entusiasmo sotto un broncio rassegnato; mio marito tiene in una mano un sacco di immondizia da buttare, nell'altra una torta protetta da un involucro di cartone.

venerdì 4 maggio 2018

Avventura nissena


Abbazia di Santo Spirito - Caltanissetta

Oggi mi affaccio nel blog perché voglio dare visibilità a un racconto, scritto per onorare una simpatica sfida,



ambientato in un posto a me particolarmente caro: il posto è l’Abbazia di Santo Spirito, luogo sacro in cui diciotto anni fa mi sono sposata, a Caltanissetta; il racconto è di un narratore dalla fantasia sfrenata che mescola realtà, fantasy, sci-fi e boh, qualcos’altro di non ascrivibile a un genere letterario, e tutte le volte mi fa dire (e lo dico in siciliano, vista l’atmosfera): “ma d’unni ci niscì?” 

Per sapere di più sull’Abbazia di Santo Spirito cliccate qui: è il collegamento alla pagina Facebook che io ho condiviso nel mio diario, da cui è nato tutto questo.

Per conoscere autore e racconto, invece, andate su Darius Tred - Retro Blog e scoprirete cosa ci fanno una scopa, una bilancia e una spazzola, in una notte di luna piena, dentro una chiesa normanna consacrata nel 1153.


Grazie Darius.

giovedì 19 aprile 2018

lunedì 9 aprile 2018

Congedo scrittorio



Si accanì sulla leva del cambio e il piede schiacciò con forza il pedale dell'acceleratore. Le ruote dell'auto slittarono sull'asfalto, poi il veicolo, con uno scatto rapido, si lanciò lungo la strada. La rabbia gli ribolliva dentro e, come se non bastasse, era costretto a passare davanti all'Istituto penitenziario. Si impose di rimanere indifferente, quando lo vide svoltando l'ultima curva. Era rimasto come lo ricordava: un edificio imponente, grigio, che il tempo non aveva cambiato.

domenica 18 marzo 2018

Narrare un’immagine #4

Immedesimarsi nel personaggio


Mi immedesimo quando leggo e allora vuol dire che l’autore del libro ha fatto un buon lavoro; non mi immedesimo quando scrivo e allora vuol dire che non condurrò dentro la storia il potenziale lettore. 

giovedì 15 marzo 2018

La potenza espressiva delle traduzioni. Libera interpretazione



L’esperienza diretta mi ha sempre chiarito le idee: ho dato diverse occasioni al selfpublishing per convincermi della sua bontà e la delusione ha spesso battuto le aspettative; invece, era quasi per inerzia che annuivo ai discorsi relativi ai limiti delle traduzioni, mentre adesso so che quei limiti sono reali. Li ho sperimentati rileggendo il romanzo “Cime Tempestose” di Emily Brontë.

domenica 11 marzo 2018

McKee, il dialogo e Clint Eastwood



Caro signor McKee*, ho imparato dai suoi libri quante verità invisibili si celano dietro una buona scrittura, anzi per dirla con le sue parole, quante verità si celano dietro una scrittura ben fatta, pensata e volta a raggiungere un solo obiettivo: funzionare.

domenica 4 marzo 2018

Narrare un'immagine #3

Niente di nuovo


Esistono due categorie di scrittori. Generalizzando al massimo, ci sono quelli che la natura ha dotato di talento e quelli che amano scrivere/non possono fare a meno di scrivere/scrivono per pubblicare/pubblicano per sentirsi scrittori, in sostanza la gran parte di noi.

giovedì 1 marzo 2018

"Mapocho": fiume da incubo

Puente sobre el Rio Mapocho, foto di Josep Alsina

Non avete bisogno di guadare lo Stige né di immergervi nelle acque dell’Acheronte per sentirvi agli Inferi: vi basterà recarvi anche solo con la mente a Santiago del Cile e sedervi sulle sponde del fiume che la attraversa: il Mapocho.

domenica 25 febbraio 2018

Narrare un’immagine #2

Esiste una relazione tra immagine e scrittura?



Un’immagine può suggerire qualunque cosa, anche niente, suscitare emozioni oppure lasciare indifferenti, ma rappresenta ciò che si vede di un pensiero che non si conosce, esprime l’identità di qualcuno che sente il bisogno di raccontare una propria, personale, verità e lo fa attraverso l’arte figurativa. 
Nella street art, per trarre un esempio da un fenomeno contemporaneo diffuso, molti artisti sono ispirati dal peggio della nostra società: “raccontano” la loro avversione ai drammi più comuni, trasformano in arte urbana tematiche di grande attualità e realizzano opere davvero straordinarie. Opere che in sé hanno una storia.

giovedì 22 febbraio 2018

Nel bene o nel male, purché se ne parli (dichiarata antipatia per il finale aperto)


Ho un conto sempre in sospeso con gli scrittori che chiudono le loro storie in un modo non corrispondente alle mie esigenze di lettrice; è come se volessi avere da loro spiegazioni circa le ragioni dei finali che non mi soddisfano, per rassegnarmi, poi, al fatto che anche quelli appartengono alla sfera delle scelte narrative: discutibili o meno che siano, restano pur sempre legittime libertà stilistiche. 

domenica 18 febbraio 2018

Narrare un’immagine #1

Le Trame graffi(a)te di Michele Scarparo


Non me la sono mai cavata con l’ispirazione a comando. Non è del tutto una contraddizione in termini perché esiste il guizzo creativo, ma c’è anche un’ispirazione forzata in grado di produrre apprezzabili risultati. 
Ecco, è qui che cado in un pantano, come quando a scuola la professoressa d’italiano dettava le tracce del compito e io sceglievo sempre la quarta opzione: l’argomento libero oppure, in generale, quando partecipo a un concorso letterario a tema. In questi casi la mia ispirazione rimane confinata in un recinto, le idee soffrono di claustrofobia e io scrivo con difficoltà.

giovedì 8 febbraio 2018

La mia palestra di narrazione



Un tempo mi bastava tenere un diario personale e prendere buoni voti nei temi d’italiano, per essere convinta di avere ricevuto un dono dalla natura: la capacità di scrivere
Negli anni ho assecondato la fantasia, garantendo così alla scrittura un posto sempre importante nella mia vita. Solo che avere una passione ed essere in possesso degli strumenti per coltivarla non mi sono stati sufficienti per costruirmi un futuro da scrittrice ed è questo l’errore in cui sono cascata: farmi bastare quei presupposti. 

martedì 6 febbraio 2018

Al teatro, “Finding Anne Frank”


Su un pannello nero leggo “Rumori di scena, compagnia teatrale” e sono contenta di essere qui, per la rappresentazione di Luana M. Petrucci cui non volevo assolutamente mancare.
Trovo senza problemi i biglietti del teatro, trovo facilmente la strada per arrivare in perfetto orario allo spettacolo delle diciotto, trovo un ambiente accogliente, aspetto solo che si accendano le luci sul palcoscenico per trovare Anne Frank.

giovedì 1 febbraio 2018

Ok, io riparto, però...


... niente tre parole, niente citazione di libri letti, niente riassunti sul 2017, ché se penso a tre parole mi vengono in mente soltanto sole - cuore - amore; se cito le mie letture chiudo il post con un elenco lunghissimo e se provo a fare il punto sull’anno appena trascorso vedo esclusivamente questo.

giovedì 21 dicembre 2017

Oh, io parto, però...

... vi lascio un augurio breve breve per dirvi che, mentre scrivo e faccio valigie, vi penso.

🎄🎄🎄
Non scendo, salgo. Come ogni anno dacché sono qui a Roma.
Mi hanno detto che a Milano troverò i pinguini, ma li preferisco ai cammelli in estate. Spero solo di non diventare una statua di ghiaccio mentre i miei occhi si incantano di fronte alla magnificenza del Duomo.


giovedì 14 dicembre 2017

Sotto una nuvola di libri: il mio sabato a “Più libri più liberi”


È il quarto giorno della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria e, alle ore 16:00, mi aspetta un evento che avevo segnato in rosso, nel programma, per sabato 9 dicembre:

giovedì 7 dicembre 2017

Scrivi scrivi scrivi e poi taglia taglia taglia


Dopo avere scritto allegramente, senza badare a limiti e vincoli di sorta, rileggo il racconto e mi dico: “mi piace.” Peccato che il concorso preveda massimo 15000 caratteri spazi inclusi e che io verifichi di essere a quota 17352. Sono fuori di una pagina intera, il che sulle prime mi porta a dire: ”vabbè, una pagina...”, poi mi pone davanti al più difficile dei compiti per un autore: rinunciare alle proprie parole.
Perché se le partoriamo vorremmo tenercele strette tutte quante, cassarle è tradire l’ispirazione. Eppure la storia va ridotta, è inutile, c’è un regolamento.
Da dove comincio?

giovedì 23 novembre 2017

Scusate il disturbo

Woman with arms leves (Head of Dora Maar) - Pablo Picasso

Sono iscritta al gruppo Fb “Leggo Letteratura Contemporanea”, quarantanovemila e più membri: un popolo che legge, recensisce, consiglia, qualche volta polemizza. Lo frequento poco per mancanza di tempo, ma mi fa piacere seguirne i post, anche perché i suggerimenti spaziano e i commenti sono spesso interessanti. 
Tempo fa, una persona chiedeva consigli sull’esistenza di libri “disturbanti, intendendo per tali non i romanzi cruenti, con scene di violenza o di sesso spinto (sarebbe facile, in questo caso, buttarsi sull’horror o sull’erotico), ma “cattivi”, capaci di lasciare il lettore interdetto e confuso, di distruggere le sue certezze più radicate o quanto meno di metterle in dubbio
Più di seicento sono stati i consigli di lettura: alcuni romanzi quotati da molti, me compresa, altri sconosciuti, uno assolutamente “alternativo”.

giovedì 16 novembre 2017

E con questo ho detto tutto



Ci avete mai fatto caso che quando parliamo siamo un concentrato di luoghi comuni?
Se usassimo un segnale di allarme per ogni frase fatta utilizzata durante una conversazione, sarebbe un bel concerto di bip. Io stessa, nell’incipit di questo post, ho scritto: “ci avete mai fatto caso?”, che è un modo abbastanza convenzionale per dire “vi siete mai accorti? avete mai prestato attenzione?” ma anche prestare attenzione, tutto sommato, è un’espressione stereotipata e anche tutto sommato è uno luogo comune della lingua. Insomma, non se ne esce più

giovedì 9 novembre 2017

Lettrice a tolleranza zero



Basta, io ho dato! 
Ci ho messo tutta la mia buona volontà, ne ho parlato in varie occasioni nel blog, ho collaborato finché ho potuto con un’amica che gestisce su Twitter un profilo nato con le migliori intenzioni per dare spazio e visibilità ad autori nuovi. 
Mi arrendo
Metto in tasca il mio masochismo per diletto, anzi lo lancio dal balcone: che la pioggia di oggi se lo porti via. E non se ne parli più.

giovedì 19 ottobre 2017

I miei anni '90


Dopo gli anni ‘80, che sono stati quelli di passaggio dall’adolescenza alla maturità, ecco una nuova occasione per approfondire un altro decennio, i successivi anni ‘90, che hanno decretato i principali cambiamenti della mia vita. Da un’idea partita da Miki Moz, il tag è rimbalzato di blog in blog ed è approdato nel mio grazie a Pietro Sabatelli. È stato lui a coinvolgermi in questo nuovo giro di giostra che prevede un viaggio dentro i ricordi suddivisi, anche questa volta, per argomenti. 
Non nominerò a mia volta nessuno, ma potete liberamente unirvi e raccontare i vostri anni ‘90 qui o altrove.

martedì 17 ottobre 2017

L'esordiente e l’azzardo stilistico


Esordire significa dare inizio a qualcosa. Lo scrittore esordiente, dunque, è chi entra nel ring letterario (per usare la metafora di Murakami) non solo perché ha scritto qualcosa, ma perché quel qualcosa è stato pubblicato e ciò, in qualche modo, ha attribuito il carattere dell’ufficialità al suo ingresso nel mondo dei narratori.
Oggi mi chiedo se la libertà dello stile sia una prerogativa solo degli scrittori famosi o se sia il tentativo indovinato anche di un esordiente.

giovedì 12 ottobre 2017

#Imieiprimipensieri non del tutto primi: sfogo su un giovedì cominciato con una perdita.



Gli strumenti elettronici, benedetti, per carità!
Celerizzano, praticizzano, indispensabili, risolvono tutto, rispondono a ogni esigenza, ma tradiscono, cacchio se tradiscono. (Oh mentale, maledetto mentale: io penso a un mare di parolacce e tu mi obblighi a scrivere pappardelle addolcite.) 
Sono i peggiori, come certi uomini che ti fanno la corte, ti conquistano, ti fanno credere di essere indispensabili e poi nei momenti meno opportuni ti mollano e chi s’è visto s’è visto.
Ora io dico: ma ‘ndo c. è finito quel bell’articoletto che ho scritto quest’estate e ha aspettato il suo momento per tre mesi, zittito dal mio “no, non è ora: ti ho inserito nel calendario del blog post-estivo.” e lui a scalpitare: “dai, sono carino e posso piacere. Pubblicami”?
Sì è offeso. Si è offeso, ha girato i tacchi e se n’è andato oppure si è nascosto per farmi impazzire. Ah, ma se lo becco, prima gli do gli arresti domiciliari per un altro mese e poi gli faccio fare il suo ingresso nel blog. 

martedì 10 ottobre 2017

L’io narrante va a ruba


È inutile girarci attorno: qua urge un sistema, un escamotage, un metodo vincente per costringere un editore a buttare gli occhi sui nostri scritti. Con le sinossi non ce la caviamo, rassegniamoci: non siamo capaci di essere incisivi, di catturare l’attenzione in poche efficaci righe; stiamo là, con la nostra storia incapsulata dentro un file pronto per essere spedito e ci incartiamo con le due pagine di descrizione del romanzo, che poi è il nostro biglietto da visita, eh, mica un banale riassuntino dell’opera.
Okay, non pensiamo alla sinossi; oggi proviamo a immaginare una strategia per portare il nostro manoscritto all’attenzione dell’“aguzzino letterario” che decide cosa pubblicare e cosa cestinare senza prova d’appello.

giovedì 5 ottobre 2017

E fatevi una risata!


È scientificamente provato che ridere fa bene alla salute: stimola le endorfine, riduce lo stress, aiuta il relax e poi allena i muscoli facciali, così l’età fa più fatica a piantare in viso le rughe. 
Allora, ogni giorno, io cerco particelle di buon umore da distribuire lungo l’arco delle dodici ore diurne, perché di notte mi affido ai sogni e quelli non li posso manovrare.
Sapete qual è la verità? Ho ceduto il passo al nuovo che avanza e non mi pare poi tanto male.

martedì 3 ottobre 2017

Prego, sul ring c’è posto.


Poiché l’argomento è vasto e complesso, invece che parlare di “romanzo” parlerei del romanziere. 

Non si può negare che la gran parte dei romanzieri non abbia un buon carattere: sono spesso eccentrici, hanno abitudini bizzarre e in più pensano di avere sempre la ragione in tasca, qualunque cosa facciano o scrivano.